Civitavecchia – Capponi (Minosse) minaccia: “I camalli possono bloccare il porto”

CIVITAVECCHIA – «Enel sta facendo una prova muscolare contro lavoratori e territorio. Ormai tutti vogliono fare gare al massimo ribasso ed Enel non fa eccezione ma così rompe un patto decennale con il territorio, rompe una pace sociale». Lo ha detto Gino Capponi, presidente di Minosse spa che, insieme alla Compagnia portuale di Civitavecchia, gestisce da dieci anni in esclusiva per Enel il carico e lo scarico del carbone per la centrale termoelettrica a carbone di Torrevaldaliga nord.

Ogni anno 5 milioni e mezzo di tonnellate di carbone e circa 300 lavoratori, i camalli in gergo, quasi tutti di Civitavecchia, che le caricano e scaricano. Ora però Enel ha deciso di indire una gara per trovare un nuovo operatore. Una scelta contro cui i portuali hanno deciso di incrociare le braccia, proclamando uno sciopero che scatterà mercoledì 11 luglio e sarà «a tempo indeterminato». «Si rischia il blocco del porto, visto che i camalli della compagnia portuale si occupano di scarico delle navi ma anche di scarico dei bagagli, quindi anche le navi da crociera sono a rischio. Ricordiamo che ormai il porto di Civitavecchia è il terminal croceristico numero uno in Europa. Non solo. Non scaricando più carbone, ci potrebbero essere problemi energetici a livello nazionale. Terna è già stata allertata»

Lunedì prossimo, intanto, è in programma una manifestazione davanti al Comune di Civitavecchia, il cui sindaco cinquestelle Antonio Cozzolino viene messo sotto accusa dal presidente di Minosse spa. «Il sindaco non tutela il territorio. Nell’indire questa gara Enel ha consultato Cozzolino e ha scelto di andare avanti con la sua approvazione». Enel «in base alla legge 84/94 sui porti non può fare questa gara – insiste Capponi – Noi abbiamo avviato una denuncia penale alla procura Civitavecchia e la stessa Autorità portuale li ha diffidati nel continuare questa procedura. E poi Civitavecchia ha già pagato a caro prezzo la presenza della centrale prima ad olio e ora a carbone, c’è un alto tasso di mortalità per mesotelioma pleurico. Dieci anni fa, quando la centrale fu riconvertita a carbone, Enel firmò un Protocollo in sostegno alle imprese locali, era una specie di risarcimento. Ora si sono dimenticati di tutto»