Civitavecchia Porto – Royalton, ecco i documenti americani che sbugiardano Frangi. Intanto ci scappano anche le minacce di morte

I neo proprietari dello scafo e cantiere della Privilege minacciano querele ma dall’America rincarano la dose

CIVITAVECCHIA – Nel tiepido pomeriggio civitavecchiese, tra una chiacchiera su chi farà il sindaco o su chi si occuperà della raccolta dei rifiuti dentro il porto, ecco che dall’America arrivano una pioggia di documenti a sostegno della tesi diffusa da Vincent Estrada sugli atteggiamenti poco chiari di James Frangi e dei suoi soci della Royalton.

James  Frangi e la Royalton, attraverso l’ufficio di presidenza dell’Unione Industriali, con invito alla pubblicazione firmato dal presidente Stefano Cenci, avevano diffuso una nota a difesa della loro posizione, controbattendo con ben otto punti,  le accuse mosse dall’ormai famosa mail inviata da Vincent Estrada.

Quest’ultimo, ha fatto solo da tramite (così ha scritto nella mail) ma questo è bastato per finire in un polverone più grande di lui. Già perché ci ha inviato una mail dove si è detto preoccupato.

Spaventato per ciò che gli è accaduto, subito dopo aver trasmesso quella mail, ha scritto di aver buttato il telefono cellulare e segnalato alle autorità competenti una serie di minacce ricevute e di temere per la propria incolumità personale.

Che tipo di minacce nello specifico non lo sappiamo ma, la mail, per conoscenza, l’abbiamo trasmessa all’autorità giudiziaria affinché ne tenga conto.

Come detto, l’avvocato della Luxury Financial Solutions (LFS) accusa formalmente James FrangiSam Assaf, di aver tentato di perpetrare una truffa e una frode ai danni dei suoi assistiti.

La truffa consisteva nel farsi finanziare un’operazione dal valore complessivo di 24,6 milioni di euro.

La frode perché, tale richiesta, era fondata su una serie di documenti che poi, all’analisi finale, sono risultati in parte falsi e in parte contraffatti.

In questo contenzioso, la Royalton e Frangi si dicono danneggiati sostenendo che la loro operazione era del tutto regolare.

Questa è la causa civile a cui fanno riferimenti i vertici della Royalton e dove chiedono la restituzione, oltre ai danni da quantificare, 650mila euro:

 

Royalton Assaf v Luxury – Complaint

 

Nel frattempo, però, sempre gli uomini della Luxury Financial Solutions, per difendersi dalle accuse, hanno tirato in ballo una vecchia vicenda avvenuta in Florida, speculare alla loro, dove i protagonisti sono risultati essere sempre Frangi e Assaf.

Una tentata truffa e frode che però è finita con una conciliazione da parte degli uomini Royalton, che avrebbero pagato una salata penale insieme ad un risarcimento forfettario del danno.

A supporto di questa tesi, smentita nel frattempo da James Frangi e dalla Royalton nel comunicato, lo studio degli avvocati della LFS hanno inviato una serie di codici per accedere ad una documentazione pubblicata sul sito della Corte Federale della Florida.

Leggendo le carte, per chi non conosce l’inglese o non ha tempo per sfogliarsele tutte, raccontano di come Frangi & Co. avrebbero messo in piedi un’operazione per l’acquisto di uno scafo da 110 piedi utilizzando documenti risultati taroccati.

Ci limitiamo a fare cronaca e vogliamo prendere le difese di uno piuttosto che dell’altro.

Non vogliamo esprimere alcun tipo di giudizio su tale operazione ma, sarebbe opportuno, che la Royalton, invece di minacciare querele non si sa bene a chi e per quale scopo, chiarisse questa vicenda attraverso una conferenza stampa, magari da fare negli uffici dell’Unione Industriali a Civitavecchia.

Questi i documenti che si possono scaricare, perché pubblici, sul sito della Corte Federa della Florida:

 

RI Assaf v LFS – ANSWER TO COMPLAINT AND CROSS-CLAIM

 

After Hour AMENDED VERIFIED COMPLAINT

 

After Hours First Payment JGF-Grazia

 

After Hour Second Payment JGF-Grazia

 

After Hour Final Payment JGF-Grazia

 

La vicenda comunque sta assumendo i colori di un giallo imprevisto.

Sarà interessante sapere a che punto è giunta l’istruttoria messa in piedi dal presidente Francesco Maria Di Maio che, visto a pranzo i giorni scorsi con Maurizio Venafro (ex capo di gabinetto di Zingaretti) potrebbe aver chiesto, magari al telefono, lumi sulla vicenda.

Consapevoli del fatto che i documenti da noi pubblicati, mai e poi mai a Molo Vespucci sarebbero stati in grado di rintracciare, gli agevoliamo il lavoro potendoli scaricare dal nostro sito .