Porto di Civitavecchia, crollano i traffici ma il presidente pensa ad epurazioni e poltrone da assegnare ai “romani”

Venti di guerra soffiano su Molo Vespucci. Il presidente di Majo, zitto zitto, sta lottizzando peggio di come fece Renzi quando al Governo

CIVITAVECCHIA – Quando è una persona a lamentarsi generalmente si tende a minimizzare. Quando cominciano ad essere tante e, soprattutto, quando iniziano ad arrivare copiose le carte bisogna fermarsi a riflettere e capire cosa sta accadendo a Molo Vespucci dove l’ex diplomatico, ex giudice o magistrato (non abbiamo capito ancora dove e quando) Francesco Maria Di Majo sta facendo “pulizia” tra i dipendenti.

La prima incongruenza che ci è stata segnalata e che se ci sarà la tradizionale conferenza stampa di fine anno proveremo a chiedere al loquace presidente è quella relativa alla nomina dell’ex generale dei carabinieri Umberto Saccone.

Umberto Saccone è stato nominato amministratore unico della PAS, Port Authority Security srl, la società che ha come socio unico l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale e che si occupa dello svolgimento per conto dell’Adsp dei servizi di sicurezza inerenti all’attuazione delle norme di security per le quali è competente l’Authority, nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.

Saccone, proveniente dall’Arma dei Carabinieri, dopo 25 anni trascorsi nell’intelligence e nei servizi di sicurezza, congedatosi con il grado di generale, è divenuto Direttore della Sicurezza e Senior Vice President di Eni corporate, dove ha lavorato per 8 anni.

Sulle sue qualità non c’è niente da dire ma le carte che stanno girando sono alquanto strane e nulla hanno a che fare con i rapporti, non certo segreti, che il generale intrattiene con il Movimento 5 Stelle.

Parliamo della sua nomina che vale la pena ricordare alla luce dei verbali vergati dal presidente Di Majo (che lasciano senza parole per superficialità e gravità dell’atto).

Iniziamo dalla genesi del procedimento che porta il presidente Di Majo a fare una prima scelta. Sempre un generale dei carabinieri, Giancarlo Paoletti. Quest’ultimo, inspiegabilmente, rinuncia prima ancora della nomina e quindi il presidente avvocato passa alla seconda scelta e cioè Saccone (seconda scelta per lui ovviamente).

Già perché come potrete leggere con i vostri stessi occhi leggendo il verbale (clicca apri e leggi) la nomina viene fatta in data 6 marzo 2017 a Roma ma non si capisce dove, visto che viene omesso l’indirizzo. Forse a casa del presidente. A casa del generale. Nello studio del padre di Di Majo. Forse al bar. Nessuno può saperlo se non i diretti interessati presenti.

Poi il presidente, ribadiamo, AVVOCATO, scrive testualmente: “preso atto dei nominativi dei partecipanti alla selezione, il sottoscritto dichiara formalmente di non avere motivi di incompatibilità ai sensi degli artt. 51 e 52 del codice di procedura civile“.

Documento 1

Essendo avvocato si presume abbia letto l’articolo 51, non l’avesse fatto glielo pubblichiamo con l’avvertenza che, il suo contenuto lo porterà ad un procedibilità d’ufficio da parte della Procura di Civitavecchia:

Dispositivo dell’art. 51 Codice di procedura civile

Il giudice ha l’obbligo di astenersi[disp. att. 78] (1): 1) se ha interesse nella causa o in altra vertente su identica questione di diritto; 2) se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado [o legato da vincoli di affiliazione], o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori; 3) se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o alcuno dei suoi difensori; 4) se ha dato consiglio o prestato patrocinio [82] nella causa, o ha deposto in essa come testimone, oppure ne ha conosciuto come magistrato in altro grado del processo o come arbitro [810] o vi ha prestato assistenza come consulente tecnico [61]; 5) se è tutore, curatore [c.c. 343392], procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti; se, inoltre, è amministratore o gerente di un ente, di un’associazione anche non riconosciuta [36 c.c.], di un comitato [39 c.c.], di una società [2247 c.c.] o stabilimento che ha interesse nella causa (2)(3). In ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell’ufficio l’autorizzazione ad astenersi; quando l’astensione riguarda il capo dell’ufficio, l’autorizzazione è chiesta al capo dell’ufficio superiore (4)(5).

Siccome i nostri lettori non hanno la presunzione del presidente Di Majo di conoscere il motivo di questo scritto lo semplifichiamo noi. In questo caso il giudice è lui, il presidente. Con questo scritto afferma che può decidere e scegliere perché non rientra nella casistica scritta. Peccato non sia affatto vero e abbia dichiarato il falso.

Già perché doveva sapere che tra le persone che avevano presentato la propria candidatura c’erano anche dipendenti al suo servizio. Magari non a Civitavecchia e quindi in sede distaccata ma sempre suoi dipendenti.

Nel secondo verbale, redatto a Fiumicino il 30 di marzo, forse negli uffici dell’autorità portuale o forse al ristorante nomina Saccone che comunque sembra svolgere bene il suo lavoro o almeno fino a quando non si decide di fare chiarezza sul futuro della PAS la società che sta guidando.

Documento 2

Mentre si apprestano a licenziare sotto Natale il dirigente Nitrella, così ci dicono, piano piano stanno emergendo tantissime altre cose tra consulenze, consulenti, amici degli amici, amanti ed ex amanti che andremo a raccontare, pian piano, almeno fino a quando l’avvocato Di Majo convocherà una conferenza stampa dove sentiamo la necessità di porgli alcune domande sue personali e sui suoi “amichetti”.

Un capitolo lo riserveremo alle epurazioni e alla ditta chiamata a darne le indicazioni.

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