Truffa Fondazione Cariciv: Ciccio, Papillon, Il Prof, Er sòla sono gli attori di questo brutto film

Fondazione e società strumentali utili per assumere figli, parenti e amici. Nel frattempo il “cugino” di Costantini se la prende con la Cina e la Volkswagen

CIVITAVECCHIA – Avevamo deciso di aspettare qualche giorno per tornare a scrivere della grande truffa perpetrata alla Fondazione Cariciv. C’era e c’è tanta carne al fuoco. La vicenda Moscherini. Gli avvisi di garanzia a Monti, Ievolella, Azzopardi & Co. La polemica su come e quando fu fatto cadere il sindaco Tidei grazie all’accordo a tre tra Luciani-Monti-Moscherini.

Lo stimolo provocato dall’intervista dell’avvocato Ludovico D’Amico, alias “Papillon“, e le sue fantasiose esternazioni, ci hanno spinto a tornare sull’argomento per evitare che, personaggi del genere, cerchino di minimizzare il danno provocato alle casse della Fondazione non solo con la LP Suisse e la Nucleus Life ma anche attraverso scelte politiche di indirizzo come l’acquisto di una televisione privata, senza canali, che è costata e sta costando all’ente cifre spaventose a fronte di un profitto vicino allo zero.

Oltre tutto questo, che non è poco, c’è dell’altro. Ad iniziare dall’utilizzo della Fondazione quale mucca da mungere attraverso favori che, dal punto di vista penale non hanno alcuna rilevanza, ma dal punto di vista etico e morale fanno rabbrividire.

Parliamo di come si assumono le persone nella Fondazione e nelle società strumentali. Possiamo capire la necessità di “CiccioCacciaglia di trovare un posto di lavoro alla figlia in televisione, dopo una breve esperienza a Sky e la crisi dell’occupazione gli è sembrato cosa e giusta comprarle, a spese della Fondazione, addirittura una televisione.

Per non fare torto al figlio maschio, da buon padre di famiglia, ha assunto la nuora direttamente alla Fondazione visto il curriculum e la grande esperienza passata.

Poi c’è la storia del suo pizzicarolo personale, al quale, dopo aver dato una grande mano, facendolo diventare lo chef della Fondazione, ha pensato bene di dare in gestione del di lui figlio il bar dell’Università. Mica poteva lasciare poi la moglie del barista a spasso ed ecco che arriva un posto fisso da bidella presso l’asilo gestito dalla Fondazione.

Papillon” non è da meno. Uno come lui, grande professionista e parente non tanto alla lontana di Stefano Costantini, non può certo sfigurare davanti all’egemonia del “Ciccio” acchiappa tutto. Ecco allora che, avendo la fortuna di non dover faticare molto per cercare un’occupazione stabile al figlio, lo fa assumere alla società strumentale Mecenate ed et voilà, il gioco è fatto.

Certo, ora che si sta occupando di recuperare i soldi della Fondazione i soci sono molto più sereni.

Sì perché dovendo trattare con gli “svizzeri dé noantri” ha sicuramente un passo in più rispetto agli altri essendo cugino acquisito di Stefano Costantini, uno degli artefici della grande truffa.

Persone molto vicine a “Papillon” ci hanno rassicurato: “Quello è il cugino della moglie, non si parlano da anni“.

Meno male che non si parlano, altrimenti quanto riusciva a truffare l’uomo di Larini alla Fondazione.

Certo, poi sull’opportunità di affidare l’incarico di recupero a D’Amico, l’etica professionale e tutto il resto è superfluo criticare. Non hanno scrupoli nell’assumere i propri figli figuriamoci se ne hanno per capire che sarebbe meglio affidare l’incarico ad altro avvocato.

Poi c’è il grande scomparso da questa vicenda. Il professor Massimo Ferri. Presidente dell’ordine dei commercialisti di Civitavecchia.

Su di lui, sul suo studio professionale, i suoi soci di studio e quel grande giro di società con base a Corso Trieste 88 ci torneremo molto presto perché se è vero che “Il Prof” è stato abile a far perdere le proprie tracce è altrettanto vero che noi siamo abili segugi.

 

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