Smartphone e social che uccidono: ragazza si impicca dopo che un suo video porno era finito sul web

La morte di Tiziana Cantone: aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Video, parodie e insulti ancora in rete

Fulvio Bufi e Raffaele Nespoli per il “Corriere della Sera”

Poco più di un anno fa Tiziana si era lasciata riprendere durante un rapporto sessuale. E poi aveva lasciato anche che quel video circolasse via WhatsApp tra amiche e amici. Non si era resa conto di dove quel gioco l’ avrebbe portata. Al suicidio. Ieri pomeriggio Tiziana si è uccisa impiccandosi nello scantinato del palazzo dove abitava con la madre.

 Tiziana Cantone aveva 31 anni, e dopo quel video la sua vita era cambiata. Aveva abbandonato il lavoro nel ristorante di famiglia all’interno del porto, aveva abbandonato anche il suo paese in provincia di Napoli, Casalnuovo, e si era trasferita per un periodo in Toscana. Aveva provato ad abbandonare perfino il suo nome e ad assumere una nuova identità. E aveva provato a farla finita già nei mesi scorsi, ma senza la determinazione che ci ha messo stavolta.

TIZIANA CANTONE

La vita di Tiziana era cambiata perché quel video, diviso in più spezzoni, non aveva fatto solo il giro degli amici, ma era andato molto oltre. Qualcuno da WhatsApp lo ha caricato sui social, e da lì è finito pure sui siti porno. Ed è diventato virale. La frase che lei ripete all’uomo che la riprende è un tormentone tra i ragazzi, e non soltanto a Napoli. In Rete ci sono centinaia di video che le fanno il verso e ancora di più sono i fotomontaggi con il suo volto tratto dai frame e accompagnato da frasi di ogni genere.

E poi Facebook: finché Tiziana ha tenuto aperto il suo profilo – per pochissimo tempo – la pagina è stata intasata da insulti e commenti pesantissimi, poi lei è sparita ma sono nati i gruppi a suo nome. E, a riprova che il web può essere anche un luogo selvaggio, tra quelli che sono stati aperti ieri sera ce ne sono alcuni che ancora ironizzano su di lei in maniera volgare e addirittura sulla sua morte.

Dal massacro in Rete Tiziana era riuscita a difendersi, e solo pochi giorni fa il giudice aveva accolto, seppure parzialmente, il ricorso d’urgenza presentato dall’avvocato Roberta Foglia Manzillo e aveva intimato a Facebook e a due testate giornalistiche online ( ilfatto24.it e blitzquotidiano.it ) l’ immediata rimozione di ogni pagina, testo o foto riconducibili al video. Cosa che però non è ancora avvenuta.

TIZIANA CANTONE

La sentenza aveva avuto abbastanza risalto sulle pagine dei quotidiani napoletani e nei notiziari online, e chissà che non sia stato proprio questo ritorno al centro dell’ attenzione a far piombare Tiziana – che pure aveva fortemente sperato che il Tribunale le desse ragione e aveva vissuto la decisione del giudice come una vittoria – in uno stato di ansia e angoscia dal quale non è riuscita a difendersi.

In ogni caso a schiacciarla sono stati tutti questi mesi in cui non solo si è sentita tradita da persone di cui si fidava e si è resa conto di quanto fosse stata ingenua e incosciente a condividere una cosa così privata come quel video, ma si è sentita giudicata e condannata e purtroppo non solo in Rete.

Ha dovuto subire anche insulti per strada, o, nel migliore dei casi, battute, sguardi e risatine. «Sono distrutta, non ce la faccio più», aveva confidato a una amica pochi giorni dopo essere tornata dalla Toscana. La stessa amica con la quale si è sentita al telefono ieri intorno all’ora di pranzo, senza però lasciarle intendere nulla di quello che aveva in mente. Ora la Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo per induzione al suicidio. Per adesso contro ignoti, ma qualche nome potrebbe essere iscritto presto.