Tarquinia – Voto unanime del territorio contro il termovalorizzatore

Incredibile gesto del consigliere di Forza Italia Gianni Moscherini che, al momento del voto, ha lasciato l’aula. Ottimo l’intervento del tecnico che ha smontato il progetto nefasto della A2A Ambiente

TARQUINIA – Tutti con le braccia alzate per dire ‘‘no categorico’’ alla realizzazione di un inceneritore presso la zona industriale di Tarquinia, al confine con i comuni di Civitavecchia e Allumiere.

Il sindaco della città etrusca Alessandro Giulivi e il collega della città portuale Ernesto Tedesco hanno guidato un consiglio comunale congiunto che ha visto, non solo le due città, ma l’intero comprensorio schierarsi contro un’ipotesi definita scellerata, in un territorio già profondamente afflitto da diverse servitù.

Unanime il voto a favore della mozione che registra a chiare note la netta contrarietà ad ogni tipo di impianto per il trattamento dei rifiuti. Il no corale ha voluto essere anche un “basta”, basta  sottoporre il territorio già martoriato a nuove servitù che minacciano la salute e l’ambiente. “I numeri delle mortalità e delle incidenze delle malattie tumorali –  ha detto la presidente Guiducci – sono aberranti. Quei numeri sono i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri genitori. Quel numero sono anche io. Parlo con cognizione di causa e quindi dico basta. Il territorio ha già dato. Il territorio deve ripartire da altro”.

Il primo a prendere la parola, dopo le introduzioni e l’appello  del presidente del consiglio comunale Federica Guiducci,  è stato il sindaco Alessandro Giulivi che è intervenuto dopo la proiezione di un video che sintetizzava le bellezze della città di Tarquinia.

In una gremita sala consiliare Giulivi ha parlato davanti al proprio consiglio, al consiglio comunale di Civitavecchia e agli altri sindaci del comprensorio: presenti il primo cittadino di Montalto di Castro Sergio Caci, il sindaco di Allumiere Antonio Pasquini e il sindaco di Monte Romano Maurizio Testa.

“È nostro dovere proteggere il nostro territorio e cercare di migliorarlo. – ha detto Giulivi – Il nostro interesse primario è la salvaguardia della vita umana. Finché io sarò sindaco di Tarquinia combatterò tutto ciò che minaccia la salute. Non dovranno riuscire a posare neanche il primo sasso in questi terreni. Porterò subito in questo consiglio una variante al piano regolatore per far tornare quelle terre di Pian d’Organi e Pian dei Cipressi agricole. E ció per far sì che l’appetito di molti nel nostro territorio cessi una volta per tutte. Non vogliamo nè centrali nè inceneritori, ma vogliamo migliorare la raccolta differenziata. Siamo pronti a fare anche occupazione se dovesse servire a bloccare la realizzazione di questo impianto. Porteremo avanti un’azione congiunta con tutti i sindaci del comprensorio per difendere i nostri diritti.

 

val.tecniche_impianto di Tarquinia_VAI_Cester

 

Gli ha fatto eco il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco in un puntuale intervento che ha messo in evidenza la volontà del territorio di autodeterminarsi in maniera decisa e drastica contro certi tipi di iniziative scellerate. “Aberrante – ha detto Tedesco – pensare ad un impianto che prevede di trattare 500mila tonnellate di rifiuti l’anno. Ringrazio Giulivi per aver condiviso questo percorso. La circostanza di questo progetto è particolare perché insisterebbe nel territorio di Tarquinia che poi sfocia nel nostro territorio. Ferma opposizione da parte nostra e ferma condivisione della mozione di contrarietà. Questa condivisione può rappresentare l’inizio di un percorso per costituire un sistema una rete, un’abbreviazione del territorio. C’è una volontà chiara e precisa affinché questo territorio si unisca in un percorso comune. In un ragionamento concreto che porti sviluppo, occupazione, benessere, tranquillità per i nostri figli. Non dobbiamo abbassare la guardia di fronte ad una richiesta che appare chiaramente contraddittoria rispetto al Piano dei rifiuti che intende portare avanti la Regione Lazio”.

Una posizione corale, quindi, quella del no all’inceneritore a Tarquinia, che ha visto gli interventi sia dei consiglieri di Tarquinia sia quelli di Civitavecchia. Ma anche dei sindaci come Pasquini che ha condiviso la proposta lanciata dai due colleghi di Tarquinia e Civitavecchia di fare rete con un tavolo per il territorio. Caci, dal canto suo, ha messo in evidenza la forte carenza del progetto presentato dalla A2A così come emerso dalla relazione effettuata da una società incaricata dall’amministrazione Giulivi. E per questo Caci ha rivolto un plauso al sindaco Giulivi per la scelta di elaborare un documento di contrarietà che mette in evidenza anche le carenze progettuali. 

Il sindaco Testa ha voluto testimoniare la vicinanza del comune di Monte Romano al territorio. “Siamo pronti ad intraprendere qualunque azione dovesse essere necessaria”, ha detto Testa.

