Comune, Caffeina, Certificato di prevenzione incendi(CPI) e la Curia cosa fa?

Da un’accesso agli atti, effettuato dall’ex sindaco Giulio Marini, si è potuto appurare che la chiusura del Teatro Caffeina è dovuta alla mancanza di un requisito essenziale, cioè il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI)

 

Per chiarezza di cronaca, ed a sostegno dei lettori, riportiamo di seguito la spiegazione di questo certificato: 

 

Il certificato di prevenzione incendi (CPI) è un attestato che certifica il rispetto della normativa prevenzione incendi, ossia certifica la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio.

Il certificato è rilasciato dal comando provinciale dei vigili del fuoco. Il CPI certifica quindi che la situazione è stata trovata dai vigili del fuoco conforme alle norme antincendio. E’ intestato al responsabile dell’attività ed ha validità 5 anni, al termine dei quali, necessita di essere rinnovato.

 

Le attività soggette alla prevenzione incendi vengono divise in 3 categorie – A, B, C – in base alla semplicità della struttura. Ad esempio il punto 41 teatri e studi per le riprese cinematografiche e televisive, Nel punto A ci sono i teatri con non più di 25 persone, nel B tra i 26 e i 100, nel C oltre i 100. Si ipotizza che i teatri che tengono 25 posti siano piccoli e quindi semplici da progettare.

 

La differenza tra le tipologie genera iter burocratici diversi:

Categoria A: i vigili del fuoco non valutano preventivamente i progetti

Categoria B e C: Gli enti ed i privati responsabili delle attività, sono tenuti a richiedere al Comando l’esame dei progetti di nuovi impianti o costruzioni nonché dei progetti di modifiche da apportare a quelli esistenti, che comportino un aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio.

 

Successivamente si può iniziare l’attività presentando al Comando, prima dell’esercizio dell’attività, la segnalazione certificata di inizio attività, corredata dalla documentazione prevista dal decreto

 

categoria A e B, il Comando, entro sessanta giorni, effettua controlli. I controlli sono disposti anche con metodo a campione o in base a programmi settoriali, per categorie di attività o nelle situazioni di potenziale pericolo comunque segnalate o rilevate. Il Comando, a richiesta dell’interessato, in caso di esito positivo, rilascia copia del verbale della visita tecnica, e non più il certificato

 

categoria C, il Comando, entro sessanta giorni, effettua controlli. Entro quindici giorni dalla data di effettuazione delle visite tecniche, in caso di esito positivo, il Comando rilascia il certificato di prevenzione incendi.

 

Supponendo che il Teatro Caffeina abbia una capienza di oltre 100 persone rientrerebbe nella categoria C per cui sarebbe soggetto ad un controllo più accurato.

 

A questo punto ci chiediamo:

 

  1. Perché è stato aperto il teatro senza le dovute certificazioni?
  2. Perché, come ha dichiarato il comandante dei vigili del fuoco, Giuseppe Paduano, la Fondazione Caffeina ha presentato il progetto i primi di ottobre, quando sapeva che doveva effettuare l’inaugurazione il 7 ottobre?
  3. Possibile che la Fondazione Caffeina sia cosi sprovveduta da non essere a conoscenza che ci vogliono 60 giorni per il controllo e 15 giorni, dalle visite tecniche, per il rilascio del certificato?
  4. Considerato che la struttura in questione è di proprietà della Curia Vescovile, perché quest’ultima, che probabilmente percepisce una locazione, non si è interessata al caso?

 

Per cercare di capire qualcosa andiamo indietro nel tempo, e precisamente al lontano 17 dicembre 2016, quando nel bel mezzo del Villaggio di Babbo Natale, la Fondazione ha comunicato alla stampa che voleva realizzare un suo sogno nel cassetto e precisamente la possibilità di avere un teatro tutto per se.

Il teatro ovviamente era il San Leonardo, che fu chiuso per urgenti restauri interni e del tetto, restauri che sarebbero pesati sulle casse della Curia Vescovile essendone la proprietaria.

 

A fare tale annuncio erano presenti i futuri padroni di casa, Andrea Baffo, presidente della Fondazione Caffeina, Filippo Rossi, direttore artistico di Caffeina Cultura, Don Luigi Fabbri, come rappresentante della proprietà definendola un’opera di misericordia ed in fine il finanziatore di tutta l’opera il viterbese Carlo Rovelli, in rappresentanza della Technology System spa (socio fondatore di Caffeina).

 

Ovviamente in quella circostanza non è mancata la presenza dell’ex assessore al Turismo e spettacolo Gacomo Barelli, che molto compiaciuto accennò al fatto che sarebbe stato il primo teatro a riaprire a Viterbo.

 

Purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto, infatti, bene o male, il Teatro dell’Unione ha aperto prima e l’apertura del Teatro Caffeina è durata poco più di 24 ore.

 

Bene ora tutti quei soggetti che hanno tanto acclamato questo evento che fine hanno fatto? In modo particolare la Curia Vescovile cosa ha da dire in merito?

 

Come sempre siamo pronti e disposti ad ascoltare e pubblicare chiunque voglia far luce su questa vicenda, sia da parte della pubblica amministrazione, che dai diretti interessati i quali stanno vedendo svanire un progetto comunque importante per la città.

Ma ovviamente il tutto deve sempre essere fatto a norma di legge.