Comune di Assisi: consulenze e infiltrazioni mafiose. Ricci replica al sindaco

L’ex sindaco di Assisi Claudio Ricci replica francescanamente: “Suggerisco una maggiore prudenza di linguaggio. Comunque accetto con pazienza le critiche, perchè è normale che quando un sindaco conclude il mandato, dopo venga indicato dai suoi successori come responsabile di tutto”

Pubblichiamo la nota di Claudio Ricci: Come doveroso mi sono imposto, dopo la conclusione dei mandati al servizio del Comune di Assisi (quasi 19 anni dal 1996/97 sino al 2015 in diversi ruoli fra cui Vice Sindaco e Sindaco per due mandati) di “non intervenire in alcun tema” (compito esclusivo degli eletti, attuali, e della politica locale in Assisi) cercando invece di occuparmi, per quanto possibile (con tutti i personali limiti ed errori) “esclusivamente” di problemi e progetti regionali e nazionali (in linea con il mandato da Consigliere Regionale dell’Umbria).
Con il tempo si impara la prudenza del linguaggio e la pazienza (evito il termine “saggezza” che mi appare, almeno per me, eccessivo) anche quando, come avvenuto in questi giorni (almeno secondo quanto riportato dalla stampa anche Internet) mi si cita per attribuirmi responsabilità “di ogni tipo e su tutto”: è una “prassi normale” che accade ad ognuno che ha ricoperto la carica di Sindaco (quando conclude i mandati) e quindi non mi sorprendo.
Mi limito a ricordare le immagini del territorio di Assisi venti anni fa e quelle attuali (dopo oltre 4.000 interventi realizzati in tutto il territorio, fra restauri e riqualificazioni urbane, infrastrutture, servizi e spazi per attività socio culturali ed eventi) nonché la crescita del ruolo internazionale di Assisi sino a toccare oltre 6 milioni di turisti all’anno con una “oculata è molto attenta gestione del bilancio” (che ha consentito, anche in tempi complessi, al Comune di contenere le tasse, non applicare l’addizionale IRPEF posta a zero, non aumentare i costi dei servizi essenziali, non applicare la tassa di soggiorno e ridurre molto ogni indebitamento “possibile”).
Sul piano della trasparenza e legalità sono stati ampi i controlli della Corte dei Conti (e degli altri organi preposti, inclusa la magistratura ordinaria) sul “complesso degli atti prodotti” (addirittura con molti “anni di continuità”, per i controlli della Corte dei Conti, attraverso le così dette “verifiche collaborative”) sino alla relazione (obbligatoria) di fine mandato sindacale (senza avere, a oggi, alcun rilievo).
Ovviamente conosco bene le “normali dinamiche politiche” ma certamente la “prudenza nelle parole” è ciò che ho imparato soprattutto quando, dopo i primi momenti di creativo entusiasmo, si intuisce che il “giusto cambiamento” avviene nella “ponderata valutazione” di chi ha fatto prima di noi consapevoli che chi viene dopo è sempre destinato a fare meglio (potrei citare molti filosofi sul concetto di “continuità storica dei luoghi” ma evito per manifesta limitatezza personale).
Auguri e buon lavoro.


Claudio Ricci
(Consigliere Regione Umbria)