Latina, Veleno nell’acqua intorno alla centrale nucleare spenta

Sogin, proprietaria del sito, annuncia di aver già avviato le operazioni per la rimozione dei materiali interrati presenti nella centrale

Centrale-Latina

Il Comune di Latina ha emanato un’ordinanza con cui vieta l’uso delle acque provenienti da fonti e pozzi interni ed esterni al perimetro della centrale nucleare di proprietà della Sogin, situata a Borgo Sabotino. Nelle falde acquifere infatti sono presenti valori troppo alti di cloruro di vinile, bel oltre il limite previsto dalla legge.

L’ordinanza impone il divieto dell’acqua a scopo alimentare, igiene personale, uso agricolo, nell’area compresa tra Strada del Bottero fino al mare ed al confine con il canale delle Acque Alte, entro una distanza di 1 km dal confine di proprietà della centrale. Il documento, pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Latina, risulta illeggibile (CLICCA QUI).

Sogin, società proprietaria del sito, attraverso una nota ufficiale sottolinea che “il clorulo di vinile è un analita estraneo al ciclo produttivo della centrale di Latina e che i valori riscontrati oltre la soglia di legge nella falda non sono riferibili agli interventi di decommissioning che sono portati avanti nel rigoroso rispetto della normativa”.

“Sogin – prosegue la nota – garantisce il proprio impegno a rimuovere tempestivamente dall’area di proprietà della centrale di Latina, qualora fosse rinvenuta, la fonte di tale inquinamento e a continuare i monitoraggi ambientali e radiologici i cui risultati saranno prontamente comunicati agli Enti di Controllo”.

La società quindi evidenza che già a fine 2015 l’ASL di Latina aveva chiesto al Comune di “emettere un provvedimento cautelativo per vietare l’uso dell’acqua di falda emunta a valle del sito, come principio di precauzione e in ottica di prevenzione primaria, finalizzata al contenimento ed alla limitazione delle esposizioni alla popolazione di potenziali fattori di rischio ed insalubrità. In ogni caso – conclude il comunicato -Sogin ha già avviato le operazioni di rimozione dei materiali interrati rinvenuti nell’area di proprietà ”.

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