Tarquinia – L’ambizione sfrenata mette nei guai il vice coordinatore provinciale di Forza Italia Manuel Catini detto “er fascetta”

Il braccio destro di Bacocco, consapevole della debolezza del sindaco e delle sue imminenti dimissioni, ha trasformato il Municipio in un centro sociale tra bevute e saluti romani

TARQUINIA – Manuel Catini, detto “er fascetta” per il suo irrefrenabile amore per la fascia tricolore da sindaco, con la quale si è fatto fotografare in tutti i modi e in tutti i luoghi, ne ha combinata un’altra delle sue insieme ad uno dei suoi.

Jacopo Bonini

Tutti sanno che Manuel Catini è entrato a far parte del barcone di Forza Italia (più affondato che galleggiante) e la sua nomina a vice coordinatore provinciale del partito, braccio destro dell’attuale Dario Bacocco, lo ha fatto sentire più di quello che realmente è e rappresenta.

Infatti, anche “er fascetta” ha contribuito in modo concreto alla “trombata” elettorale rimediata proprio da Dario Bacocco che ha dimostrato di non rappresentare nessuno e di non essere voluto da nessuno del popolo azzurro.

Detto questo veniamo alle ultime vicende che hanno visto protagonista Catini (con al fianco sempre papà Bruno).

Ci tiene, Manuel, a far sapere che quando si dimetterà l’attuale sindaco, Pietro Mencarini (gravemente malato) sarà lui il sostituto.

Bene, i tarquiniesi allora devono sapere che cosa combina questo ragazzo che ha dato una svolta alla sua vita con lo stipendio da vice sindaco.

Ha trasformato il suo ufficio, volutamente chiesto più grande (altrimenti che megalomane sarebbe) dove organizza incontri e riunioni neanche fosse la sede di Rinnova.

Appena gli capita l’occasione, in barba a regole e necessità, suggerisce assunzioni (ora a Bricofer domani a chissà).

Permette anche ad un fenomeno, che risponde al nome di Jacopo Bonini, di fare il saluto romano all’interno della stanza de “er fascetta”.

Un saluto romano che indigna, in modo strumentale, il re delle palestre Ranucci (a proposito ma non aveva inaugurato il teatro in campagna elettorale?) ma, lascia senza parole, chi in quel saluto ci crede e lo rispetta.

Jacopo Bonini e Manuel Catini sono un tutt’uno e, quest’ultimo, talmente preso dalle prove tecniche per sostituire un cagionevole sindaco in carrozzina, ha consentito ad un emerito idiota, qual è Jacopo Bonini, di fare ciò che ha fatto.

Già, non si doveva permettere di fare quella cosa soprattutto perché lui, il Bonini, non ha militato e non militata in partiti di destra ma, al massimo, è un iscritto di Rinnova e vota per Forza Italia.

Vergogna doppia e inutili sono gli appelli alle dimissioni lanciati verso Catini. Dimettersi significherebbe tornare a lavorare e questa cosa, sarebbe davvero brutta per lui.