Quei trecento milioni di appalti per la realizzazione del “Molo C” di Fiumicino

Dopo il blitz di Finanza e anticorruzione a Fiuminicino si accendono i fari sugli appalti di Aeroporti di Roma

FIUMICINO – La notizia, secca, è del tardo pomeriggio di lunedì: “Uomini del Nucleo anticorruzione della Guardia di Finanza, su disposizione dell’Anac, hanno condotto un’ispezione, insieme a funzionari della stessa Autorità, nella sede di “Aeroporti di Roma spa” per acquisire documenti sullo stato di avanzamento dell’appalto relativo alla progettazione e costruzione del nuovo molo centrale dell’aerostazione internazionale “Molo C”. Ad aggiudicarsi i lavori un consorzio di imprese costituito da Cimolai spa, Gozzo Impianti spa, Consta spa e Tecnica y Proyectos Sa”.

Dunque, si accendono i fari sugli appalti di Aeroporti di Roma. Ad accenderli, l’Anticorruzione, e quando c’è di mezzo l’Anticorruzione non si può non pensare che forse ci sono lunghe ombre sul grande corpo aeroportuale  della capitale. Molo che dovrebbe essere pronto e consegnato il prossimo dicembre.

Tutto in ordine?

Lo diranno i documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza.

Certo è che di mezzo ci sono tanti e tanti soldi e la cronaca ci ha insegnato che di fronte a grandi opportunità a muoversi sono i nuovi attori della corsa agli appalti. Nell’autunno di un paio di anni addietro, da Milano una notizia da rileggere: una azienda in corsa per gli appalti all’Expo di Milano era nelle mani della ‘ndrangheta, la mafia più pericolosa e più complessa del momento, quella che più delle altre punta a mimetizzarsi nei grandi affari al Nord come a Roma. A tentare di intrufolarsi all’Expo, l’ Ausengineering srl, società con sede a Pieve Emanuele, proprietà quasi completamente calabrese, uomini riconducibili alla cosca Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Cos’era la “Ausengineering srl”? Un impero, con un elenco di realizzazioni a spaziare in più settori, tra le aree di interesse, gli aeroporti. L’azienda – che in Expo avrebbe voluto cablare le strutture, telecamere dentro e fuori – in passato risultava “vincitrice di mega appalti agli aeroporti di Firenze e Napoli”.

La conferma che alla ‘ndrangheta non era sfuggito il valore degli appalti aeroportuali.

E negli aeroporti di Firenze e Napoli cosa ha fatto, e come l’ha fatto?

Lavori altrettanto delicati di quelli di Expo, in un campo “sensibile”. Dalla rilettura della cronaca di un paio di anni fa, torniamo ad oggi, all’attenzione dell’Anticorruzione e della Guardia di Finanza per l’andamento di appalti e lavori del grande “Molo C” dell’aeroporto di Fiumicino. Attenzione giusta e legittima, visti i precedenti che abbiamo riletto in un articolo diGlobalist, “Expo e aeroporti, gli affari della ‘Ndrangheta”.

A Roma, il boccone è grosso, grandi appalti e appalti più “piccoli”, come quelli banditi per “sistemi di controllo per la rivelazione automatica degli esplosivi” o i “sistemi di controllo degli accessi, i sistemi TVCC di videosorveglianza”.

La stessa merce intravista a Milano, forse impiantata a Firenze e Napoli. Per il “Molo C”, ad aggiudicarsi i lavori, quelli grossi – come detto – un consorzio di imprese costituito da Cimolai spa, Gozzo Impianti spa, Consta spa e Tecnica y Proyectos Sa. Poi, la schiera dei piccoli.

Il completamento del “Molo C”, per  lo sviluppo dell’area di imbarco E e F di Fiumicino, è previsto per fine dicembre di quest’anno. Valore dell’opera iniziale uno, costo Finale, o quasi, notevolmente lievitato. La base d’asta, infatti, era di poco inferiore ai 170 milioni di euro, l’appalto fu aggiudicato a poco più di 140 milioni. Ma successivamente i costi, via via, pare siano saliti fino a sfiorare i 300 milioni di euro.

È proprio su questo e sul perché dei tempi lunghi l’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone vuole indagare, per verificare se ci sia stato – come dire – “dolo” in un  percorso così faticoso, costellato anche da qualche fallimento all’interno della cordata del consorzio che si era aggiudicato i lavori. In passato l’intero progetto ha suscitato qualche richiamo dell’Autorità Anticorruzione.

Le cronache dicono anche dell’impegno di Vito presidente dell’Enac, a consegnare il tutto entro dicembre. Ed anche dell’invito-provocazione dello stesso Renzi che in una occasione, chiese addirittura di anticipare di un mese i tempi di consegna. Ora, quando dicembre si avvicinava a grandi passi, ecco l’intervento di Finanza e Anticorruzione. Con quali sviluppi?

Questa è un’altra storia. Tutta da leggere.

 

fonte: globalist.it