Civitavecchia – Parlamentarie 5 Stelle è scoppiato il caso Gruner dopo la cacciata di Cazabbubelo. Il “clan” cozzoliniano pronto alla rivolta

üüPalmieri tace ma Emanuele La Rosa ha dato fuoco alle polveri sulla chat chiusa del Movimento. L’avvocato di Grasso e vicino al centrodestra approda al M5S stelle grazie alla grande strategia di Aldo Pucci che piazza anche il figlio Riccado al Senato 

CIVITAVECCHIA – Il grande stratega del Movimento Grillino civitavecchiese, Adreno Cromo, pardon Aldo Pucci, ha messo a segno un colpo che passerà alla storia come la più brillante operazione politica dal dopoguerra ad oggi tra le forze che hanno governato (spesso malissimo come adesso) l’antica Città di Traiano.

Le Parlamentarie hanno portato alla luce dissapori, invidie, rabbia e delusione che la sudditanza psicologica del Beppe nazionale ha saputo fino ad oggi tenere sotto cenere.

IL CASO

Andrea Palmieri, il pizzettaro del Ghetto e musicista dal nome artistico Cazabbubelo si è andato a schiantare addosso ad un muro, politicamente parlando, rimanendo fuori dalle parlamentarie addirittura senza avere l’opportunità di potersi confrontare con i rimanenti 1120 candidati scelti dal direttorio nazionale.

Cosa è successo?

Semplice, l’entusiasmo ha giocato un brutto colpo sia a lui che alla sua amica di breve avventura Elisa Galeani. Hanno giocato troppo d’anticipo e parlato anche con persone sbagliate.

La loro esclusione è sfociata in una vera e propria polemica quando tra i candidati è apparso il nome dell’avvocato Giuliano Grüner. Il primo ad aprire il fuoco amico è stato il delegato civitavecchiese Emanuele La Rosa che, sulla chat chiusa del Movimento, ha iniziato a sparare in modo incessante sulla figura del professionista romano.

Lo si accusa di essere stato l’avvocato di Massimiliano Grasso e di averle provate tutte per far cadere l’attuale sindaco pentastellato Antonio Cozzolino.

 Lo si accusa di forti rapporti con il centrodestra, con Gianni Moscherini e trasversalmente con i comunisti “duri e puri” che oggi governano il Porto.

Anche qui gli affondi sono durissimi. Un professionista che ha registrato segretamente e denunciato un rettore dell’Università di Roma accreditandosi nel movimento come uomo della trasparenza e poi a Molo Vespucci non si capisce se abbia avuto incarichi lui o il suo “compagno” di studio Dinelli.

Se questi incarichi derivino da uffici direzionali dove pare lavori la sorella o la sorella sia compagna di qualcuno dell’ufficio direzionale.

Altro affondo. Grüner è “compagno” di merende, in senso sono amici per la pelle, con l’uomo del complotto di Molo Vespucci, Ivan Magrì.

Quest’ultimo è nipote dell’altro complottista dei tempi moderni, Adreno Cromo alias Aldo Pucci, babbo del consigliere comunale Marco e di Riccardo anche lui piazzato nelle Parlamentarie del Movimento.

Sua l’idea di raccattare i voti a destra e sinistra e diventare il nuovo uomo di potere a Civitavecchia dopo la caduta di tutti gli altri piazzando due senatori (uno sul collegio civitavecchiese, il figlio; uno sul collegio romano, Gruner) sui quali avrebbe il totale controllo.

Giuliano Grüner pochi giorni fa si era cimentato con un video spot sul portale di BeppeGrillo.it dove si auto elogiava per la battaglia che sta conducendo contro i baroni dell’Università. Ha parlato di meritocrazia e di trasparenza.

Allora se qualcuna di queste teoria è vera il buon Grüner deve dire ai cittadini, che intanto continuano a non votarlo copiosamente, che rapporti ha con l’Autorità Portuale (e di quello che sta accadendo con l’Istituto Santa Rita).

Una parola di conforto va comunque rivolta ad Andrea Palmieri che, talmente sicuro di essere promosso dalle Parlamentarie, si era prenotato una stanza d’albergo a Pescara dove andrà in scena la prima uscita di gruppo dei candidati di Camera e Senato. Una delusione forte che però può trovare sfogo riversando tutti i suoi consensi sull’avvocato Grüner o sull’amico Pucci. Loro saranno contenti di questo e troveranno il modo di ringraziarlo. Magari offrendogli una pizza!

A livello nazionale c’è la lista, pare lunghissima, degli ex di altri partiti e praticamente di tutto l’arco parlamentare: Pd, Forza Italia, Lega Nord Fratelli d’Italia. Ma anche Idv, Pds Pci. Poi i “dissidenti“, quelli che in pubblico più o meno recentemente hanno parlato male del Movimento. Quindi tutti coloro che “potrebbero danneggiare l’immagine del M5s perché in rete e con nome e cognome hanno parlato di cose come le scie chimiche o i complotti. Nella cartella degli esclusi alle parlamentarie M5s ci sono decine di candidature di chi dai piani alti non esitano a chiamare “gli infiltrati”, ovvero le pedine più deboli che potrebbero mettere in crisi il gruppo una volta in Parlamento.

Fuori per primi quelli che hanno avuto problemi con la giustizia, silurati pure i “truffatori” come ad esempio il furbetto che si è spacciato per “falso dentista” ed è stato beccato con una semplice ricerca su google. Il voto in rete che porterà alla formazione delle liste è partito martedì mattina (sarà aperto fino a mercoledì almeno) e, mentre c’è chi lamenta “esclusioni ingiuste” e denuncia errori burocratici su una piattaforma che ha fatto vedere tutti i suoi limiti di funzionamento, i vertici si dicono soddisfatti per quella prima selezione fatta in fretta e furia.

Eppure, da Nord a Sud, gli attivisti che gridano all’ingiustizia sono tanti: “Voto da rifare”, “bufala”, “tradimento”, scrivono. 

Quello che lamentano i militanti e aspiranti candidati è di non essere stati avvisati per tempo e di aver scoperto a cose fatte di non essere stati scelti. E’ il nuovo corso del Movimento, annunciato in sordina con il cambio dello statuto e ora alla prova dei fatti. Uno dei tanti segnali?