Il vessel della centrale nucleare del Garigliano, realizzato a Terni, sarà smantellato dal 2019

Lo ha confermato l’amministratore delegato di Sogin Luca Desiata nel corso di un’audizione in Senato

ROMA – Sogin inizierà i lavori per lo smantellamento del vessel della centrale nucleare del Garigliano nel 2019. Il vessel è il contenitore in pressione che racchiude il nocciolo di un reattore nucleare e altri componenti interni.

Si tratta della parte più difficile da demolire, dal punto di vista tecnico ed ingegneristico. L’operazione avverrà con quattro anni di anticipo rispetto al piano che invece aveva previsto l’inizio delle operazioni per il 2023. Lo ha confermato la scorsa settimana Luca Desiata, amministratore delegato della SOGIN, nel corso di un’audizione alla commissione LL.PP. del Senato.

 

AUDIZIONE SOGIN IN SENATO – «L’inizio dello smantellamento del vessel della centrale del Garigliano – ha dichiarato l’ad Sogin Luca Desiata – è un obiettivo strategico dell’azienda che la rende credibile. Per questo abbiamo intenzione di attaccare almeno un vessel entro la nostra consiliatura»

Desiata infatti evidenzia che da quando si è insediato il nuovo consiglio di amministrazione «abbiamo trovato il decommissioning al 25% come spese e costi effettuati ad oggi rispetto al piano a vita intera. Dietro a questo 25% – spiega – ci sono incertezze legate al fatto che le spese fatte sinora non corrispondono sempre a opere concrete e per così dire visibili. Parliamo di 6,5 miliardi per il piano complessivo di cui 1,7 miliardi per la gestione del combustibile»

«Anche per tale ragione – evidenzia l’amministratore delegato – risultiamo poco credibili ad oggi perché in tutte le attivita di smantellamento non è mai attaccata la parte più difficile dal punto di vista ingegneristico».

 

LA CENTRALE DEL GARIGLIANO E LE ACCIAIERIE DI TERNI – La centrale nucleare del Garigliano, situata nel comune di Sessa Aurunca (provincia di Caserta) fu costruita tra il 1959 e il 1963. Alla Società Terni, fu affidato l’incarico di realizzare il vessel, recipiente in pressione contenente il reattore nucleare vero e proprio. La Terni, oltre che come fornitore, partecipò anche come socio al 25% della Società Elettronucleare Nazionale. L’impianto, della potenza di 160 MW, rimase in funzione tra il giugno del 1964 e l’agosto del 1978, quando fu fermato per un guasto ad uno dei due generatori di vapore secondario. Per due anni si pensò di riattivare l’impianto ma poi alcuni studi relativi alla convenienza economica portarono nel 1982 alla decisione della disattivazione.

Pier Paolo Palozzi