Nucleare – L’Italia non ha ancora un piano per la gestione dei rifiuti radioattivi

Male come noi Croazia, Portogallo, Estonia e Belgio. Intanto i senatori della Commissione Industria sollecitano il governo ad effettuare un cambio di vertici in Sogin

ROMA (Affaritaliani.it) – L’Italia, insieme a Belgio, Croazia, Lettonia e il Portagallo, è il paese Ue che ancora non ha un programma nazionale per la gestione responsabile e sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito. Per capire come si stanno attrezzando gli Stati membri dell’Ue, la Commissione Europea, su richiesta del Nuclear Transparency Watch, ha dato l’accesso a tutti i programmi nazionali e le relazioni di attuazione in materia di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Ai sensi dell’articolo 11 della direttiva del Consiglio 2011/70/ Euratom, gli Stati membri dovevano elaborare e descrivere, entro agosto scorso, un programma nazionale per la gestione dei responsabile dei propri rifiuti radioattivi. Con un anno di ritardo, l’Italia a marzo ha pubblicato il rapporto preliminare del programma nazionale che ha aperto il procedimento di Valutazione ambientale strategica (Vas) per le azioni di gestione dei rifiuti radioattivi. Attualmente, dunque, si è nella fase di predisposizione del rapporto ambientale. La direttiva, inoltre, impone agli Stati membri di presentare, su base triennale, un rapporto nazionale sui progressi compiuti nell’attuazione della direttiva e del programma nazionale. L’Italia ha presentato il rapporto il suo primo rapporto relativo al 2015 a febbraio di quest’anno.

LETTERA DEI SENATORI A PADOAN: “FARE IN FRETTA” – Proprio sul tema è arrivato un autorevole invito al governo ad agire. “Il cambiamento al vertice del ministero dello Sviluppo economico e l’avvicinarsi delle scadenze assembleari della società autorizzavano la speranza che la questione Sogin fosse prossima alla soluzione, con il riconoscimento del ruolo avuto dalla presidenza e dal consiglio di amministrazione nella denuncia delle inefficienze e con il conseguente avvicendamento al vertice gestionale. Purtroppo, registriamo continui rinvii di decisioni che a quanti hanno seguito la vicenda sembrano ovvie, mentre fioriscono iniziative parlamentari dell’ultima ora che potrebbero avere l’effetto di confondere le acque e allontanare l’attenzione del Governo dalle reali responsabilità”. Lo scrivono in una missiva inviata oggi al ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, e al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, i senatori, Massimo Mucchetti, Salvatore Tomaselli, Aldo Di Biagio, Paola Pelino, Nunziante Consiglio, Mara Valdinosi, Francesco Scalia, Elena Fissore, Luigi Marino, Adele Gambaro, Gianni Pietro Girotto, Bruno Astorre, Francesco Giacobbe, Pamela Orrù, Camilla Fabbri e Pietro Ichino. “Con questa nuova lettera – proseguono i senatori – non intendiamo invocare la risposta che non c’è stata. Saremmo fuori tempo massimo. Chiediamo invece che si rompano gli indugi e che si faccia quel che si deve fare”