I nitrati proteggono il cuore in corso di chemioterapia

La doxorubicina è un efficace farmaco anti cancro impiegato sin dagli anni ’60 nella chemioterapia di diversi tumori, fra cui quello della mammella. Purtroppo è cardiotossico e sarebbe molto utile per i pazienti poter far fronte a questo effetto collaterale. A tal fine i ricercatori della Virginia Commonwealth University hanno sperimentato sui topini da laboratorio gli effetti dei nitrati inorganici nutrienti dei quali sono ricche le verdure a foglia verde come spinaci, lattuga e rucola oltre che la rapa rossa- relativamente ai danni causati al cuore dalla doxorubicina. E i risultati sono stati davvero incoraggianti.

I nitrati assunti con la dieta sono necessari a mantenere buoni livelli tissutali di ossido nitrico, una molecola importantissima per la salute dell’apparato cardiovascolare che induce vasodilatazione e garantisce una buona perfusione delle cellule, incluse quelle del cuore. È stato dimostrato in esperimenti su animali che la somministrazione di nitrati con la dieta allevia il danno al cuore causato dalla mancanza di ossigeno.

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA DOXORUBICINA
La doxorubicina induce stress ossidativo, particolarmente evidente a livello dei mitocondri delle cellule cardiache. Ricordiamo che i mitocondri sono le centraline energetiche delle cellule che trasformano i nutrienti assunti con l’alimentazione nell’energia necessaria a farle funzionare. I radicali liberi prodotti dalla doxorubicina danneggiano i mitocondri delle cellule cardiache le quali, indebolite, riescono a contrarsi con minor efficienza provocando disfunzioni del cuore come aritmia o ridotta capacità contrattile fino all’insufficienza cardiaca.

SI RIDUCE IL RISCHIO DI DANNI AL CUORE
In uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology i ricercatori della Virginia Commonwealth University hanno dimostrato che i nitrati – gli stessi che si trovano nelle verdure a foglia verde – riducono i danni al cuore causati dalla terapia con doxorubicina attraverso la stabilizzazione dei mitocondri a livello molecolare. È proprio quanto si è verificato nei topini ai quali sono stati somministrati nitrati aggiunti all’acqua potabile a partire da sette giorni prima di ricevere un’iniezione di doxorubicina e per diversi giorni a seguire. L’integrazione a base di nitrati ha significativamente ridotto la perdita della contrattilità del cuore e la morte delle cellule cardiache.

Gli autori dello studio hanno illustrato come questi risultati possano avere un impatto significativo sulla riduzione del rischio e della gravità di danni cardiaci nei pazienti in trattamento con doxorubicina come terapia antitumorale. Ciò è facilitato dal fatto che i nitrati inorganici sono sostanze chimiche idrosolubili e poco costose ideali per una terapia orale di lungo periodo da affiancare alle cure oncologiche.

Da notare che la dose somministrata ai topini nel corso dell’indagine supera di 400 volte quella giornaliera consigliata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Del resto non è difficile assicurarsi l’apporto di questi nutrienti facilmente assimilabili, come detto, dai vegetali a foglia verde: basterebbe aggiungere alla verdura consumata giornalmente (che andrebbe comunque aumentata per aumentare la protezione dallo stress ossidativo) un bicchiere di succo di verdure o di barbabietola al giorno per ottimizzarne l’assunzione.

PRIMA DELLA CURA. LA VERDURA NON È MAI TROPPA
Se le verdure si rivelano insperate alleate nella cura del cancro è sempre utile rimarcare la loro appurata efficacia nella prevenzione delle malattie croniche in genere. A chi si sente “a posto” perché mangia un paio di frutti al giorno ricordiamo che gli attuali parametri internazionali fissano la dose necessaria di frutta e verdura a cinque porzioni al giorno. Nondimeno ampie rappresentanze della Comunità scientifica riflettono sull’opportunità di raddoppiare questa soglia. Dai dati recentemente analizzati da l’Imperial College London, ad esempio, è emerso che consumare fino a 800 grammi di verdura al giorno – l’equivalente di dieci porzioni – riduce del 24% il rischio di infarto, del 33% il rischio di ictus, del 13% il rischio di tumore.

Non tutta la frutta e la verdura “pesano” allo stesso modo. Mele, pere, agrumi, insalate, verdure a foglia verde come la cicoria, la lattuga e gli spinaci risultano tra i più efficaci nella prevenzione di infarti e ictus. Per ridurre il rischio tumori oltre che al verde, ci si può affidare al giallo e l’arancione di peperoni e carote.

LE CRUCIFERE, SENTINELLE DI SALUTE
Capitolo a parte meritano le crucifere (cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, cavolo rosso, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, broccolo, broccoletti, rape, ravanello, rafano, senape e rucola) vere sentinelle di prevenzione dei brutti mali. Sono ricche di glucosinolati, fitomolecole che aumentano la capacità del fegato di eliminare sostanze tossiche e pro-ossidanti. In dosi elevate, inoltre, bloccano la crescita e causano la morte delle cellule tumorali. Numerosi studi suggeriscono che il consumo frequente di queste verdure riduca il rischio di sviluppare diversi tipi di tumore, inclusi quelli di mammella, stomaco, colon e polmone. Consumare queste verdure 3-4 volte a settimana, anche semplicemente in forma di un’insalata di rucola, è un passo semplice ma importante per la nostra salute.

 

Fonte: Dietary Nitrate Supplementation Protects Against Doxorubicin-Induced Cardiomyopathy by Improving Mitochondrial Function. J Am Coll Cardiol 2011.