Fondazione Cariciv, approvato con voto unanime il bilancio della vergogna

Resistere, Resistere, Resistere” – Cacciaglia, D’Amico & Co. illustrano la situazione ai soci. La società dove lavorano i loro figli è costata nel 2015 oltre un milione di euro. Non solo LP Suisse, anche con il Monte dei Paschi hanno perso quasi 500 mila euro

CIVITAVECCHIA – Quando tutte le Fondazioni si sono associate sotto la sigla dell’ACRI, hanno sottoscritto un codice etico, una loro personale Costituzione. Dei Comandamenti dai quali non scostarsi mai in poche parole, si descrivono così:

Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi, che perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Dispongono di ingenti patrimoni, che investono in attività diversificate, prudenti e fruttifere. Dagli utili derivanti dalla buona gestione di questi investimenti traggono le risorse per sostenere attività d’interesse collettivo, in particolar modo nei settori della ricerca scientifica, dell’istruzione, dell’arte, della sanità, della cultura, della conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, dell’assistenza alle categorie sociali deboli e in tutti quei settori, fra quelli ammessi dalla legge, che ciascuna Fondazione ritenga di prevedere nel proprio statuto.

Niente o quasi di tutto questo che abbiamo scritto fin qui può essere associato alla Fondazione Cariciv.

Ieri, una pletora di “yes man” (l’elenco dei soci lo pubblichiamo a fine articolo) ha approvato all’unanimità un bilancio con 21 milioni di euro di perdite e una serie di spese folli, quasi tutte legate ad esigenze familiari.

Non solo. I componenti dell’organo di indirizzo hanno dovuto, gioco forza, confessare un altro investimento andato a pancia all’aria con il Monte dei Paschi. Rispetto a quanto perso con la LP Suisse è una bazzecola ma, per noi comuni mortali, sono una marea di soldi, cioè 450 mila euro.

Asserragliati sulle poltrone del cda ed altri organismi vari, per gettare fumo negli occhi degli impavidi soci, hanno ascoltato, nella sua veste di direttore generale Vincenzo Cacciaglia che ha dichiarato: “Abbiamo abbattuto i costi di gestione del 40% rispetto lo scorso anno. Nonostante lo statuto lo prevedesse, per sostenere sempre di più il territorio, abbiamo abolito il gettone di presenza del consiglio di amministrazione, del collegio dei revisori, dell’organo di indirizzo e ridotto drasticamente gli emolumenti”.

Un gesto carino ma tardivo. Sarebbe stato più elegante che avesse iniziato a restituire quanto intascata immeritatamente fino a questo momento, lui, i suoi familiari e i suoi amici che hanno utilizzato fin qui le casse della Fondazione come un bancomat personale.

Non ci credete?

In attesa che il bilancio venga pubblicato ufficialmente vi snoccioliamo qualche cifra.

Il primo dato che fa rabbrividire è che il patrimonio dell’Ente è sceso da 70 milioni nel 2014 a 49 milioni nel 2015.

E’ evidente che ai 19 milioni “persi” con LP Suisse bisogna aggiungerne degli altri.

Come detto, quella di MPS presenta una perdita di soli 450.000 euro.

L’altra voce legata alle perdite è laddove il segretario generale Vincenzo Cacciaglia svolge l’attività di direttore didattico, preside remunerato ovviamente, e cioè dell’impresa direttamente gestita (scuola paritetica dell’infanzia), che “scuce” al bancomat Fondazione 205.000 euro.

Poi c’è la Società strumentale Mecenate, dove lavorano molti familiari del cda “resistente“, che presenta un conto salatissimo, di oltre 600.000 euro di finanziamento infruttifero (leggi ripianamento perdite) nel 2015, ma non è finita:

Mecenate riceve, per progetti propri cioè della Fondazione, 70.000 euro nel settore cultura ecc., 160.000 euro nel settore salute pubblica ecc., 324.000 nel settore arte ecc., 177.000 euro nel settore volontariato, filantropia, beneficenza.

