Virginia Raggi: “Con l’Asl di Civitavecchia non si è trattato di una consulenza”

ROMA – L’Ufficio Centrale Elettorale del Tribunale di Roma nella persona del presidente Francesco Oddi ha proclamato Virginia Raggi sindaco di Roma. Intanto la prima cittadina ha rilasciato un’intervista a Euronews, che sarà trasmessa alle 20.45, in cui ha affrontato diversi temi.

“Io ho sempre detto che mi sarei aspettata un rapporto leale e franco con le altre istituzioni e da parte mia c’è la massima disponibilità”, ha sottolineato Raggi. “Io ho dichiarato che avrei tranquillamente messo un punto su quella che è stata la campagna elettorale che è stata molto aspra soprattutto nei miei confronti da parte del Pd. Per me non è un problema. Da oggi si riparte oggi per lavorare nell’interesse di Roma e dei romani e mi aspetto lealtà da parte delle altre istituzioni e del premier”.

In merito a caso del suo rapporto con la Asl di Civitavecchia, Raggi ha spiegato: “Innanzitutto non si è trattato di consulenze ma si è trattato di un incarico di assistenza giudiziale, che è molto diverso. Come incarico di assistenza giudiziale, avevo il compito di mettere in esecuzione una sentenza della Corte dei Conti che acclarava che la Asl era stata vittima di una truffa da parte di un medico”.

Nella sua intervista a Euronews, Raggi ha sostenuto di non aver immediatamente replicato a causa del silenzio elettorale (“altrimenti mi avrebbero accusato di violarlo”). Invece, ora che è sindaco preferisce raccontare ai suoi elettori com’è andata: “La Asl aveva pagato più soldi di quelli che avrebbe dovuto pagare quindi doveva rientrare di alcuni soldi. Io quindi ho avuto l’incarico di recuperare questi soldi per conto della Asl. Mi è stato conferito un incarico nel 2012, ho effettuato una serie di attività, ho messo una fattura di acconto nel 2014, questa fattura è entrata nella contabilità dell’azienda, ha fatto una serie di giri come in tutte le aziende medio-grandi, è stato emesso un mandato di pagamento nel 2015, questa fattura mi è stata liquidata nel 2015 e quindi è entrata in tutte le mie dichiarazioni nel 2015, esattamente come è previsto per i liberi professionisti che debbono dichiarare secondo il principio di cassa e non quello di competenza”.

Una delle priorità per il nuovo sindaco sono le periferie: la Capitale, ha affermato, “deve iniziare da subito a ricucire le periferie al centro”. “Dove per periferie – ha sottolineato Raggi – non si intende solamente la fascia più esterna a livello geografico della città ma si intendono tutte quelle zone che sono poco al di fuori del centro e che ormai sono prive dei più importanti servizi: dal trasporto, ai servizi per il cittadino, fino a servizi come cinema o teatri. Queste periferie sono diventate dei dormitori, all’esterno di questi dormitori abbiamo dei palazzoni completamente vuoti, Quindi no, non è troppo tardi ma bisogna agire” Ma con un bilancio simile, come si fa ad agire? “Innanzitutto bisogna recuperare gli sprechi”, ha risposto il sindaco.

“I cittadini hanno dichiarato con forza la volontà di impegnarsi in prima persona per voler cambiare questa città – ha aggiunto Raggi -. Io non credo che questo sia un dato da sottovalutare. Roma cambia se cambiano i romani. Riusciremo a fare qualunque cosa se la faremo insieme. Quindi io sono molto fiduciosa che l’esperienza sarà positiva. Ci vorrà del tempo perché non abbiamo la bacchetta magica, ci lasciano una città in macerie, veramente in macerie”.

“Sono molto fiduciosa che pian piano riusciremo a invertire la rotta di questa macchina che purtroppo sta andando a sbattere contro un muro – ha affermato la prima cittadina romana -. Noi invece dobbiamo rimetterla in carreggiata e farla camminare verso un futuro nel quale i bisogni dei cittadini saranno rimessi al centro”. Raggi ha giudicato “un segno dei tempi che stanno cambiando” il fatto che gli elettori abbiano puntato su una donna così come a Madrid e a Parigi. “È un segno del fatto che le persone sono pronte a gettarsi in un’avventura nuova – ha continuato – e mi auguro che questo sia un primo passo verso quelle politiche di genere che sono sempre viste con sfavore che invece devono tornare al centro dell’agenda pubblica”.