Civitavecchia Porto – PAS, il direttore/amministratore Conte sarà cacciato perché ha fatto lavorare altri Istituti di Vigilanza (documento in esclusiva)

Ben 360 euro pagati alla Società Italpol Vigilanza su Gaeta e 960 euro alla GSM Global Security Service

CIVITAVECCHIA – Dopo la scandalosa iniziativa della revoca messa in atto dal presidente Francesco Maria Di Majo nei confronti di Port Mobility pensavamo di arrivare a Natale senza ulteriori sussulti. Evidentemente ci sbagliavamo. Sì perché abbiamo scoperto la lettera di contestazione che il presidente di Molo Vespucci ha fatto scrivere al direttore tecnico nonché amministratore unico commissariale della Port Authority Security contro Vincenzo Conte.

Un motivo concreto, reale, tangibile, incontrovertibile, per poterlo cacciare entro il primo gennaio.

Come avevamo anticipato noi in tempi non sospetti quella data sarà rispettata perché, ci crediate o no, quel motivo è stato trovato.

L’AdSP ha aperto un procedimento amministrativo di contestazione alla società PAS e quindi al suo amministratore unico nonché direttore tecnico Vincenzo Conte per i servizi di subaffidamento.

Il responsabile del procedimento della società PAS è stato costretto, suo malgrado, a scrivere la lettera che questa mattina abbiamo trovato fuori la porta della redazione con un fiocco rosso e un bigliettino allegato: “qualcuno lo manda in giro vantandosi della fine che farà Conte“.

Come potrete leggere con i vostri stessi occhi, Conte, evidentemente a corto di personale, ha affidato a società private, nel mese di ottobre, lavoro per 225 euro al Porto di Civitavecchia e 1.280 euro al Porto di Gaeta.

Inoltre, come scritto dal responsabile unico del procedimento, continuano a giungere richieste di pagamento per 360 euro della Società Italpol Vigilanza srl per attività svolte a Gaeta e di 960 euro della CSM Global Security Service srl per attività svolte a Civitavecchia.

La scusa di contestare questi “quattro spicci” viene utilizzata dunque per licenziare, senza paure di cause risarcitorie ritorsive da parte dell’ex colonnello dei carabinieri Vincenzo Conte.

Cosa accadrebbe quindi se qualcuno andasse a chiedere spiegazioni al presidente Di Majo per l’incarico affidato al non giornalista Marcello Biondi?

Oppure tutti quegli affidamenti dati ad avvocati pur avendo un ufficio legale corposo interno all’ente?

Tutte cose che saranno sottoposte ufficialmente agli ispettori (individuato ormai anche il terzo elemento della Corte dei Conti) con una lettera che gli consegneremo personalmente a mano per evitare che i pochi servitori fedeli rimasti allo “sciatore butterato” possano in qualche modo occultare.

Diciamo pochi servitori fedeli perché al pranzo organizzato dal presidente Di Majo con il personale dell’AdSP, su oltre 100 impiegati hanno risposto in 17. Se a questi togliamo quelli che non hanno potuto dire di no, di veri servitori sciocchi ne rimangono sì o no tre o quattro.

Tra questi spiccano quelli del “vespasiano magico”. Pavone, Pintavalle e Morini. Su questi tre stiamo preparando un bel “servizietto” dove porteremo alla luce, nel dettaglio, il loro passato lavorativo, le amicizie, le ambizioni, gli obiettivi, il lusso improvviso di almeno uno di loro.

Ragazzi che Natale. Con tutti questi pacchi mandati da Di Majo a destra e manca, siamo sicuri che per la Befana, la segretaria generale di Molo Vespucci, Roberta Macii, dovrà spalare tonnellate di carbone prima di ritrovare la porta del “suo” presidente adorato.

contestazioni AdSp a Conte