Viterbo – Sui furbetti del cartellino della ASL c’è poca chiarezza e troppo “movimento”

Sulla chat dei professionisti si parla di contratti co.co.pro. modificati, smarriti o riformulati in maniera poco trasparente. Perché?

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: Caro direttore, avendo già trattato l’argomento, ritengo utile per voi ma anche per i vostri lettori, conoscere alcun testi delle chat di cui si faceva riferimento nell’articolo pubblicato nel mese di dicembre relativo ai furbetti del cartellino della ASL di Viterbo.

Queste chat sono state trascritte dagli investigatori e inserite nei faldoni che sono stati depositati presso la Procura di Viterbo.

Non solo. Sempre secondo quanto emerge dalle relate della Guardia di Finanza, si evidenziava, anzi veniva sottolineato il fatto che, dopo un accesso agli atti effettuato da una delle due dottoresse inquisite, e alle quali è stato rescisso il contratto (per motivi ancora da chiarire visto che non c’è stato ancora dibattimento).

A seguito di questo accesso, venivano a conoscenza del fatto che, al posto del loro contratto di collaborazione professionale firmato a gennaio 2017 era stata consegnata ed allegata la copia di una  denuncia, presentata da un impiegato amministrativo dell’ufficio del personale  della ASL di Viterbo, di avvenuto smarrimento.

Facile immaginare lo stupore degli avvocati e delle loro assistite quando hanno letto la cosa alla quale è facile porsi una domanda: com’è possibile che un ente come la ASL di Viterbo, tra protocolli e digitalizzazione degli atti amministrativi, possa aver smarrito non una, ma tutte e tre le copie di un contratto firmato dalle dottoresse in questione, dinanzi ad un funzionario Asl?

Contratti validati con marche da bollo e, come mai guarda caso, soltanto dei liberi professionisti in controversia con la ASL?

Questi sono alcuni stralci delle conversazioni avvenute nelle loro chat e trascritti dai militari delle fiamme gialle, dove sono gli stessi liberi professionisti, con contratti di collaborazione continuata professionale scrivono, ad esempio:

“Buongiorno a tutti, non so se tutti siete stati avvisati sul fatto che hanno riformulato i nostri contratti eliminando l’obbligo delle reperibilità e dovremo quindi rifirmare.

Credo che vogliono parare da un punto di vista legale ma vorrebbero raggirare l’ostacolo facendocele fare dietro richiesta scritta del proprio responsabile che verrebbe autorizzata poi dalla direzione generale…”

Ed ancora sempre al medesimo numero di cellulare:

“appena parlato con la …… Il contratto sarebbe sostitutivo di quello già firmato, con decorrenza da gennaio 2017. Lei dice di parlare direttamente con la …… in riferimento alle nostre richieste”

Sempre sulla stessa chat, da numeri diversi e in data 27/04/2017 rispondono:

“capisco che loro siano fortemente resistenti a darci il contratto firmato a gennaio, ma come è possibile che questi contratti non siano più reperibili?..”,

al numero …….

“il contratto nuovo ha sempre la data del 22.12.2016”;

al numero …….“Ragazzi sono stata dalla …….. Alla fine della chiamata..dopo aver provato in tutti i modi a dire che erano la stessa cosa ..ha detto che il contratto vecchio c’è ma è senza marca”;

al numero ……..“praticamente la DG si è accorta dell’errore di inserire nel contratto le reperibilità quando aveva già firmato una parte dei contratti quindi una parte di noi ha il contratto controfirmato e può ritirarlo”;

al numero ……….. “a chi firma il nuovo fanno stacciate il vecchio in sua presenza. Esperienza di stamane”;

al numero ………. “il contratto che ho visto io non ancora controfirmati avevano ancora la marca da bollo! La scattano prima di scrapparli strapparli”;

al numero ……… “buongiorno chi ha firmato il nuovo contratto con la data vecchia? Dalla Cittadella ……… mi ha detto che siamo rimasti solo maxillo e ps cob…è vero”;

al numero ……… “io sono di psicologia, sono ripassata e ho detto che non avrei firmato un contratto retrodatato ma, eventualmente, solo un contratto con data reale. La direzione non sembra intenzionata a questa possibilità, insisteranno con il retrodatato”;

al numero ……. “ci hanno mandato raccomandata e sollecito per firmare il contratto entro il 30 maggio”. 

Le chat non sono altro che una conferma dell’audio già pubblicato da voi il 11/12/2017.

Dalla lettura si evince che la ASL vuole tirarsi indietro dalla responsabilità di far fare le reperibilità ai liberi professionisti, ricordiamo che quest’ultimi non erano tenuti per normativa contrattuale nemmeno a timbrare un badge come i dipendenti, così come non sono sottoponibili alla pronta disponibilità ovvero a turni e reperibilità, a sollecitare i contrattisti ad andare a firmare un nuovo contratto.

A fare queste richieste, sempre per una pura coincidenza, è lo stesso amministrativo che ha denunciato la “scomparsa” del contratto delle tre dottoresse con contratto di collaborazione in questione avvenuta, secondo quest’ultimo, in data sconosciuta.

A sollecitare i liberi professionisti a rifirmare il contratto vi è anche un’altra amministrativa che, tra le altre cose, consiglia di recarsi presso la Cittadella della Salute a firmare il nuovo accordo ma non solo, la stessa  dichiara che è stata cambiata, o meglio, aggiustata una “frasetta” mentre la data apposta sul nuovo contratto sarebbe la stessa di gennaio 2017.

Sembrerebbe, sempre da quanto riportato nelle chat di cui sopra, che la ASL abbia staccato la marca da bollo dal vecchio per poterla riattaccare sul nuovo “salvando” così le date che automaticamente vengono riportate sul valore bollato.

A questo punto ci poniamo, inevitabilmente, delle domande.

E’ evidente che qualcuno, alla ASL ha fretta e nel contempo, la necessità, di “CAMBIARE” il contratto, perché?

Perché in ballo di potrebbero essere delle responsabilità fino ad oggi ancora non individuate?

Perché la variazione dei contratti non avviene in modo naturale e cioè con una delibera che chiede la modifica e ne autorizza il cambiamento e quindi attraverso un atto ufficiale?

Aver compiuto una modifica contrattuale attraverso escamotage, come ad esempio staccare le vecchie marche da bollo per apporle sui nuovi contratti, non potrebbe creare, oltre al danno erariale, confusione su firme retrodatate nel momento in cui saranno chiamati a giustificare pagamenti della pronta disponibilità se, almeno apparentemente, non erano autorizzati?

Oppure qualcuno ha pensato bene di prevedere autorizzazioni del responsabile retrodatate?

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