Otricoli, residui attivi: a quanto ammontano i tributi non riscossi dal Comune?

Sui residui attivi il Comune di Otricoli supera anche Terni, che è già in predissesto: nella città dell’acciaio la mole di residui attivi è pari a 492,99 € pro capite, mentre ad Otricoli è arrivata a ben 562,23 € per ogni cittadino. Entrate, di fatto virtuali, inserite nei bilanci, tributi comunali non pagati: soltanto il costruttore Fabrizio Veneri, per gli anni passati, doveva pagare al comune circa 80 mila euro di tasse su immobili e rifiuti per i suoi capannoni nella nuova zona industriale. Poi c’è l’ecomostro CELI – ex ASL

Autorimesse e locali commerciali “interrati”

Il comune di Terni è ufficialmente in fase di predissesto. Una montagna di residui attivi, ben 54,91 milioni di euro, hanno affossato i bilanci della città capoluogo della nostra provincia.

Lo scorso 28 dicembre il consiglio comunale di Terni, con i voti della sola maggioranza, ha votato il piano di riequilibrio nel quale figurano residui attivi pari a 54.914.116,80 €.

Ad Otricoli, dalle cifre diffuse nell’ultima campagna elettorale, i residui attivi ammontano a circa 1.063.179,00 euro. Dividendo le due cifre per gli abitanti di Terni e Otricoli abbiamo:

TERNI           54.914.116,80 € : 111.389 = 492,99 € pro capite

OTRICOLI      1.063.179,00 € :  1891= 562,23 € pro capite

In campagna elettorale, come scrissero in un volantino distribuito durante l’ultimo comizio, gli attuali amministratori sostenevano di essere meritevoli del voto “perché sappiamo leggere i bilanci, sappiamo distinguere i residui attivi da quelli passivi, le cambiali dagli assegni”, quasi a vantarsi della spaventosa mole di crediti non riscossi accumulati dal Comune, ma usati per gonfiare la massa attiva nei bilanci e raggiungere pareggi o addirittura avanzi nei conti pubblici nel corso dei vari anni.

FABRIZIO VENERI, LA NUOVA ZONA INDUSTRIALE E L’IMMOBILE AL TEATRO DELL’ORTERA –  L’impresa Veneri Srl ha vinto diversi appalti nel comune di Otricoli, eseguendo opere pubbliche per svariate centinaia di migliaia di euro. Oltre a questo il costruttore Veneri, attraverso la società IUP SRL, ha realizzato la nuova zona industriale sotto la rupe di Castel delle Formiche.  Alla VE.ZA. Immobiliare (Veneri e Zaccagno) in passato il Comune di Otricoli vendette a prezzi convenienti, o almeno discutibili, aree verdi edificabili al centro del paese: le due aree pubbliche adiacenti al teatro dell’Ortera e all’ex ASL.

Sappiamo degli accordi informali e verbali tra il costruttore Veneri e l’allora sindaco Antonio Liberati per il rimessaggio della barca comunale in un capannone di sua proprietà, nella nuova zona industriale in località Moletta. Tuttavia non sappiamo ancora se la ditta VENERI abbia provveduto a pagare le tasse comunali per i capannoni industriali (pagamenti di competenza della IUP Srl) e per l’immobile commerciale realizzato al posto dei giardini dell’Ortera, fino al momento della cessione agli attuali proprietari (pagamenti di competenza della VE.ZA. Immobiliare – Veneri e Zaccagno).

COMPLESSO IMMOBILIARE EX ASL: CELI & DEL GROSSO COSTRUZIONI – L’altra “opera d’arte” partorita nel corso degli ultimi anni, al centro del paese, è l’ecomostro tra Via Roma e Via Sillani. Regolarmente chiuso da anni, il palazzone in questione è provvisto anche di una piazza “pubblica”, inaugurata per le elezioni e ovviamente chiusa poco dopo. Non è dato sapere se l’Autorità Giudiziaria di Terni, e la Corte dei Conti, abbiano mai verificato se le società proprietarie del complesso immobiliare paghino regolarmente tutte le tasse comunali oppure se è possibile devastare panorama e centro del paese, in quella maniera, senza nemmeno sborsare un centesimo. Gira voce, tra l’altro, che durante i lavori di costruzione, per cantiere e gru, la società abbia pagato poche centinaia di euro di occupazione del suolo pubblico.

Non sappiamo nemmeno se la Magistratura contabile accerterà le ragioni per cui piazza pubblica e locali di proprietà del Comune di Otricoli sono ancora chiusi e se sussistono danni erariali relativamente alle ingenti somme di denaro pubblico speso per il progetto di gestione del battello comunale e di navigazione turistica del fiume Tevere, come invece già accertato dalla Corte dei Conti per altri comuni della Provincia di Terni con “ambizioni armatoriali”.

 

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