Dramma a Roma. Si getta nel Tevere. Sparite le bambine

Giuseppina Orlando esce all’alba di casa con le figlie e si uccide. Si cercano ancora nel fiume le gemelline di 4 mesi

ROMA – L’ultima poppata a mezzanotte, prima a Benedetta poi a Sara, nate premature quattro mesi fa. Un bacio a entrambe e le coccole con Francesco, prima di addormentarsi tra le sue braccia. 

Giuseppina Orlando, 38 anni li avrebbe compiuti domani, ha inscenato il suo incubo all’alba di ieri, quando si è richiusa alle spalle il portone dell’appartamento al primo piano di via Aldo Manuzio con il fiocco rosa ancora appeso.

Si è vestita normalmente, ha indossato gli stivali con il tacco comodo, i pantaloni e un maglione, si è chiusa il piumino e ha camminato per quattrocento metri fino a ponte Testaccio.

Non aveva con sé documenti, cellulare. Nemmeno le cose delle bambine, che ha portato fuori avvolte nel loro lenzuolino bianco.

Quando nel traffico sul lungotevere un uomo al volante di un furgone l’ha notata, alle 6,10, era già sul parapetto, di spalle, e quel lenzuolo le faceva da sipario, forse a nascondere le bimbe.

L’unico testimone, che ha dato l’allarme ai vigili urbani dopo aver chiamato il titolare della sua ditta, non ha tuttavia assicurato di aver visto le piccole e, piuttosto confuso, ha poi spiegato di non esserne affatto certo. Cinque ore più tardi, passate da poco le 11, il corpo di Pina è stato recuperato dal nucleo sommozzatori a meno di due chilometri di distanza, a ridosso di ponte Marconi. 

Mancano Sara e Benedetta, che il marito della vittima, Francesco Di Pasquo, cerca disperato al mercato coperto di Testaccio, dove Pina andava a far la spesa.

Ai poliziotti del commissariato Celio, che indagano sulla storia, l’uomo consegna due fotografie che ritraggono la donna con una bambina prima e con l’altra poi.

Il volto stanco della donna, ma sorridente verso l’obiettivo, non lascia trapelare la follia che l’avrebbe sorpresa di lì a poco.

Gli investigatori stanno analizzando i filmati di una telecamera di videosorveglianza che avrebbe ripreso il salto nel vuoto da ponte Testaccio. Se le due sorelline fossero state gettate nel fiume, le temperature basse non gli avrebbero lasciato speranza.

Ma i vigili del fuoco, i sommozzatori con il sonar, i volontari della protezione civile e un elicottero dall’alto non si sono arresi per tutto il giorno, scandagliando l’area in lungo e in largo, rovistando nei secchioni dell’immondizia e setacciando la fitta vegetazione sulle banchine che al solito restituisce i poveri corpi dopo l’ultimo tuffo.

Le gemelline non si trovano e alle 18 di ieri, ormai calato il sole, le ricerche vengono sospese per ricominciare all’alba di oggi. La speranza di ritrovarle in vita, magari abbandonate a una sorte più clemente di quella riservata loro dalla madre, con il passare delle ore è sempre più improbabile.