“La Viticoltura nella Tuscia” convegno organizzato da Coldiretti e Confartigianato

L’evento si terrà giovedì 20 dicembre a partire dalle ore 17 al Museo del Vino di Castiglione in Teverina

 

Castiglione in Teverina – “La Viticoltura nella Tuscia – Un patrimonio da recuperare e valorizzare”: è in programma il prossimo 20 dicembre, a partire dalle ore 17, presso il Museo del Vino di Castiglione in Teverina, l’iniziativa congiunta organizzata da Coldiretti Viterbo e Confartigianato Imprese di Viterbo per analizzare nel dettaglio il quadro, nazionale e locale, riguardante il settore vitivinicolo, a seguito dei dati emersi dopo la vendemmia 2018. Nutrita e qualificata la squadra dei relatori: Domenico Bosco, responsabile nazionale dell’ufficio vitivinicolo Coldiretti; Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo e consigliere nazionale Microcredito di Impresa; Stefano Leporati, responsabile nazionale politiche economiche Coldiretti; Riccardo Cotarella, enologo ed imprenditore. Le conclusioni saranno affidate al presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. Prendendo spunto dall’analisi dei dati Istat, che per la vendemmia 2018 fanno registrare un aumento della produzione di vino italiano del +15% e un incremento delle esportazioni del +6% rispetto al 2017, il convegno “Viticoltura nella Tuscia” metterà in evidenza il quadro economico che si va a delineare per il settore, partendo dall’ambito europeo fino a scendere nel particolare della situazione italiana e, nello specifico, delle realtà del Lazio e della Tuscia. L’analisi di mercato riguarderà, poi, soprattutto gli aspetti di import ed export del prodotto vino, dal contesto internazionale fino allo specifico della nostra regione e della nostra provincia.

Durante il convegno del 20 dicembre verranno , prese in esame tutte quelle misure che vanno a sostegno del settore vitivinicolo dell’OCM vino cioè la regolamentazione unica dell’Unione Europea per il settore vitivinicolo, sia per quanto riguarda le norme di produzione che i contributi a fondo perduto assegnati alle aziende del settore. In questo contesto, si parlerà di microcredito in agricoltura, uno strumento che può sostenere l’imprenditore agricolo coprendo la parte dell’investimento non finanziata dai fondi europei destinati all’agricoltura e veicolati sul settore vitivinicolo.

“Insieme, Confartigianato e Coldiretti hanno pensato che fosse giusto organizzare qualcosa di concreto per proporre ricette che portassero le giuste ricadute sul territorio – spiega Signori -, in virtù dello stretto legame tra produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Abbiamo pensato ad un convegno sul vino, visti anche i dati incoraggianti della vendemmia, e abbiamo scelto come location il Muvis, museo del vino più grande d’Europa”.

“Ci siamo detti: perché no? Perché non proporre qui un evento sul vino, che rispetto al 2017 ha fatto registrare un +6% di export – dice Frau – I terreni della Tuscia sono adeguati per le coltivazioni, questa zona ha la giusta vocazione e le produzioni non si fermano solo a Castiglione o a Montefiascone. Durante il convegno parleremo soprattutto delle opportunità dell’OCM e del PSR per le aziende, specie per quelle giovani, dei finanziamenti e delle conoscenze per impiantare e ripiantare le varietà più idonee, soprattutto ora che c’è un ritorno di attenzione verso le varietà autoctone. L’idea è di presentare ai produttori un quadro completo di opportunità concrete insieme a Confartigianato, nostro partner privilegiato per la trasformazione e la commercializzazione. Questa sarà la prima di diverse iniziative che metteremo in piedi in collaborazione”.

“Nella Tuscia il vino è buono, così come tutti i prodotti agricoli trasformati dalla sapienza degli artigiani – aggiunge in conclusione De Simone -. Da qualche anno in questo settore c’è stata una vera svolta perché si è fatta tanta promozione delle nostre eccellenze. Molto di ciò è frutto del lavoro di una rete sinergica a vocazione associativa. Nel mio intervento durante il convegno mi occuperò di microcredito, che sono solito definire uno strumento di inclusione finanziaria che consente a soggetti non finanziabili, perché troppo giovani e senza sufficiente garanzie familiari o patrimoniali, di avviare un’attività. L’anno scorso abbiamo finanziato 100 aziende, 100 start up agricole che dimostrano la sinergia dello nostre due associazioni a servizio delle imprese”.