Viterbo “Operazione Erostrato” – Discoteca Theatrò nelle mani di Rebeshi che terrorizzava i rumeni

Intimidazioni al presidente del Silb Luca Talucci (a cui hanno distrutto una macchina), a Rinaldo Della Rocca (a cui hanno bruciato 12 vetture) e al capo della sicurezza della discoteca Giovanni Micozzi

VITERBO – Le discoteche sono un business per la banda calabro-albanese. Soldi freschi e affarucci vari come il traffico di sostanze stupefacenti. Ci sono problemi però. Non tutto fila liscio come vorrebbero. Vogliono il dominio su tutte le sale che ci sono nella provincia.

Anche i romeni se la devono vedere con loro. Ecco allora che chiunque prova a mettersi tra loro e l’obiettivo da raggiungere non esitano a passare alla maniere forti. A farne le spese sono per primi Luca Talucci presidente del SILB, reo di avergli fatto chiudere un locale non a norma (secondo la loro errata visione). Poi c’è Rinaldo Della Rocca, delegato da Talucci per le riunioni del SILB. Al primo danneggiano la vettura sotto casa. Al secondo bruciano la bellezza di dodici vetture parcheggiate dentro la concessionaria. Il problema però è la gestione del Theatrò.

C’è da risolvere la questione. Loro non hanno paura di nessuno, all’apparenza, mentre invece, dalle carte, emerge con estrema chiarezza che gli unici di cui avevano timore erano i buttafuori dei locali che non si lasciavano certo intimorire da loro (in particolare avevano soggezione di Mauro Laudi e Giovanni Micozzi). Ad uno di loro, Giovanni Micozzi, non potendo ricorrere alle maniere forti hanno bruciato la Porche Cayenne parcheggiata fuori alla discoteca Subway.

Cerchiamo di raccontare questa storia attraverso le carte dell’inchiesta.

Ismail REBESHI, oltre ad essere titolare di una attività di rivendita di autoveicoli a Viterbo e di un esercizio bar ad Attigliano, è amministratore di fatto della discoteca Range Club, formalmente intestata alla convivente Laura Ion ZAHARIA, nonché gestore di fatto, per il tramite di un suo uomo di fiducia (Alessandro MENGHINI), della discoteca La Ninfea di Vetralla.

Entrambe le discoteche sono frequentate da clientela prevalentemente straniera.

REBESHl, prima dell’iniziativa del Theatrò, aveva come principale concorrente la discoteca Class Club di Viterbo .

La discoteca Range Club, nella primavera del 2017, ha sospeso l’attività per la mancanza delle necessarie autorizzazioni.

Il REBESHI, nelle more del rilascio delle autorizzazioni alle serate danzanti per le quali aveva inoltrato istanza alla competente Commissione, si era appoggiato, per non perdere la clientela abituale, all’amico Alessandro MENGHINI, gestore di fatto del night club La Ninfea.

I Carabinieri hanno riscontrato che, per alcune settimane, la discoteca La Ninfea ha alternato serate tipicamente da night con serate danzanti per clienti di etnia balcanica.

Nel medesimo arco temporale (settembre 2017), si era perfezionato un rapporto di collaborazione da Fabio CHIOVELLI, in qualità di amministratore unico della società proprietaria della discoteca Theatrò che gestiva insieme a due cittadini romeni, Constantin DOBRE e Ion LAZAR, per l’organizzazione di alcune serate danzanti, rivolte ad una clientela rumena, presso la discoteca Theatrò.

L’iniziativa del DOBRE e del LAZAR rappresenta un evidente colpo alle prospettive di guadagno che il REBESHI si aspettava di conseguire dalle serate organizzate presso la discoteca “La Ninfea”. 

Per questo iniziarono pressioni di ogni genere per far annullare gli eventi se non addirittura chiudere il locale.

Questo perché, mentre il Theatrò riusciva a fare il pieno di clienti, il Range-Ninfea “bucava” sistematicamente gli eventi.

Il gruppo finito in manette iniziava così ad escogitare delle contromisure da adottare. Dalle telefonate e messaggi minatori ai danneggiamenti sistematici dei mezzi di proprietà dei concorrenti.

