Coop “Piccolo Carro”, M5S: “Audi A7 e Land Rover figurano nel bilancio come beni strumentali. Servono per la cura dei ragazzi?”

“La cooperativa riceve parecchi soldi pubblici. Inoltre, da quanto risulta leggendo i documenti contabili e alcune segnalazioni ricevute, tra i soci della cooperativa ci sarebbe anche Antonio Sisani, figlio di Maria Pia Serlupini, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza”. L’intervento di Maria Grazia Carbonari, consigliere regionale M5S

PERUGIA – Per la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Maria Grazia Carbonari ci sarebbero molti punti oscuri nella vicenda legata alla cooperativa sociale “Il Piccolo Carro”, comunità per minori ubicata nella zona di Bettona della quale si sono occupati diversi organi di stampa, a cominciare dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, in seguito alla scomparsa di due ragazze che erano ospiti della suddetta comunità.

 

“Dopo l’ispezione svolta qualche mese fa – spiega Maria Grazia Carbonari – torniamo ad occuparci della preoccupante e oscura vicenda legata alla cooperativa sociale ‘Il Piccolo Carro’, comunità per minori più volte oggetto di approfondimenti a cura della trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?‘. Pochi giorni fa, l’analisi del Dna dei resti trovati vicino alla comunità di Bettona ha confermato che appartenevano alla giovane Daniela Sanjuan, ospite della struttura, scomparsa qualche anno fa in circostanze ancora misteriose e che richiederebbero maggiori indagini in merito alla adeguatezza della struttura, che riceve ingenti somme di soldi pubblici per ospitare questi giovani. La cooperativa ha avuto nel 2015 un fatturato pari a 4.951.837 euro (in linea con gli anni precedenti) e ha distribuito ai suoi 50 soci oltre 3 milioni di euro in compensi. Nel suo bilancio compaiono anche auto di lusso come un’ Audi A7 e una Land Rover, iscritte come ‘beni strumentali’ (per la cura dei ragazzi?)  in coerenza con i ‘principi di solidarietà, rispetto della persona, mutualità, amore reciproco’ e assenza di fini di lucro secondo ‘i valori e gli ideali della religione cristiana e l’insegnamento di San Francesco’. Parole che leggiamo nello Statuto e che alla luce di tutto questo suonano – secondo Maria Grazia Carbonari – quantomai ipocrite e intollerabili per le tante cooperative e Onlus degne di questo nome”.

“Abbiamo contattato Confcooperative Umbria – prosegue Carbonari – e ci hanno comunicato che a carico della cooperativa il Piccolo Carro ci sarebbe una delibera di espulsione risalente a qualche mese fa. Non abbiamo ancora avuto modo di approfondire le ragioni di questo provvedimento che ha preso l’associazione, ma ci impegniamo ad approfondirlo vista la rilevanza pubblica della vicenda.  Abbiamo avuto anche modo di appurare mediante visura camerale l’ulteriore grave criticità sollevata anche dalla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ e cioè il fatto che la cooperativa ‘Il Piccolo Carro’ ha autorizzazione ad operare come struttura educativa e non a fornire trattamenti terapeutici, come invece varie interviste televisive e gli stessi comunicati della cooperativa sembravano confermare, anche nel caso della povera Daniela Sanjuan. Ulteriore elemento gravissimo, indicativo del grado di mancata vigilanza e rispetto delle regole in cui si operava, è poi il fatto che la struttura ha continuato indisturbata ad operare (e ricevere soldi pubblici) nonostante sia stata emessa una ordinanza da parte del sindaco di Bettona, nel 2002, che ordinava l’immediata chiusura della struttura per violazioni urbanistiche”.

 

“Ancora una volta – afferma la consigliera del M5s – l’ombra pesantissima dei conflitti di interesse nella nostra Regione è fortissima. Questa volta arrivano fino ai vertici dell’amministrazione, quelli che dovrebbero vigilare. Mi riferisco in particolare a Maria Pia Serlupini, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, nominata dalla presidente Catiuscia Marini nel 2014 e a quest’ultima politicamente molto legata da anni. Le due sono state di recente in una visita ufficiale alla comunità del Piccolo Carro lo scorso maggio, una visita che più che essere una ispezione sembrava un endorsement alla struttura in piena bufera mediatica, grazie alla trasmissione televisiva che indagava sulla scomparsa di Daniela Sanjuan (di cui poi verrà confermata la morte) e di un’altra ragazza, Sara Bosco, scappata dalla cooperativa Piccolo Carro e ritrovata poche ore dopo senza vita a Roma. Ebbene leggendo i documenti contabili della cooperativa e secondo segnalazioni ricevute, sembrerebbe che tra i soci della cooperativa Piccolo Carro vi sia Antonio Sisani, il figlio della Garante regionale Maria Pia Serlupini. Ci auguriamo che la Serlupini possa smentire tutto questo, visto che altrimenti sarebbe un episodio di conflitto di interesse di tale gravità da compromettere ulteriormente la già eterea trasparenza e la terzietà delle istituzioni regionali in questa vicenda. Ricordiamo infatti che la Garante ha importanti e delicati compiti quali ‘segnalare alle Autorità competenti casi di violazione dei diritti dei minorenni’ e ‘verificare che alle persone di minore età siano garantite pari opportunità nell’accesso ai diritti’”.

 

“A livello personale – conclude – ritengo che sia sconsolante che una vicenda così drammatica quale la morte di due ragazze debba essere indagata dai bravissimi giornalisti di‘Chi l’ha visto?’, mentre nella nostra Regione le autorità e i vertici politici, si affrettano a sostenere questi soggetti, senza nemmeno aver appurato chi sono e come operano veramente queste cooperative. Annunciamo fin da ora che andremo avanti nelle nostre autonome ricerche e daremo tutto il supporto necessario alle Autorità competenti affinché portino avanti le opportune indagini, anche al di fuori del personale della cooperativa, con la speranza che, qualora ne ravvisino i presupposti, ci siano dei processi che si concludano appurando tutte le responsabilità commissive e omissive, in ambito sia amministrativo che penale”. (Acs)