Bertone e il costruttore della Privilega Yard: s’indaga sulle donazioni da 700 mila euro

Trenta milioni al cantiere prestati da Etruria e mai rientrati. Perquisiti l’ex presidente della Banca e altri due manager

ROMA – Quel che resta di uno dei più sciagurati investimenti di Banca Etruria arrugginisce in un cantiere dismesso del porto di Civitavecchia. Il guscio ferroso dello “yacht più grande del mondo” giace dentro un’impalcatura di tubi innocenti e tendoni laceri. La Privilege Yard, società che doveva costruirlo, è fallita dopo aver avuto dalle banche un finanziamento di cento milioni di euro. Finirlo ora costerebbe più che smantellarlo. I giorni in cui l’ex segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone benediva la chiglia lunga 127 metri, con grande cerimonia, sono lontani. I bonifici che l’alto prelato ha ottenuto dalla Privilege, circa 700.000 euro dal 2008 al 2012 sotto forma di donazioni a enti terzi, invece, ci sono ancora. E due procure della Repubblica, Arezzo e Civitavecchia, ci stanno lavorando su.

I magistrati vogliono ricostruire la rete di amicizie di alto livello dell’imprenditore della Privilege Mario La Via, 72enne romano, indagato per bancarotta a Civitavecchia. Tra i suoi contatti, generali dei Carabinieri e della Finanza (tra cui Michele Adinolfi), governatori, sottosegretari. E Tarcisio Bertone. Quale servigio garantì il segretario di Stato Vaticano? La benedizione della chiglia nel settembre del 2008 pare un po’ poco, a fronte delle consistenti donazioni successive. Ha avuto un qualche ruolo nel convincere le banche della bontà del progetto del mega yacht?

lettera bertone a la via 3Questa storia si afferra partendo dalla fine, cioè dalle tre perquisizioni che il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, ha disposto ieri per l’ex presidente Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex consigliere Giorgio Guerrini e il funzionario Paolo Fumi. Sono indagati per bancarotta fraudolenta per il dissesto della Popolare: gli investigatori non si spiegano come abbiano potuto concedere alla Privilege Yard nel 2010 un fido da 57 milioni di euro, con un’istruttoria (condotta da Fumi) aperta e chiusa in appena otto giorni. Il progetto non stava in piedi: la società era nata nel 2006 e non si era mai occupata di yacht, non si sapeva chi fosse il compratore (si favoleggiò di un interessamento di Brad Pitt e Angelina Jolie), il cantiere sorgeva su un terreno che non aveva sbocco diretto al mare ed era circondato da un binario ferroviario. Soprattutto, non c’erano garanzie. Barclays Bank era disposta sì a dare una copertura, ma soltanto dopo il varo.

Etruria si è presa il ruolo di capofila di un consorzio di banche (Unicredit, Bpm, Mps service, Intesa e Banca Marche) che ha concesso alla Privilege Yard crediti per 100 milioni. Ottanta milioni sono stati effettivamente erogati, e ottanta milioni non sono rientrati nelle casse dei sei istituti. Solo Etruria ci ha rimesso 29 milioni: l’ennesima corposa distrazione patrimoniale da attribuire agli ex manager. La Privilege è fallita il 22 giugno del 2015, e la procura di Civitavecchia ha avviato l’inchiesta per bancarotta fraudolenta. È così che quattro anni di corrispondenza tra La Via e Bertone sono finiti agli atti. Pure ad Arezzo stanno studiando quei documenti.

L’ex segretario di Stato vaticano usava La Via come un bancomat. Pretendeva donazioni per enti e diocesi sparse in tutto il pianeta, e l’imprenditore eseguiva. Nel carteggio se ne contano una trentina, per circa 700mila euro. “Egregio dottor La Via, come d’accordi telefonici le invio l’elenco delle richieste che sottopongo alla sua cortese attenzione. Il totale ammonta a 67.600 euro e 20.000 dollari. La ringrazio per la somma che crederà opportuno mettere a disposizione”, si legge in una delle lettere firmata da Bertone su carta intestata, datata 16 novembre 2009.

La Via faceva beneficenza con denaro che non era suo, attingendo dai fondi della Privilege Yard. Scorrendo la lista: 35.247 euro al Movimiento de Los Focolares (da sempre vicini a Bertone), 69.738 euro al Collegio Madre del Divino Pastore, 20.000 euro alla Diocesi di Civitavecchia, 21.000 euro alla Fondazione Don Bosco in India e altri 25.000 per la associazione Don Bosco University, 50.000 euro all’arcivescvo boliviano di Cochabamba, 80.000 euro per il completamento della casa vescovile della Curia di Leopoli, 30.000 per la costruzione di una chiesetta a Sagar in India. Quando si attardava a sborsare, veniva richiamato all’ordine. “Il cardinal Bertone – scrive in una mail la segretaria dell’alto prelato, Rosi Bortolussi, il 10 febbraio 2011 – ha ricevuto una lettera da parte del vescovo di Gyor il quale comunica che a tutt’oggi non ha ricevuto il bonifico di 9.000 euro che gli era stato annunciato per una borsa di studio a un seminarista ungherese. Vorrebbe cortesemente far verificare? “.

Il quotidiano Libero a dicembre aveva svelato il contenuto della corrispondenza, dando conto di un misterioso bonifico da 46,3 milioni diretto alla società Privilege Yard Inc. con sede alle Isole Vergini. Se i soldi di Etruria e delle altre banche siano finiti ai Caraibi, è materia di indagine. Ma ai magistrati interessa anche approfondire il ruolo avuto da Bertone. Non sfugge, infatti, che almeno con Unicredit l’ex segretario di Stato avesse rapporti eccellenti. Non foss’altro perché il colosso bancario ha inglobato nel 2007 Capitalia, istituto storicamente vicino al Vaticano.

di Fabio Tonacci per Repubblica.it