In poche parole per altre vie Mecenate ottiene 731.000 euro crediamo che i progetti siano stati un espediente surrettizio per ripianare le perdite, fatta eccezione per le spese sostenute, circa 200.000 euro, per le manifestazioni culturali (opere, festival, il solito panem et circenses).

Sappiamo, inoltre, che gode a titolo gratuito di un intero piano dell’edificio di Via Principe Umberto e di un appartamento in Via Traiana. Certo che per i brillanti risultati in termini di telespettatori, di premi televisivi si merita tutto e di più.

Ricapitoliamo i costi della società strumentale Mecenate Tv dove lavorano i figli di:

MECENATE costi gestione 2015
Finanziamento infruttifero 600.000
settore cultura 70.000
settore salute pubblica 160.000
settore arte ecc. 324.000
settore volontariato filantropia 177.000
Totale 1.331.000

Una televisione che guardano in poche decine di persone è costata alla Fondazione, nel 2015, 1.331.000 euro.

Un qualsiasi altro editore al mondo l’avrebbe chiusa dopo due mesi di attività ma la Fondazione non può licenziare i propri figli ovviamente.

Una curiosità inoltre, con una struttura così all’avanguardia, costosissima, l’Ente continua a pagare un addetto stampa e non sappiamo ancora quanto in pubblicità su altri organi di informazione locale (ma è questione di ore).

Come abbiamo scritto l’altro giorno, la Commissione investimenti è costata 93.000 euro, quasi un punto del ritorno atteso dal guadagno dell’investimento con LP Suisse.

Non finisce qui, Cacciaglia & Co. autorizzano la distribuzione di altri 88.000 euro di commissioni per gli altri gestori (Generali, UBS ecc). Sarebbe interessante sapere chi li ha presi.

Chiediamo inoltre al “Faro del Territorio” cit. Cacciaglia, di pubblicare sul proprio sito e su quello dell’Acri il bilancio 2015 perché vogliamo scoprire, nel dettaglio, gli artifizi contabili che intendiamo segnalare, a prescindere, al MEF e alla Guardia di Finanza.

Ecco l’elenco dei 62 soci che, inspiegabilmente, hanno votato (ovviamente solo chi era presente) un bilancio orrendo, da brividi, da far commissariare senza indugio un management inadeguato e incapace:

Roberto Alabiso Giuseppina Gurrado
Roberto Angeletti Enrico Iengo
Rodolfo Antonini Mauro Iovino
Claudio Arcadi Vincenzo Marconi
Giancarlo Ballarati Gaetano Martellucci
Egisto Bargiacchi Paolo Matteuzzi
Gianfranco Bastari Ernesto Mojoli
Giorgio Bernardi Franco Nardi
Claudio Bonomo Umberto Natalini
Giampiero Brini Rosalba Padroni
Vincenzo Cacciaglia Antonio Paglialunga
Sandro Calderaimm mn Giannandrea Palomba
Ugo Campana Claudio Pica
Antonio Maria Carlevaro Franco Passeri
Valentino Carluccio Carlo Piermarocchi
Pierluigi Cervellini Massimo Pinti
Renzo Cesarinni Piero Pipponzi
Alberto Cozzolle Raffaele Rapone
Piurluigi D’Avenia Antonio Romano
Alessandro De Belvis Danilo Roscioni
Carlo de Paolis Adriano Sansonetti
Daria de Santis Giovanni Sansonetti
Agostino Del Piano Carlo Sbrozzi
Antonio D’Oppido Patrizio Scimia
Emilio Errigo Sirio Scimia
Sebastiano Fava Mario Sconocchia
Massimo Ferri Carlo Tarantino
Giorgio Francolini Anna Tofani
Arturo Gaballo Gino Turchetti
Daniele Giardi Giorgio Venanzi
Antonio Guida Umberto Zoli