Terni, TK-AST stende un tappetino sopra la discarica dei veleni: il ‘greenwashing’ e la ‘Collina Verde’ di Kipar

Liberati attacca il progetto elaborato dall’architetto Andreas Kipar: «La favola del parco, sopra la discarica delle acciaierie di vocabolo Valle, è una cosa al limite dell’oscenità, peraltro finanziata con soldi pubblici». Il “greenwashing” (lavaggio verde) è l’insieme di tecniche pubblicitarie e di marketing per conferire un’immagine di ecocompatibilità e sostenibilità ambientale ad aziende inquinanti e che svolgono attività dannose per l’ambiente e la salute

TERNI (Acs) – “Non disperdere i denari è l’imperativo del buon padre di famiglia. Quando, poi, si tratta di risorse pubbliche, è necessario riflettere attentamente anche sul singolo centesimo. Invece, su Terni, dopo il riconoscimento dell’Area di Crisi complessa, si prospetta l’ennesima assurdità, sovvenzionata con (residui) soldi nostri: si tratta del famigerato Progetto Collina Verde, quello con cui Thyssen Krupp e i suoi corifei favoleggiano di improbabili passeggiate dei cittadini sopra la propria discarica di scorie di vocabolo Pentima-Valle, respirando ad altezza ciminiere”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, per il quale “si persegue tuttora un metodo discutibile, al limite dell’oscenità, quello di stendere un tappetino verde su rifiuti che stanno tuttora disperdendo pericolosi inquinanti nelle falde acquifere, con rischi sanitari accertati e un ampio fronte giudiziario aperto”.

“Ecco perché il parco sopra la discarica di scorie – commenta il capogruppo pentastellato – rappresenta un’offesa non soltanto alla città, ma all’intelligenza industriale, visto che Thyssen Krupp, proprio grazie al suo immondezzaio, può reperire fonti di finanziamento immense e insperate. Ebbene – spiega – un 10 per cento circa delle scorie totali (tra le 300mila e le 400mila tonn/annue) prodotte da TK-AST, è costituito proprio di acciaio. Acciaio che non viene recuperato, ma, da sempre, viene seppellito in discarica. Si pensi che, solo negli ultimi 40 anni, ipoteticamente con una produzione totale di 40 mln di tonnellate circa, sarebbero state interrate scorie con dentro qualcosa come 1milione 200mila di tonnellate di acciaio. Quanto varrebbero sul mercato? Secondo i calcoli di alcuni esperti, si parla di qualche miliardo di euro”.

Liberati ricorda che “Thyssen Krupp, con l’amministratore delegato AST Morselli, annunciò un piano di investimenti di 200 milioni in quattro anni. Grazie alla miniera di vocabolo Pentima-Valle, troverebbe ben altre risorse, non solo per ambientalizzare le produzioni, metterle in sicurezza e ridurre l’uso di materie prime naturali; somme utili non solo per creare un vincente binomio tra lavoro e salute, ma anche per restituire realmente futuro all’azienda: tra gli esiti virtuosi dell’economia circolare – conclude -, c’è proprio un’occupazione crescente e più qualificata. Altro che Progetto collina verde e simili amenità”