Gentiloni premier, l’amico Ermete: «Cauto, affidabile, diplomatico…e antinuclearista»

In un’intervista a Repubblica, il deputato PD Ermete Realacci parla del capo del Governo incaricato Paolo Gentiloni: entrambi hanno fatto parte dei gruppi ecologisti e antinucleari

ROMA | (La Repubblica) – Era nove anni fa. Il primo Vaffa Day, a Bologna. Beppe Grillo dal palco accusò il ministro delle Telecomunicazioni Paolo Gentiloni di avere un blog nel quale non rispondeva a nessuno, e che invece usava per scrivere “che in vacanza legge Liala, e che il suo passatempo preferito è giocare a tennis con un certo Ermete“. A quel punto Grillo inarcò la schiena e invitò con tutta la forza possibile i 30mila di piazza Maggiore a urlare: “Andate affanculoooo!”

 

Ermete Realacci, ricorda quel comizio?
“Sinceramente no”.

 

Come no? Spopola tuttora in rete.
“Paolo legge molti libri, ma non ricordavo che amasse Liala. Però è vero che abbiamo giocato a tennis per una vita. Purtroppo tempo fa mi sono rotto una caviglia sbattendo contro uno scoglio e per il momento abbiamo smesso”.

 

Grillo è diventato il capo dell’opposizione. Gentiloni è a un passo da palazzo Chigi. L’avrebbe mai detto?
“Filippo Sensi un giorno mi fece leggere un discorso di un certo Obama, allora giovane deputato. In politica tutto è possibile”.

 

L’ha sentito in queste ore?
“È il mio testimone di nozze, ci sentiamo sempre. “Se mi chiedono di farlo lo faccio”, mi ha detto. Lo conosco dal 1980. Intelligente, affidabile. Un uomo cauto: alcuni cromosomi della diplomazia sono innati in lui. Dice le cose più radicali nella maniera più morbida possibile”.

 

Il primo premier che viene dall’ultrasinistra.
“Io militavo nel manifesto, lui nel Movimento studentesco, poi aderì al Pdup. Ci incrociammo dopo, però, nei gruppi ecologisti, cementati dalle campagne antinucleari: io ero segretario di Lega Ambiente, Chicco Testa presidente, Paolo dirigeva Nuova Ecologia, poi Testa cambiò vita. Con Gentiloni ci ritrovammo in Centocittà, il gruppo dei sindaci, da Rutelli a Cacciari, che diedero vita alla Margherita”.

 

Perché non si fa un Renzi bis?
“Perché ormai è una strada impossibile: nel Paese verrebbe percepito come un errore. Gentiloni ha esperienza internazionale, mi pare una scelta logica”.

 
Perché Renzi si fida di lui?
“È una persona leale. Le ricordo che dopo le dimissioni di Veltroni fummo gli unici renziani nella direzione Pd. Ma Paolo sarà fedele soprattutto al Paese”.