Il tutto culminato poi con l’apposizione di teste mozzate d’agnello e di maiale, posizionate nelle varie uscite di sicurezza del Theatrò.

Quando Rebeshi provò ad entrare dentro la discoteca per parlare con Dobre Lazar si trovò difronte il responsabile della sicurezza, Giovanni Micozzi, che aveva avuto disposizioni di non farlo entrare per evitare problemi.

Questo stop causò successivamente l’incendio, nella notte del 29 ottobre 2017, dell’autovettura del responsabile della sicurezza che aveva impedito l’accesso al Rebeshi all’interno dei locali del Theatrò.

Il 9 ottobre 2017, DOBRE si era presentato, fortemente intimorito, ai Carabinieri di Viterbo, denunciando di essere vittima di reiterate minacce di morte da parte di REBESHI, a cui, nel passato, era stato legato da rapporti di frequentazione abituale.

Sul finire del settembre del 2017 il DOBRE concludeva un contratto di collaborazione con Fabio CHIOVELLI, socio della società proprietaria della discoteca Theatrò, per organizzare serate danzanti rivolte alla etnia rumena presente nel viterbese.

Nella notte tra il 2 ed il 3 ottobre, ricostruiscono i carabinieri, REBESHI tenta invano di fare accesso all’interno della discoteca dove è in corso di svolgimento la seconda serata danzante organizzata dal DOBRE, ma è bloccato dal personale della security, il cui responsabile è Giovanni MICOZZI (che, a causa di tale condotta, sarà vittima di un episodio incendiario alla fine dell’ottobre 2017). Rebeshi quella notte stessa, nel parcheggio antistante la discoteca, sfogò la sua rabbia contro una ragazza, rimasta ignota, picchiandola selvaggiamente, caricandola sulla propria autovettura a forza, per poi lasciarla dolorante a terra poco distante.

Dopo il rinvenimento delle teste mozzate la paura, soprattutto per Chiovelli, prese il sopravvento e andò dai carabinieri dichiarando:

“Sono uno dei tre soci della società Pieffe srl, che da circa tre anni gestisce l ‘attività di discoteca presso il locale “Theatrò” di Viterbo. Mio figlio Simone, che pur non essendo socio collabora con noi nella predetta attività, si è recato presso la discoteca. Giunto nei pressi del locale, con non poco sconcerto, rinveniva una testa di suino appesa con altre quattro piccole teste di animale, non meglio conosciuto, apposta davanti alla saracinesca di ingresso al locale.”

CHIOVELLI collega esplicitamente l’episodio intimidatorio in questione alla sequenza di atti intimidatori che hanno subito i due imprenditori rumeni (Emanuel Constantin DOBRE e Ion LAZAR) a partire dal momento in cui è stata siglata la collaborazione con il Theatrò per serate danzanti rivolte ad una clientela a cui era interessato anche il REBESHI per le sue discoteche La Ninfea ed il Range Club.

Ecco le intercettazioni che riguardano proprio uno dei questi episodi appena citati.

Le pressioni così come la paura assale Chiovelli che deciderà, tempo dopo, di sospendere ogni attività danzante concordata precedentemente con i soci romeni.

REBESHI: “Guardi, senti bene questa cosa che ti dico io, la prima vista dove ti vedo, con chi sta la moglie con il figlio, con chi stai tu, io ti sbudello, ricordati bene queste parole, tu pensi che giochi? O testa di cazzo o cornuto infame, io…ci vediamo a presto ci vediamp e vedrai”

REBESHI: “Pensi che io dormo? Ti metti tu a giocare con me? O pezzo di merda”

REBESHI: “Ti troverò io a te, a te non ti lascio in pace capito, che prima di tutto, prima di tutto devi chiedere permesso capito? Devi sapere come si fanno le cose. Che a me i cornuti italiani so due anni che mi stanno a fa soffrì, ho speso 200 mila euro e più due anni di affitto 45 mila euro testa di cazzo o pezzo di merda”.

L’affermazione “devi chiedere pennesso” è emblematica del comportamento “mafioso” assunto da REBESHI al quale si devono rivolgere, per ottenere un’autorizzazione per non subire violente ripercussioni, tutti coloro che vogliono avviare un’attività imprenditoria concorrente con le sue.

 

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