Fondazione Cariciv – La Guardia di Finanza negli uffici di via Risorgimento

Su mandato della Procura di Civitavecchia sono stati acquisiti tutti gli atti relativi alla truffa subita dalla Lp Suisse ma anche quelli relativi all’allegra gestione dell’ente in questi ultimi anni. Anche il MEF si è svegliato e setaccia i bilanci

CIVITAVECCHIA – Gli uomini delle Fiamme Gialle cittadine non hanno dovuto percorrere tantissima strada per bussare al portone della Fondazione Cariciv e farsi aprire (da Corso Centocelle a via Risorgimento). Su mandato della Procura di Civitavecchia hanno messo piede ma soprattutto mani, nei documenti che riguarderebbero la maxi truffa subita dal broker italo svizzero Danilo Larini.

Un investimento di 25 milioni (quasi tutti persi) sul quale si vuole fare luce. Ci sarebbe degli indagati già iscritti nel registro. Non solo. La decisione di chiudere immediatamente i rubinetti alla società strumentale Mecenate Srl sembra essere una deriva di una gestione, quella della Fondazione, che avrebbe dilapidato un patrimonio impressionante e di fatto, svuotato le casse.

Una gestione familiare dell’ente. Dove hanno trovato spazio solo persone non in grado di distinguere le finalità della Fondazione e trasformandola, nel corso degli anni, in una azienda di famiglia.

Abbiamo scritto tanto su tantissimi argomenti. Il primo, la totale mancanza di trasparenza. Neanche la nuova legge Madia è servita ai vertici dell’ente a capire che i giochetti e i sotterfugi sono finiti.

Basta osservare, per capire, il sito della Fondazione Cariciv poco aggiornato, poco trasparente e del tutto inutile.

Una Fondazione che spende in stipendi e prebende varie centinaia di migliaia di euro e che destina al territorio, vera finalità e scopo di vita, la miseria di 2 mila euro.

Finalmente, dopo la nostra inchiesta e i nostri servizi, si sono mossi anche coloro che avrebbero dovuto vigilare con scrupolo le azioni di amministratori incapaci ma, nel contempo, abilissimi nell’intraprendere azioni scellerate.

Non è bastato a questi soggetti trasformare la Fondazione in una azienda di famiglia. Dove hanno trovato impiego troppe persone che avevano, nel proprio curriculum, legami di sangue con chi doveva essere parsimonioso e attento.

Operazioni senza senso come quella di acquistare e gestire una televisione privata. Aprire una scuola e l’Università. Insomma, dare sfogo alle manie di protagonismo e di sfarzo fatto non con i propri soldi ma con quelli che erano e dovevano essere messi a disposizione del territorio.

Nessuno di questi soggetti ha avuto ancora il coraggio di fare l’unica cosa possibile, dimettersi.

Anzi, pianificavano la nuova assemblea per il rinnovo delle cariche sociali. Tutto questo senza tener conto dei disastri compiuti. Senza scrupolo nello sfruttare un presidente anziano e sempre poco informato su iniziative intraprese. Usato per il nome e per la firma e sul quale ricadranno molte responsabilità.

Una pletora di soci che non ha avuto mai il coraggio di destituire i vertici artefici di un disastro senza precedenti. L’aver compromesso, in modo irreversibile, l’autonomia dell’ente. Un’emorragia di denaro che non rientrerà più nella disponibilità del territorio ma che ha permesso, a determinati soggetti, di avere stipendi esagerati e fuori controllo.

Di assumere decisioni incredibili come quella di nominare e stipendiare un vice direttore generale.

Adesso, con questa iniziativa della magistratura e dell’ufficio controllo del Ministero delle Finanze, si spera che emergano le responsabilità. Che vengano alla luce quei documenti sempre tenuti in luoghi ben nascosti. Che qualcuno alla fine paghi.

Infine l’auspicio che nella prossima assemblea dei soci si decida di fare piazza pulita di questi personaggi e di eleggere rappresentati idonei a risanare quel poco che è rimasto.

Di allontanare i responsabili e di intraprendere tutte quelle iniziative utili per recuperare qualche risorsa. Anche quella di chiedere conto ai membri del consiglio d’amministrazione con azioni risarcitorie.

La Fondazione deve tornare in mano dei civitavecchiesi e ritrovare forze e risorse.

Attendiamo fiduciosi notizie dagli inquirenti e la convocazione di una conferenza stampa da parte della Fondazione per fare chiarezza, una volta per tutte, su tutte le vicende che hanno visto l’ente protagonista in negativo di questi ultimi due anni.

Noi, il nostro l’abbiamo fatto. Adesso tocca a voi.