Civitavecchia, traballa la giunta Cozzolino. Denunciato sindaco e mezza giunta per aver falsificato un atto pubblico

Non bastano le “bravate” sul forno crematorio. Non bastano gli insulti sessisti alla Bagnano. Non basta la lettera del sindaco a dir poco farneticante inviata ai suoi consiglieri. Manuedda, Pepe e Cozzolino (oltre i presenti in giunta) denunciati alla Procura di Civitavecchia per un falso in atto pubblico, violazione della privacy, violazione della posta certificata di un libero professionista, appropriazione indebita e apposizione di una firma digitale su un atto pubblico (oggi nullo). Adesso tutti a casa

CIVITAVECCHIA – Nella giornata di oggi contiamo di avere più particolari di questa vicenda. Certo è che l’assessore Alessandro Manuedda deve necessariamente preparare i bagagli e lasciare la poltrona da assessore. In arrivo per lui e il dirigente Pepe l’iscrizione sul registro degli indagati per un falso in atto pubblico, valutata la posizione del sindaco anche se, anche per lui, l’avviso di garanzia dovrebbe essere un atto dovuto così come per tutti i presenti alla delibera 81 del 2016.

La denuncia è stata presentata qualche tempo fa nelle mani del capo della Forestale di Civitavecchia, il famoso Verzilli (che, nel frattempo, ha già acquisito tutta la documentazione in Comune). In questa dettagliata denuncia si espongono i fatti così come sono andati, nudi e crudi.

Chi ha letto quella denuncia viene da pensare che Manuedda e il suo dirigente non si siano resi conto di quanto stavano commettendo, ma non è una scusante per loro, è l’ulteriore tassello che deve spingere questi signori ad andarsene il prima possibile.

Altro che la Raggi a Roma o gli attacchi della stampa di regime. Qui siamo difronte alla totale incapacità di amministrare ma non solo, anche all’arroganza di chi pensa di saperne più degli altri e non vuole ascoltare consigli o suggerimenti.

Ma andiamo ai fatti, ve li proponiamo adesso per sommi capi, perché sia in Procura che i diretti interessanti mantengono il più stretto riserbo ma, ormai, la notizia è di dominio pubblico.

Tre anni fa, un funzionario lasciava, per raggiunti limiti di età, l’incarico di dirigente dei lavori pubblici dal Comune di Civitavecchia e iniziava la libera professione.

Nel corso dell’estate, ci racconta la nostra fonte, questo funzionario, nel controllare la sua posta certificata (PEC) tra le altre cose neanche più valida in quanto in quiescenza, scopriva di aver ricevuto delle comunicazioni dalla Regione Lazio.

Questa corrispondenza era al funzionario totalmente sconosciuta ma, fatto ancor più grave, qualcuno aveva letto quella corrispondenza e addirittura risposto.

Nel cercare di capire cosa fosse accaduto, scopriva, incredulo, sobbalzando sulla sedia del suo studio, che a sua insaputa qualcuno aveva violato la sua mail personale, la sua password e la sua firma digitale.

Chi poteva aver fatto questo e perché?

Il perché è molto semplice. L’assessore Alessandro Manuedda e il suo dirigente Pepe , presi dalla fretta di risolvere il problema legato alla realizzazione di una Stazione di Trasferenza dei Rifiuti presso la “ex Discarica di Fosso Crepacuore” – Approvazione Progetto esecutivo” avevano trasmesso gli atti amministrativi, tra cui una conferenza di servizi monca (mancava il rappresentante di Roma Area Metropolitana) alla Regione Lazio utilizzando la mail certificata del funzionario e, cosa ancor più grave, la sua firma digitale.

Si trattava del deposito presso il Genio Civile delle opere in cemento armato relative la “ex Discarica di Fosso Crepacuore”.

Le Pubbliche Amministrazioni d’Italia hanno abbandonato definitivamente la carta in favore dell’applicazione del protocollo informatico in base a quanto stabilito dall’ art. 17 c.2 del DPCM 13 novembre 2014 sulla formazione dei documenti informatici.

Cosa vuol dire? In pratica tutte le PA devono aver adeguato i propri sistemi di gestione informatica dei documenti e devono perciò essere in grado di  produrre in formato digitale tutti gli originali dei documenti amministrativi informatici.

Tali documenti così formati hanno piena validità solo se viene apposta loro una firma digitale o un’altra firma elettronica qualificata.

Come i documenti cartacei, anche quelli informatici devono poter essere conservati nel tempo e per fare ciò sono necessarie una serie di misure specifiche. Un documento informatico deve rispettare i requisiti di qualitàsicurezza, integrità  e immodificabilità.

Questi passaggi chiave da ritenersi nulli:

Tutti gli atti trasmessi al Genio Civile;

La mancanza del parere idrogeologico della Regione Lazio;

La relazione finale con l’autorizzazione da parte della Regione Lazio.

Dunque tutti i documenti trasmessi a nome del funzionario sono da ritenersi nulli.

La pratica è finita sul tavolo della Procura della Repubblica di Civitavecchia e, inevitabile l’iscrizione (se già non avvenuta) sul registro degli indagati di tutti i responsabili diretti e indiretti.

Un altra brutta tegola sulla già traballante sedia del sindaco Cozzolino che adesso dovrà dare delle spiegazioni e, soprattutto, cacciare i responsabili di questa clamorosa azione.

DELIBERA DELLA VERGOGNA