Banca Etruria, no a costituzione di 200 parti civili in processo per ostacolo vigilanza. Gdf acquisisce documenti su truffa

Il gup del Tribunale aretino ha ammesso solo la Banca d’Italia, parte offesa secondo l’ipotesi della Procura. Esclusi gli ex azionisti e obbligazionisti che puntavano a chiedere un risarcimento. Le Fiamme Gialle hanno raccolto altre prove sulla presunta istigazione al suicidio del pensionato Luigi D’Angelo, che si è tolto la vita dopo che i suoi risparmi sono stati azzerati dal salva banche

Nel giorno in cui la Finanza torna negli uffici di Arezzo di Banca Etruria per acquisire nuovi documenti nell’ambito del filone per truffa e istigazione al suicidio aperto a Civitavecchia, il gup del Tribunale aretino Anna Maria Loprete non ha ammesso la costituzione delle oltre 200 parti civili nel procedimento per ostacolo alla vigilanza nei confronti degli ex vertici. Ammessa solo la Banca d’Italia, parte offesa secondo l’ipotesi della Procura. La decisione è stata presa nel corso della terza udienza preliminare fissata a seguito della richiesta di rinvio a giudizio per l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex amministratore delegato Luca Bronchi e l’ex direttore centrale Davide Canestri.

Gli ex obbligazionisti ed azionisti dell’Etruria, insieme ad alcune associazioni di tutela dei consumatori, chiedevano di poter entrare nel processo per ottenere eventuali risarcimenti. I giudice ha rigettato la costituzione di parte civile di oltre 200 di loro non ritenendo un danno diretto per le vittime del Salva-Banche il reato per il quale si procede in questo caso, che è l’ostacolo alle autorità di vigilanza. La Procura, rappresentata in udienza dal procuratore capo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore che fa parte del pool di magistrati che si occupa delle inchieste sul dissesto dell’istituto, si era pronunciata a favore dell’ammissione di tutte le parti civili. La difesa dei tre imputati aveva richiesto l’esclusione di tutte le parti civili, compresa via Nazionale che si riteneva l’unica parte offesa dal reato.

I tre ex vertici della vecchia Etruria sono accusati  di ostacolo alle autorità di vigilanza per aver fornito dati non veritieri sulla situazione dell’istituto di credito. Si tratta del primo filone di indagine arrivato a conclusione sul dissesto dell’istituto di credito aretino, commissariato nel febbraio 2015. A questo si aggiungono quello per bancarotta fraudolenta, che vede sotto inchiesta tutto il vecchio cda compreso l’ex vicepresidente Pierluigi Boschi, quello per omessa dichiarazione di conflitto d’interessi, che vede indagati Rosi e l’ex membro del cda Luciano Nataloni, quello per false fatturazioni (filone chiuso, si attendono i rinvii a giudizio) e quello per truffa ai risparmiatori che hanno acquistato azioni e obbligazioni subordinate senza essere informati dei rischi.

Avvocati degli obbligazionisti: “Ingiusto, hanno subito scempio dei risparmi” – L’avvocato Dario Piccioni, che rappresentava un gruppo di obbligazionisti, considera quello del gup un provvedimento “ingiusto, visto anche il parere positivo della procura alla costituzione di tutti i soggetti che più che danneggiati hanno subito un vero scempio dei propri risparmi”. “La nostra attenzione non calerà – assicura il legale – e saremo pronti a riproporre la richiesta di costituzione di parte civile nei processi che ci saranno per i filoni di truffa e bancarotta”. Dello stesso avviso l’avvocato Marco Festelli, di Confconsumatori, che in una nota spiega come il giudice abbia ritenuto che “l’intralcio e l’ostacolo all’attività di vigilanza di Banca d’Italia riguardano comunicazioni riservate tra l’istituto di credito e Banca d’Italia e che non possono e non devono interessare i risparmiatori”. “Confconsumatori continua comunque la sua battaglia per la tutela” di chi ha perso tutti i propri risparmi “nelle cause civili già avviate contro nuova banca Etruria e nei prossimi giorni dopo la lettura del testo del decreto legge prenderà una posizione su quanto deciso dal governo”.

Finanza ad Arezzo per raccogliere documenti sulla vendita di obbligazioni al pensionato suicida – Sempre mercoledì le Fiamme Gialle hanno acquisito nuovi documenti su richiesta della Procura di Civitavecchia che ha in corso un procedimento per truffa e istigazione al suicidio del pensionato Luigi D’Angelo, che si è tolto la vita il 28 novembre dello scorso anno dopo aver saputo di aver perso i suoi risparmi – oltre 100mila euro – per l’azzeramento delle obbligazioni subordinate della banca. La Finanza ha acquisito documentazione relativa all’emissione di obbligazioni subordinate sottoscritte dalla clientela retail (i clienti “al dettaglio” della banca) e anche documentazione specifica, ulteriore rispetto a quella già acquisita, che riguardava il pensionato suicida. La Procura di Civitavecchia sta lavorando già da alcuni mesi per verificare se qualche dipendente della banca abbia ingannato D’Angelo – pensionato e pertanto persona con bassa propensione al rischio – modificando il suo profilo per indurlo a comprare (cosa che D’Angela ha fatto) obbligazioni subordinate per 90 mila euro e azioni per circa 20 mila euro, strumenti finanziari entrambi con alto livello di rischio.