PERUGIA: scandalo rifiuti, la Lega Nord Umbria fa il punto della situazione dopo l’inchiesta sulla Gesenu

Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni, sede dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, la conferenza stampa del gruppo consiliare della Lega Nord in merito agli sviluppi odierni dell’inchiesta sulla Gesenu, durante la quale è stato annunciato, dal senatore Stefano Candiani, che martedì 6 dicembre la Commissione bicamerale sui rifiuti sarà in Umbria e si occuperà anche delle discariche di Pietramelina e di Borgogiglione.Aprendo l’incontro i consiglieri regionali Emanuele Fiorini e Valerio Mancini, insieme al Responsabile aree tematiche, Luca Briziarelli, hanno rimarcato che “la Lega Nord da tempo ha posto l’attenzione sulle molteplici criticità di un sistema rifiuti sul quale abbiamo chiesto ed ottenuto, insieme agli altri gruppi di opposizione, di istituire una apposita Commissione di inchiesta a livello regionale. La Lega Nord, inoltre, attraverso i propri rappresentanti ha chiesto che la Commissione bicamerale d’inchiesta di occupasse dell’Umbria. e di aprire un fascicolo. Ora emerge dall’inchiesta un evidente danno economico per i servizi non erogati dalle aziende e pagati dai cittadini. Noi chiediamo che si indaghi anche sui fondi pubblici erogati ai Comuni e agli Ati dalla Regione, per verificare che gli obiettivi indicati dalla stessa Regione venissero effettivamente conseguiti. È quindi necessario che il tavolo tecnico previsto dopo la fine dei lavori della Commissione di inchiesta venga nuovamente convocato, valutando anche l’opportunità di riattivare la Commissione stessa. Andrebbero poi individuati i responsabili politici di certe scelte, chi ha nominato i vertici delle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti”.

IL SENATORE CANDIANI ha sottolineato la gravità di quanto sta accadendo: “sono anni che denunciamo che la una gestione dei rifiuti in Umbria è troppo anomala per essere semplicemente frutto di errori casuali. Le indagini svelano degli intrecci che stanno dietro alla non gestione del ciclo dei rifiuti. Mentre la Regione presenta un piano, individua degli step per la raccolta differenziata, che non viene fatta, dall’altra c’è chi accumula soldi e utilizza il ciclo di rifiuti per guadagnare e intrecciare rapporti che danno i presupposti di associazione per delinquere. E’ sbagliato parlare di “cattiva gestione”, ma si dovrebbe parlare di “volontà delinquenziale”. E la Regione non poteva non sapere perché noi glielo stiamo dicendo da tempo. Coloro che occupano incarichi dirigenziali nelle società che sono in Gesenu, sono stati messi con rapporti fiduciari e incaricati di responsabilità. Chi amministra oggi la Regione ha una responsabilità molto forte: qui c’è una compromissione tra gestione dei rifiuti, criminalità organizzata e una politica regionale che presenta piano che non vengono poi attuati. Non è possibile che vengano chieste tasse per raccogliere rifiuti che poi non vengono differenziati, non è possibile che ci sia il governo Renzi che vuole imporre all’Umbria un nuovo inceneritore quando basterebbe migliorare le differenziata. Il dubbio serio che sorge è che ci sia volontà di non avere una buona raccolta di rifiuti per poter avere dietro una criminalità che si organizza e ci fa speculazione. Il 6 dicembre sarà in Umbria la Commissione bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti che si occuperà anche delle discariche di Pietramelina e di Borgogiglione e sulla scorta di questi fatti abbiamo pretesa che sia un ulteriore approfondimento”

IL CAPOGRUPPO FIORINI ha sottolineato che “analizzando le schede dell’Osservatorio rifiuti sovraregionale relative alla produzione dei rifiuti nei vari Comuni abbiamo verificato che quei dati venivano forniti dalle stesse aziende che si dovevano occupare della raccolta e della gestione dei rifiuti. Una determina dirigenziale della Regione permette inoltre la riaccensione dell’inceneritore a biomasse di Terni, ma questo documento non è stato neppure pubblicato sul sito, violando la legge sulla trasparenza. Una omissione forse legata alla mancanza dell’autorizzazione di impatto ambientale per la riattivazione del termovalorizzatore. Bisognerà tornare a parlare della Commissione speciale sul sistema rifiuti e valutare se essa debba essere riattivata. E comunque va riattivato il tavolo tecnico sui rifiuti che doveva convocarsi ogni tre mesi, cosa non avvenuta. Devono essere accertate le eventuali connivenze e il ruolo svolto da Arpa e dalla Regione Umbria. La Giunta regionale non ha inoltre attivato Arpa affinché venissero svolti i controlli con il georadar all’interno della discarica di Orvieto, così come invece richiesto da un atto approvato dall’Assemblea legislativa. Risulta evidente la necessità di adottare un nuovo piano rifiuti, superando quello vecchio, ormai non più emendabile e recuperabile. L’Assemblea deve essere coinvolta in queste scelte e messa nelle condizioni di discutere un provvedimento nuovo e aggiornato”.

VALERIO MANCINI ha ricordato che “sono in corso i sopralluoghi della Commissione parlamentare sugli ecoreati in Umbria. Quando chiedemmo la creazione della Commissione regionale di indagine sul sistema rifiuti abbiamo incontrato la resistenza della maggioranza e in seguito abbiamo verificato che c’erano macroscopici errori nelle rilevazioni sul raggiungimento degli obiettivi virtuosi per la chiusura del ciclo. I tre Ati umbri hanno fallito gli obiettivi nonostante i milioni di euro di finanziamenti assegnati affinché essi venissero raggiunti. Esiste una responsabilità politica da parte della Regione Umbria e dei Comuni, che non hanno controllato la gestione dei rifiuti, il perseguimento degli obiettivi, il corretto utilizzo dei fondi pubblici destinato al miglioramento del sistema. La Giunta ha chiesto ulteriori sei mesi per l’attivazione dell’Ambito unico rifiuti e idrico, ponendo degli obiettivi che dovevano già essere stati centrati. Andrebbero richiesti indietro i soldi pubblici che sono stati destinati a questi organismi per azioni che non hanno intrapreso. La politica umbra è isterica, accetta la scelta di Renzi di costruire un nuovo inceneritore e spende soldi pubblici per incrementare, teoricamente, la raccolta differenziata”.