Riforma dei Porti, il Consiglio di Ministri ha approvato le modifiche. Fuori i politici dai comitati di gestione

Per quanto riguarda Civitavecchia il presidente Di Majo dovrà comunicare la decisione al sindaco Cozzolino che dovrà sostituire Francesco Fortunato con una persona che abbia competenze vere

ROMA – Il Consiglio di Ministri che si è svolto questa mattina ha apportato diverse modifiche alla Riforma dei Porti approvata pochi mesi fa. Alcune di queste influiranno in modo chiaro sugli atteggiamenti tenuti da due sindaci del Movimento 5 Stelle che, approfittando della poca chiarezza del testo della riforma, avevano tentato, in prima battuta, di auto nominarsi e, successivamente, nominando figure politiche non rispondenti alle competenze tecniche richieste ma bensì persone di loro fiducia “politica”.

Nel caso di Civitavecchia ha fatto clamore e forse è stata proprio la nomina del consigliere comunale Francesco Fortunato, perito elettrico per una società portuale (addetto alla manutenzione delle gru) a spingere il ministro Delrio e definire, una volta per sempre, il ruolo dei comitati di gestione che, di fatto, sono dei veri e propri consigli d’amministrazione.

Fuori la politica dal porto (ci sono già i presidenti) e comitati composti da manager o professionisti di settore.

Adesso il sindaco Cozzolino avrà tempo per individuare la figura giusta magari attraverso un bando pubblico.

Queste le modifiche apportare oggi:

Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali

Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169

Il decreto tiene conto del riparto di competenze costituzionale tra Stato e Regioni, prevedendo una nuova classificazione dei porti e creando una netta distinzione tra porti nazionali e porti regionali, con la conseguente ripartizione degli oneri relativi alle spese infrastrutturali. Inoltre, con la nuova classificazione è previsto che le funzioni dei porti non siano più predeterminate normativamente, ma stabilite dal piano regolatore portuale, al fine di rendere più snelle le modifiche di utilizzo delle aree portuali rispetto al mutare dei traffici commerciali. La nuova normativa prevede, tra l’altro, , la seguente classificazione:

  • categoria I: porti, o specifiche aree portuali, finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato;
  • categoria II: porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza internazionale e nazionale, rientranti nelle Autorità di Sistema portuale (AdSP);
  • categoria III, porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza interregionale e regionale.

Il decreto prevede inoltre l’adeguamento delle funzioni del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale in materia di governance

 del lavoro portuale, al quale vengono prevalentemente trasferite le funzioni che prima erano svolte dall’Ente gestore e l’estensione ai membri del Comitato di gestione dell’Autorità delle disposizioni vigenti in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico.