Civitavecchia – Conad come Enel, caccia e affama le ditte locali; promuove la diaspora dei lavoratori

Lorenzo Fusco, “Transport & Delivery Manager” della Conad Tirreno, ha compiuto azioni di cui,ci dicono, ne risponderà anche a livello personale

CIVITAVECCHIA – Pensavamo che nella Città di Traiano, l’arroganza imprenditoriale, appartenesse solo all’Enel. Invece ci siamo sbagliati. Già! C’è chi si sta comportando decisamente peggio. Adesso vi raccontiamo, ma è solo l’inizio, quello che sta facendo Conad Tirreno, guidata e amministrata a livello locale da tale Lorenzo Fusco (ex paracadutista ma comunista nell’anima) ad una società di logistica e trasporti di Civitavecchia, la Nuova Davacar, che da almeno un ventennio ha servito, con ligio rispetto di un contratto mai firmato, il lavoro che quotidianamente le veniva assegnato.

Conad Tirreno ha invaso, a livello logistico, sia Civitavecchia che Tarquinia. Zona nevralgica del centro Italia a due passi dal porto. Logistica per la fornitura quotidiana dei loro punti vendita, centinaia del raggio di un centinaio, al massimo due, di punti vendita.

Nella riorganizzazione, così la chiamano i manager di livello, si è deciso di fare il passo più grande ed eliminare i “pesci” piccoli.

Ben 18 mila metri quadrati di superficie coperta, nuovo e innovativo CEDI del fresco su un’area in località Pian d’Organo a Tarquinia ed a 5 Km dagli altri siti logistici che l’azienda gestisce su Civitavecchia. Operatività e copertura delle esigenze logistiche della rete commerciale del Lazio e della bassa Toscana.

In questa pseudo riorganizzazione logistica (poi andremo, nei prossimi giorni, ad analizzare le criticità della nuova piattaforma logistica insita nel territorio di Tarquinia, a farne le spese per prima è stata una piccola, ma sempre adempiente, storica società di Civitavecchia. La Nuova Davacar. Ogni giorno, per oltre vent’anni, mezzi e autisti hanno trasportato merci in tutti i supermercati e punti vendita della Conad Tirreno. Da lunedì, senza alcun preavviso e, soprattutto dopo aver ingannato imprenditori e autisti, le richieste di viaggi sono state azzerate in men che non si dica.

Molti si chiederanno: una società grande come Conad, prima di intraprendere un’azione così forte, avrà letto bene il contratto di lavoro sottoscritto con la società di Civitavecchia!

Macché! Hanno fatto lavorare per oltre vent’anni questa società poi confluita in una cooperativa, senza aver mai sottoscritto uno straccio di contratto.

Al di là di quelle che saranno le iniziative penali e civili che adesso vedranno protagonisti Golia Conad contro David Nuova Davacar, quello che imbarazza è il modus operandi di Lorenzo Fusco, probabilmente indirizzato dal management toscano dove si sta trasferendo armi e bagagli.

Cosa avrebbe fatto il buon Lorenzo da Pistoia?

Avrebbe iniziato ad avere contatti, prima con dei suoi emissari e poi lui direttamente, dei contatti con i lavoratori della Nuova Davacar. Li avrebbe convinti a licenziarsi notte tempo e fatti riassumere il giorno successivo da una società a lui “grata”.

Dopo aver svuotato, o quasi, la Nuova Davacar, li avrebbe “strozzati” non commissionando più alcun tipo di trasporto.

Per carità divina, il Fusco, gran “parà”, avrà avuto le sue buone ragioni. Peccato però che tutto quello che ha fatto e sta facendo, sta esponendo i vertici Conad Tirreno, ad una vertenza, non tanto sindacale, quanto a danno di Conad stessa.

Dilungarci sulle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, che fanno a pezzi multinazionali e società gigantesca come Conad, implicherebbe lunghissime e barbosissime letture.

Nuova Davacar sta affilando le armi, tutte quelle che la legge gli mette a disposizione (e non sono poche). C’è bisogno però di capire che cosa stanno facendo questi saraceni che, prima con Enel, poi con Conad, stanno affamando e facendo fallire storiche aziende civitavecchiesi.

Forse è il momento di scendere in guerra. L’estate è già torrida di per sé e quindi, il grande “parà” Fusco, farebbe bene a negoziare una soluzione pacifica prima di affamare decine di famiglia e mettere in crisi società che, per oltre vent’anni, sfruttate dal padrone, hanno lavorato a testa bassa senza aver mai rivendicato un contratto, legittimo, che gli sarebbe spettato anche tra quello nazionale sui trasporti.

Questo è l’inizio. Adesso è il momento di capire meglio quello che sta facendo Conad e con chi. Siamo convinti, anzi siamo certi, che ci sarà molto da scrivere, da Tarquinia alla zona industriale di Civitavecchia.

– segue