Tarquinia – Grandi manovre in vista delle dimissioni del sindaco Pietro Mencarini

Incontri carbonari tra Giulivi, Moscherini per preparare l’uscita e limitare i danni collaterali provocati dalla politica del suo delfino Manuel Catini. Continua l’epurazione degli incarichi agli uomini di Serafini

TARQUINIA – L’attuale sindaco Pietro Mencarini è deciso, pronto a mollare la poltrona. Inutile rimarcare i motivi legati al suo stato di salute sempre più precario (ma anche economico con le aziende al collasso) ma quello che sta facendo in queste ultime settimane sta creando “allarme” soprattutto in quei gruppi politici che lo hanno sostenuto e gli hanno consentito di vincere le elezioni non più tardi di un anno fa.La scorsa settimana si sono susseguiti diversi incontri e, da quanto è dato sapere (o meglio trapela), il primo cittadino starebbe preparando uno “scivolo” per la sua sostituzione ed evitare che Tarquinia possa finire nelle mani poco affidabili, almeno così pensa lui, del suo ex vice e cioè Manuel Catini e del gruppo dominus di Rinnova.

Sandro Giulivi e Gianni Moscherini (nonostante il primo lo abbia prima cercato e poi trombato nelle ultime elezioni) si sono visti e hanno parlato di un futuro non molto lontano (ma anche di affari ovviamente). Il sindaco Mencarini, nel frattempo, non solo non ha ancora ricucito i rapporti con il cognato nonché presidente del consiglio Bergonzini ma, sta continuando la sua opera di demolizione del gruppo legato a Pietro Serafini.

Per fare un esempio, ha deciso di punire il consigliere Maurizio Perinu solamente perché si era affacciato in Comune il giorno del famoso consiglio comunale straordinario richiesto per parlare del “saluto romano“.

La punizione, se così possiamo definirla, anche perché alla fine a rimetterci sono i cittadini, è stata quella di togliergli la delega e il punto d’ascolto per i problemi legati alla Talete.

Questo è solamente un esempio ma ne potremmo fare degli altri. Lui vorrebbe dimettersi il 30 maggio prossimo. Stanno cercando di fare del tutto per allungare questa decisione almeno fino ad ottobre o almeno fino a quando, ad esempio, non saranno portati a termine alcuni “progetti” politici e affaristici come San Giorgio o altro sul quale torneremo con dovizia di particolari e tanto di nomi e cognomi sia dei progettisti che dei lobbisti.

Dunque Mencarini molla. Non ha più convocato le riunioni di maggioranza. Non parla più con molti dei suoi consiglieri e lo fa al solo scopo di non dare troppe spiegazioni su quello che sta facendo in questi ultimi giorni di mandato. Vede nemici ovunque e non si fida più di nessuno. E’ frustrato per il suo stato di salute e forse ha capito che è meglio curarsi e pensare alla propria famiglia e al proprio futuro che continuare ad arrabbiarsi inutilmente.

Intanto proprio sulla Free Air di Giulivi è in corso una serie di approfondimenti presso la Regione Lazio per le sue concessioni e appalti legati al 118 ed è spuntato un dossier (non sappiamo se in copia anche alla magistratura) dove, tra le altre cose, abbiamo potuto vedere e leggere come la società abbia pesantemente investito in pubblicità sui giornali (o forse uno solo). Abbiamo visto fatture da 20/30 mila euro cadauna che hanno fatto la gioia e arricchito di sicuro l’editore (beato lui).

Su Moscherini, per il momento, soprassediamo, sarebbe come sparare sulla croce rossa.

Intanto il Movimento 5 Stelle sta tornando alla carica per chiedere la riconvocazione del famoso consiglio comunale sul “saluto romano“.