Candiani (Lega Nord): “22 richiedenti asilo a Bettona senza alcun preavviso alla popolazione e alle istituzioni locali”

Il senatore leghista attacca il Ministero dell’Interno: “I clandestini sono stati sistemati in alloggi non provvisti di tutti i permessi richiesti. Sembra che lo stabile non disponga dei requisiti necessari previsti dalle normative. In questo modo si alimentano solo le tensioni sociali”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del senatore Stefano Candiani: “A Bettona sono stati condotti 22 richiedenti asilo senza che il sindaco e i cittadini ne sapessero nulla”. Ad annunciarlo è il senatore della Lega Nord, Stefano Candiani. “I clandestini, tra l’altro, sono stati sistemati in alloggi non provvisti di tutti i permessi richiesti. Sembra, infatti, che lo stabile non disponga dei requisiti necessari previsti dalle normative. Tale situazione è stata segnalata alla Prefettura sia dai cittadini residenti nelle immediate vicinanze che dall’Amministrazione

Certe cose non possono essere fatte di nascosto – prosegue l’esponente del carroccio – ci deve essere chiarezza quando vengono mandati dei nuovi ospiti in un comune. Il sindaco non può essere tenuto all’oscuro di tutto e i cittadini devono essere messi a conoscenza, soprattutto nelle realtà più piccole.

Quando ci troviamo in comuni di piccole dimensioni e località con pochi abitanti,con decine di clandestini che vengono inseriti forzatamente, si vanno a creare delle tensioni sociali che tutto vogliamo tranne che esplodano. La stessa situazione la stiamo riscontrando in altri territori umbri come Fratta Todina, dove pochi giorni fa abbiamo lanciato un allarme per l’arrivo di 60 profughi e Città di Castello, dove domattina (sabato 6 agosto) organizzeremo dalle ore 11 a Piazza della Gramigna, una manifestazione di protesta contro l’arrivo di ulteriori immigrati in città. Nei prossimi giorni saremo anche a Bettona per incontrare i residenti.

Non è possibile – conclude il senatore Candiani – che il ministro Alfano e il presidente  Renzi impongano a delle comunità locali, senza che le stesse siano coinvolte, l’ospitalità nei confronti di stranieri di cui non si sa nulla. Dobbiamo accogliere chi viene dalle zone di guerra, chi è profugo, ma non si può dare ospitalità a chi è sconosciuto o semplicemente è un disoccupato straniero sul nostro territorio, perché questo vuol dire discriminare i cittadini italiani”.