Made in Italy, come difenderlo?

Dai piccoli gesti come ad esempio scegliere le noccioline di Viterbo e premiare i produttori lòocali

“Difendere il Made in Italy non è difficile. Basta scegliere e comprare italiano. Non soltanto per una ragione economica. Dietro una manciata di nocciole di Viterbo ci sono le piante, le campagne, un territorio, ci sono famiglie che mentre lavorano e producono ricchezza svolgono anche una funzione sociale e di interesse collettivo perché si prendono cura del nostro ambiente, lo presidiano e un territorio curato è la migliore difesa contro le alluvioni, le frane e gli smottamenti”. Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, esalta l’agricoltura tricolore “che fa economia reale e dove sporcarsi le mani è motivo di orgoglio, non di vergogna”. Il battagliero presidente è stato, a Viterbo, uno dei relatori del dibattito promosso da Coldiretti, Campagna Amica e dalla condotta provinciale Slow Food nell’ambito delle iniziative del Festival di Caffeina. Insieme a lui, Emanuela Viarengo, della commissione legalità di Slow Food e Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei Conti, capo di gabinetto del governatore del Lazio, nonché vicepresidente dell’Osservatorio sulle agromafie. È proprio lui a ricordare che la battaglia per la piena consapevolezza alimentare “è intanto un fatto culturale” e che le rivendicazioni dei consumatori, che chiedono di poter fare una spesa informata, hanno già trovato “importanti risposte da parte del governo, con l’emanazione del decreto che introduce l’indicazione obbligatoria sulle etichette dell’origine del latte venduto in Italia”. Il decreto, tuttavia, prima di poter diventare operativo, dovrà passare al vaglio della Ue.

“Speriamo bene, anche perché se passa il principio della trasparenza allora possiamo pensare di estendere l’obbligo della tracciabilità a tutti gli alimenti”. Ma la tutela del Made in Italy passa anche attraverso una riforma delle leggi in materia di reati agroalimentari. “Vorrei tanto – ha tuonato Trefiletti – veder finire in manette qualcuno dei malfattori che fanno contraffazione degli alimenti che vanno a finire sulle tavole degli ignari consumatori, convinti in buona fede di aver comprato prodotti di qualità”. È auspicabile – ha aggiunto Baldanza – la previsione di sanzioni amministrative a carico delle aziende che fanno contraffazione a danno del vero agroalimentare italiano, introducendo ad esempio il sequestro degli impianti usati dalle industrie dell’ agropirateria”.