Civitavecchia – Già “fallito” il mega progetto “TERMINAL DEL GUSTO”? Se ci siete battete un colpo

Annunciato in pompa magna nel 2015 è stato chiuso tutto il mese di agosto, a settembre ancora tutto serrato. Chi risponderà di questo mega investimento da oltre sei milioni di euro?

CIVITAVECCHIA – Le poche iniziative sponsorizzate dall’ex presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, sembrano tutte destinate a fallire. Ultima in ordine di tempo, quella legata al Terminal del Gusto, sostenuta da Campagna Amica della Coldiretti.

Fu presentata in pompa magna, mancavano a quel tavolo, solo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il capo dello Stato Mattarella e Papa Francesco, per il resto c’erano davvero tutti.

Dopo la presentazione che potete gustarvi in questo prezioso documento video (clicca) veniva raccontato ai cittadini così:

Uno spazio multifunzionale di 1500 mq, una rete di 61 imprese nazionali e cooperative, un investimento di oltre 7 milioni di euro, l’obiettivo di accogliere almeno 700 mila turisti l’anno, il risultato di oltre 1 milione di euro nel 2015, pronto a raddoppiare nel 2016.

Sono questi i numeri del “Terminal del gusto”, l’ambizioso progetto presentato questa mattina al porto storico da Coldiretti e targato “Campagna Amica”.

foto di gruppo

A gestire la struttura sarà la società “Il Buono srl” presieduta dal direttore di Coldiretti Lazio Aldo Mattia.

“Qui ci sarà l’esaltazione dei prodotti agroalimentari – ha spiegato – l’80% sarà rappresentato dai prodotti laziali, il restante 20% da quelli italiani. Con questa iniziativa cercheremo di accogliere al meglio i turisti italiani e stranieri che sbarcano in questo meraviglioso porto e si fermano in questa splendida città”.

Il progetto è legato anche all’Expò di Milano, al via dal 1° maggio prossimo. “Con questa manifestazione – ha sottolineato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo – sono previsti 8 milioni di turisti in più: il nostro obiettivo è quello di trasformare ogni visita in un momento di vacanza in Italia. E questa iniziativa innovativa va in questa direzione, garantendo ai turisti un primo contatto con i grandi prodotti del Made in Italy e due passi dal mare”.

I lavori di adeguamento e ristrutturazione dei vecchi magazzini romani, pronti ad ospitare il Terminal del Gusto, dovrebbero terminare entro poche settimane.

E invece?

Invece ad oggi, data in cui scriviamo, sulle porte serrate di quegli ex magazzini campeggia una scritta:

“PER L’INTERO MESE DI AGOSTO, L’APERTURA DEL TERMINAL SARA’ LIMITATA AL SOLO CALENDARIO CROCIERISTICO”

Sarà stata una coincidenza ma, ogni volta che arrivavano le navi siamo andati a controllare ma, sempre chiuso.

Forse quei 7 milioni di euro investiti non hanno prodotto i risultati sperati. Forse non si è fermato mai nessun turista sbarcato dalle navi che hanno periodicamente attraccato a Molo Vespucci.

Sarebbe interessante sapere di quei 700 mila turisti previsti quanti hanno fatto acquisti all’interno di quei locali dove, pian piano, i fornitori sono scappati a gambe levate.

Speriamo che qualcuno possa darci una spiegazione. Forse l’accordo siglato con Port Mobility non ha portato i risultati sperati. Infatti proprio la società dei fratelli Azzopardi ci teneva a precisare, sul proprio sito telematico:

Grazie all’accordo siglato con Port Mobility lo scorso 9 Aprile, la nuova struttura accoglierà i turisti croceristi ed i passeggeri in transito sui traghetti per le isole maggiori e verso la Capitale, attraverso esposizioni, test food e percorsi culinari tesi alla conoscenza e alla valorizzazione del Made in Italy.

Insomma. Fateci sapere qualcosa, del resto i soldi investiti non sono stati pochi e non vorremmo che siano stati spesi male anche questa volta e, qualcuno (a pensar male spesso ci si indovina), non ne abbia approfittato.

Sarebbe interessante conoscere il pensiero del sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino, del presidente della Coldiretti David Granieri ecc. ecc.

Oppure il parere dell’assessora regionale Sonia Ricci che sosteneva come i soldi pubblici potevano essere spesi bene e in modo efficace. Ebbene, intanto per capire se questi soldi pubblici sono stati spesi bene bisognerà chiederlo alla Corte dei Conti e chi ha sbagliato, semmai risultasse che qualcuno sapeva che da quel posto non si sarebbe cavato un ragno dal buco, dovrà risarcire la comunità fino all’ultimo centesimo.