Pasqualino Monti “sblocca” Palermo ma a Civitavecchia nessuno ne parla

PALERMO – Sbloccato dopo 10 anni il Piano regolatore del porto di Palermo e avviate le demolizioni degli insediamenti e delle vecchie strutture, con l’obiettivo di fare dello scalo uno dei principali hub passeggeri del Mediterraneo.

A fare il punto della situazione, a nove mesi dal suo insediamento, è il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti: «Non solo progetti, ma immediata esecuzione delle opere» ha spiegato nel convegno che si è svolto oggi a Palermo.

E l’elenco, riportato in una nota è lungo: «Superamento del contenzioso con il Comune e dissequestro della stazione marittima, demolizione dei silos, attivazione di finanziamenti per oltre 120 milioni, ma anche messa a punto dei nuovi piani regolatori di Trapani e Porto Empedocle, vecchi di oltre 50 anni. Inoltre definizione del concorso internazionale di idee per la realizzazione dei due terminal sul molo Piave e sul molo Sammuzzo» più il coinvolgimento di due società europee per la realizzazione del progetto di Smart Port.

Non un assenso generico, ma l’apertura di un credito concreto su Palermo. Il convegno voluto da Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità portuale di sistema del Mare di Sicilia occidentale, ha ottenuto risultati al di là delle aspettative. Oltre a un fortissimo mandato personale espresso a Monti dal sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, Palermo e i porti del suo sistema sono diventati oggetto di impegni espliciti da parte dei maggiori gruppi crocieristici e da parte delle compagnie che gestiscono ferries e autostrade del mare, disposti – come dichiarato ad esempio da Achille Onorato del gruppo Moby-Tirrenia – a investire da subito in un terminal efficiente nella Sicilia occidentale o dai grandi players crocieristi, interessati – come emerso dagli interventi al convegno odierno – alla gestione della nuova stazione marittima di Palermo.

Il sottosegretario Rixi ha parlato di occasione storica, dopo anni in cui i governi che si sono succeduti alla guida del Paese, hanno colpevolmente sottovalutato la risorsa mare, in alcuni casi complicando e aggravando, come accaduto con la legge sui dragaggi, il quadro normativo di riferimento. Edoardo Rixi ha anche insistito sulla necessità di affermare in Europa la centralità del Mediterraneo e di procedere a un coordinamento funzionale fra le competenze sul mare sparse fra diversi ministeri.

Necessità ribadita da presidente di Assarmatori, Stefano Messina, che ha sottolineato come l’efficienza delle autostrade del mare rappresenti la chiave per garantire l’efficienza del sistema Italia e dal presidente di Confitarma, Mario Mattioli, che ha rilanciato la proposta di un Ministero del mare.

Sulle autostrade del mare, come chiave di sviluppo, si sono concentrati anche gli interventi di Matteo Catani (GNV) e Alessandro Bisanti (Grimaldi) che hanno ricordato i grandi investimenti in atto in questo settore.

Affidabilità e qualità anche del territorio sono invece le precondizioni indispensabili per lo sviluppo della nautica (come sottolineato dai rappresentanti di Ucina e Nautica Italiana) e per una reale crescita di quella Blue economy, favorito in questo momento – come rimarcato da Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti – da una situazione geopolitica del Mediterraneo che ha favorito e continua a favorire specie sui passeggeri le destinazioni di Italia, Spagna e Grecia.

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