Auto-cisterna esplosa, il vigile morto si era fermato ad aiutare: il fratello poliziotto lo scopre intervenendo sul posto

RIETI – Andava da Rieti a Monterotondo per far revisionare un mezzo dei Vigili del fuoco. Ma quando, sulla Salaria nei pressi di Fara Sabina, ha visto l’incendio si è fermato e ha fatto quello che era abituato a fare: aiutare le persone. Stefano Colasanti, 50 anni, è morto per fare il vigile del fuoco.

Non era nella squadra dei soccorsi che sono arrivati dopo l’incendio esploso durante il rifornimento di carburante della pompa di benzina: lui ha preceduto i colleghi perché passava di lì ma è sceso, ha cercato di dare aiuto, ha dato l’allarme. Poi è stato investito dall’onda d’urto della deflagrazione che non gli ha lasciato scampo. «È morto perchè prima per noi vengono gli altri», dice un collega ancora incredulo. 

Appena il giorno prima per i festeggiamenti di Santa Barbara presso la caserma di Rieti, Colasanti, pompiere da 21 anni, aveva preso parte alle esercitazioni. E qualche collega ora ricorda quei momenti quasi come un presagio. «Lui faceva il morto durante la simulazione dei soccorsi per l’esplosione di una cisterna di Gpl», raccontano ora i colleghi trattenendo le lacrime. Colasanti, originario di Vazio, era molto conosciuto a Rieti. Era un sindacalista della Uil e molti lo ricordano appassionato e sempre pronto a battersi per i diritti dei colleghi. E poi aveva una grande passione: il calcio.