Scarico Carbone – L’Enel continua a fare i capricci. Tregua armata fino al 30 settembre ma il bando non si tocca

L’avvocato Sammarco (Minosse): “Dimenticano un particolare. Il Porto non è di loro proprietà e si occupano di servizio pubblico. Per quanto riguarda l’etica si guardino in casa loro. Daremo battaglia. O cambiano il bando o chiudono la centrale”

CIVITAVECCHIA – Nessuno ci sperava più e comunque anche se dopo tante ore di discussione, al termine di una lunga riunione stavolta in Regione Lazio, è arrivata la firma del verbale di accordo in merito alla gara per lo scarico del carbone a Tvn promossa da Enel. 

L’Enel si è impegnata a sospendere i termini per la  presentazione delle offerte di gara fino al 30 settembre e i sindacati a fare altrettanto con lo sciopero fino alla stessa data, “intendendo tale termine come perentorio – si legge – ai fini della sottoscrizione dell’accordo, le parti si impegnano ad intraprendere il necessario confronto per il raggiungimento dell’intesa presso il tavolo interassessorile della Regione Lazio”.

In verità sembra più che altro una mossa strategica di Enel per non creare troppi problemi all’Autorità di Sistema portuale che in estate è nel massimo dell’attività croceristica. Ieri sera i rappresentanti dell’Enel, in un primo momento, erano arrivati addirittura a rinnegare il documento firmato a Palazzo del Pincio il giorno prima.

La verità, secondo alcuni degli addetti ai lavori, è che da parte di Enel non ci sia alcuna volontà di cambiare il bando e che tutto sembra già essere stato deciso già da tempo.

Qualcuno poi ha tirato fuori l’etica di Enel e cioè quella del codice comportamentale delle aziende nei confronti dell’ente. Tutti hanno rivolto il pensiero alla famosa inchiesta “Labirinto” dove il faccendiere Raffaele Pizza, insieme al dirigente di Enel C. M., parlavano di Minosse e di tanto altro ancora.

C. M. è Direttore della Global Trading Business Line del Gruppo Enel da maggio 2017, precedentemente è stato direttore del Global Trading e UpStream Gas Business Line.

Si occupa del trading del carbone ed è un po’ l’eminenza grigia che da sempre aleggia su Civitavecchia e che cercava, proprio attraverso Pizza, di ricollocarsi (almeno stando alle carte dell’inchiesta) in una posizione ancora più agiata di quella che aveva.

Com’è andata a finire quell’inchiesta?

Ne parliamo con l’avvocato Angelo Sammarco che, nel 2016, si occupò direttamente della vicenda.

“Innanzi tutto voglio precisare tre cose. Né la Minosse, né Gino Capponi Carmine De Vizia sono stati toccati da quell’inchiesta. Il sostituto procuratore di Roma, Stefano Fava e la Guardia di Finanza, hanno fatto tutti gli accertamenti e gli approfondimenti che quella vicenda meritavano. Non è stata evidenziata alcuna notizia criminis  e il pubblico ministero non ha rilevato fatti suscettibili di determinazione ai fini di un eventuale esercizio dell’azione penale. Piuttosto l’Enel dovrebbe guardarsi in casa e pensare di applicare quel codice etico a quei funzionari che non sempre si sono dimostrati fedeli al loro mandato (riferimento probabilmente a Brindisi, ndr) e che continuano a rimanere al loro posto.

Dunque di cosa parliamo. Il bando sul quale stiamo discutendo elude la legge 84/94. L’Enel scavalca le prerogative dell’Autorità Portuale. Pensa che il sedime portuale sia il suo e quindi decide di farne ciò che vuole. Le cose non stanno così e i dirigenti dell’Enel, prima cosa, dovrebbero avere bene in mente che stanno svolgendo un’attività di pubblico servizio su un’area che non è di loro proprietà. Spesso si dimenticano di essere ancora un’azienda di Stato e pensano di decidere in camera caritatis ciò che ritengo più opportuno come se fosse una qualsiasi azienda privata.

Enel S.p.A. è una società per azioni, in parte privatizzata dal 1992. Fino al 1999 Enel era monopolista statale del settore e tuttora il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano è l’azionista di riferimento, con una quota diretta ed indiretta del 31%. Parliamo di energia e non di porti. Se Enel ha deciso di chiudere la centrale di Torrevaldaliga Nord ce lo dica apertamente perché la strada che ha intrapreso è quella. Quindi – chiude l’avvocato di Minosse Angelo Sammarco – o si decidono a rivedere il bando oppure sono destinati ad aprire una vertenza senza precedenti non solo per Civitavecchia ma per tutta Italia”.

Aggiungiamo noi che anche la lettera inviata dal segretario generale dell’AdSP del Tirreno Centro Settentrionale, Roberta Macii, rispecchia le dichiarazioni dell’avvocato di Minosse.

Servizio discarica carbone