Elezioni Politiche e Regionali – Guido Pianeselli: “Il Popolo della Famiglia si presenta per difendere vita e moralità”

“Rinunciamo a emolumenti e benefici che doneremo alle persone e famiglie più bisognose. La politica come missione e non mestiere” 

ROMA – Movimento politico nato nel 2016, è tra i promotori del Family day. Il Popolo della Famiglia si presenta in tutta Italia alle prossime elezioni del parlamento dopo aver raccolto oltre 43mila firme, e alle regionali con il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi e la sua lista “Pirozzi Presidente”, che vede in corsa Livia Adinolfi, la figlia del proprio presidente.

Ne parliamo con Guido Pianeselli candidato alla Camera dei deputati per Viterbo, Civitavecchia, Rieti e Roma.

Ci può descrivere il vostro Movimento ?

Il Popolo della Famiglia (PdF) è un movimento di ispirazione cattolica, non confessionale, aperto a tutte le persone di buona volontà che si riconoscono nei valori della vita difesa dal concepimento alla morte naturale e nella libertà di educazione e religiosa, che si propone di tutelare prioritariamente la dignità e l’interesse sociale e morale delle famiglie italiane e dei deboli. Da qui deve ripartire l’Italia

Perché vi chiamate Popolo della Famiglia?

La famiglia é la prima cellula di protezione dell’individuo nella società, una struttura anarchica perché autonoma e non manipolabile. Come diceva San Giovanni Paolo II la famiglia è il prisma da cui guardare tutto lo sviluppo umano.

Ci parli di qualche vostra proposta utile al Paese…

La prima è quella del reddito di maternità, dare alla mamma che vuole rimanere a casa ad accudire il figlio 1000 euro al mese per i primi sei anni dalla nascita una misura che costerebbe molto poco rispetto a tutte le le poco serie promesse elettorali degli altri, solo un decimo di quanto hanno regalato alle banche, ma con il pregio di innestare un ciclo virtuoso. Se continua cosi a breve non ci saranno più soldi per pagare le pensioni.

Alle persone interessa soprattutto il lavoro, cosa avete in mente per le piccole realtà?

In economia dobbiamo impedire la distruzione del tessuto sociale con la scomparsa della classe media. Dobbiamo difendere le realtà preziose del lavoro autonomo, dei piccoli negozi, degli artigiani, delle imprese famigliari, tassando i colossi economico finanziari e detassando i più piccoli. Solo cosi restituiremo la competitività tra le varie realtà impedendo la fuga e l’attuale degrado socio economico che vede da una parte i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre di più e sempre più poveri. Semplici soluzioni che derivano dall’applicazione della dottrina Sociale.

Ci può spiegare cosa è questa dottrina?

Noi come movimento siamo strutturati sulla più potente ed efficace dottrina sociale esistente, quella della Chiesa Cattolica ove al centro sono posti l’uomo ed i suoi bisogni. Ormai è superato il dualismo destra sinistra, fanno finta di essere diversi ma sono omologhi. Già sono tutti d’accordo per spartirsi il potere dopo, ora fanno finta di litigare ma gli accordi sono già fatti.

Molti non sanno cosa significa la parola “No gender” riportate nel vostro logo può spiegarcelo?

Il “gender” o genere, definisce l’identità sessuale di ogni individuo, si parla di “Teoria del gender” che sostiene che non esiste alcuna differenza tra uomini e donne, e che il proprio sesso si può scegliere e variare. Noi la reputiamo una delle più grandi menzogne ed aberrazioni del nostro tempo, dietro al rispetto delle diversità, in sé giustissimo, nascondono la realtà della natura umana; i nostri figli non debbono essere disorientati nella loro crescita dicendo che essere maschi o femmine è una decisione personale, e questo il più delle volte nella incosapevolezza dei genitori. Ricordiamo che Papa Francesco lo ha definito una colonizzazione ideologica, peggio del nazismo e del fascismo. La nostra proposta è quella di eliminarlo dalle scuole dove ha preso piede soprattutto nelle grandi città.

La figlia di Mario Adinolfi, presidente del vostro Movimento, in corsa alla regione Lazio con Pirozzi come nasce questa idea?

Perché abbiamo in comune moltissime cose, in primoluogo l’indipendenza. Pirozzi ha rifiutato incarichi e poltrone nel centrodestra per onesta e continuità con il percorso intrapreso di difesa degli ultimi. Noi ci presentiamo da soli per non farci contaminare dalla politica che divide le poltrone e non pensa hai bisogni delle persone. Come vedete questo è un fortissimo primo punto in comune.

Ve ne sono altri?

Moltissimi, per esempio quello di essere soggetti valoriali apportatori di proposte concrete che le persone si aspettano da una politica che deve cambiare. Noi veniamo dalla gente comune, sappiamo cosa significa lavorare e guadagnarci il pane tutti i giorni, nessuno di noi è figlio di papà ma si è guadagnato quello che ha ottenuto. Potevamo starcene tranquilli ma abbiamo capito in anticipo la deriva in corso, il piano inclinato che ci catapulterà fuori binario se non corriamo ai ripari.

Quindi cosa occorre?

Occorre una rivoluzione silenziosa dal basso, delle famiglie, si riparte dalla culla del diritto romano positivamente innestato dalla visione cristiana, da Roma, dal Lazio per arrivare a convertire l’Europa ed il mondo sempre più in preda all’egoismo e alla distruzione dei valori fondanti della nostra civiltà. Anche Pirozzi ha la stessa visione, la stessa prospettiva e questo è un altro punto in comune.