Latina – Il Cocomero pontino patrimonio culturale italiano, via libera dal Ministero delle Politiche agricole

 Latina – Il cocomero pontino è ufficialmente nei Pat, “Prodotti Agroalimentari Tradizionali”. Grazie ad un decreto del Ministero delle Politiche agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale è riconosciuto “espressione del patrimonio culturale italiano”
Il decreto del Ministero delle politiche agricole, è stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale.
In provincia di Latina, ad essere coinvolte nella produzione dell’anguria sono circa 70 cooperative agricole, per un totale di oltre 300 aziende ad indirizzo polivalente, 6 centri di imballaggio e 8 vivai per la produzione di piantine innestate.
La zona di coltivazione del cocomero pontino è quella del cosiddetto triangolo d’oro dell’agricoltura della provincia di Latina. Tanto è che questa produzione di eccellenza si concentra nell’area compresa tra Terracina, Sabaudia e Fondi. Ma cosa rende un prodotto “tradizionale”? Questi prodotti agroalimentari sono quelli per i quali, col tempo, si sono consolidate  metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura che li rende unici per gusto, sapore e proprietà nel panorama nazionale. A rendere l’anguria pontina particolarmente apprezzabile, secondo un panel test di esperti, è soprattutto la speciale dolcezza della polpa, dovuta al livello zuccherino compreso tra i nove e i dieci gradi.
Il riconoscimento premia il lavoro avviato la scorsa estate con “RED: Rurale – Eccellente – Differente”, progetto di valorizzazione del cocomero pontino voluto dal presidente della cooperativa Latina Ortaggi, Claudio Filosa, e dall’esperta agroalimentare Tiziana Briguglio, autori insieme a Giuseppe Nocca, Lillina Olleia, Tiziana Zottola, il professor Cesaretti.
“Siamo felici ed emozionati – spiega Filosa perchè si definiscono “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” quelli le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo. In particolare, devono risultare praticate sul territorio di riferimento in maniera omogenea secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai 25 anni”.