Il consigliere di Civitavecchia Marco Piendibene ha rimarcato l’importante iniziativa congiunta ed ha posto l’accento su un aspetto allarmante: “Dobbiamo paragonare l’inquinamento del forno crematorio a massimo regime in un anno, progetto contro il quale stiamo combattendo a Civitavecchia, come se fosse un fiammifero acceso. Il termovalorizzatore, in rapporto, rappresenta l’incendio di un bosco. Questo per far capire l’enorme impatto che avrebbe questo inceneritore sul territorio. Se la Regione Lazio sta seguendo con la differenziata una strada diametralmente opposta a quella dell’incenerimento che in parte potrebbe tranquillizzarci, dall’altra parte non mi sento molto tranquillo per l’iter che seguono i rifiuti speciali. Teniamo alta l’attenzione su questo aspetto che potrebbe rappresentare un’escamotage per chi propone il progetto”.

La consigliera Fabiana Attig ha preso decise distanze “ dall’ennesima scelta che cade dall’alto senza che i cittadini possano in qualche modo portare le proprie opinioni. Come mai nessuno della Regione Lazio si è accorto di questo progetto? Non possiamo permettere che altri decidono del nostro territorio”. La Attig ha anche rilevato l’assenza della Vas “che dovrebbe essere – ha detto – propedeutica alla Via e che invece non è stata fatta” “ La Regione si pronunci per ritirare questo progetto”, ha concluso.

Dalla consigliera regionale Cinque stelle Silvia Blasi la proposta di bloccare in Regione ogni procedura in essere fino alla completa approvazione del piano regionale dei rifiuti che ha già avviato un percorso in senso opposto ai mega impianti di incenerimento. Favorevole alla proposta della Blasi l’onorevole Marietta Tidei che ha posto l’accento su un aspetto del progetto che “deve essere chiaro – ha detto – è ormai superato e vecchio e pertanto inattuabile”. 

Un fiume di interventi fino alla lettura in tarda sera della mozione dell’amministrazione Giulivi in linea con quella già approvata a Civitavecchia.

 

mozione congiunta tarquinia civitavecchia

 

Il documento prevede la “contrarietà all’apertura di qualsiasi tipo di impianto che comporti l’incenerimento di rifiuti su tutto il territorio del comune di Tarquinia”. Impegna il Sindaco ad esprimere il parere negativo all’ufficio V.I.A. della Regione Lazio, tramite le osservazioni puntuali, entro 20 giorni ai sensi dell’art. 27 bis del codice dell’ambiente per l’Esame dell’Impianto di recupero Energetico di Tarquinia (VT) ubicato in località Pian d’Organo – Pian dei Cipressi. Inoltre conferisce mandato al Sindaco di agire nei termini e nelle modalità che si riterrà  idonee per la tutela degli interessi del territorio e dà mandato al Sindaco, quale massima autorità sanitaria, di diminuire i carichi inquinanti, e, facendo ricorso al principio di precauzione, di non autorizzare impianti impattanti, affinché venga garantito il diritto alla salute dei cittadini rispetto a qualsiasi altro interesse privato”. 

Interessante l’intervento dell’ingegner Achille Cester, autore, per conto della Verificatori Associati Italiani, della relazione tecnica che ha demolito, tracciandone le criticità e la pericolosità, il progetto presentato da una piccola azienda rispetto al colosso A2A Ambiente.

Presente in aula anche il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Rotelli

Tutti contro questa operazione tranne uno. Parliamo del consigliere comunale di Forza Italia Gianni Mosherini. Arrivando come tradizione largamente in ritardo, quasi totalmente ignorato dalle decine di persone presenti, ha assistito al dibattito in modo distaccato e quasi sempre al telefono.

Quando il sindaco Giulivi ha invitato tutti i consiglieri a prendere posto per l’appello nominale prima del voto, Moscherini ha voltato le spalle lasciando l’aula.

Un non voto che ha indignato tutti, a cominciare dai suoi colleghi consiglieri vecchi e nuovi.

Una figuraccia rimarcata nella dichiarazione di voto dal capogruppo della Lega Roberto Borzacchi.

“L’atteggiamento di Moscherini, ex candidato sindaco, di girare le spalle e non votare è un oltraggio alla città di Tarquinia e del territorio. Dovrebbe vergognarsi altro che chiedere la residenza per tutelare gli interessi di Tarquinia”.

Al coro di Borzacchi si sono aggiunti quelli del pubblico che hanno stigmatizzato il comportamento di un uomo arrivato alla fine della sua esperienza politica, segnata, dal 2012 ad oggi, di sonore e ripetute sconfitte. Memorabili quelle ai ballottaggi (ben tre).

C’è chi pensa ad un Moscherini “compromesso” tanto da aver disertato due voti fondamentali per il territorio. Il primo in data 31 luglio 2019, Mozione contro impianto a biometano dell’Olivastro: Il Consiglio approva all’unanimità- Moscherini assente.

Ieri – Mozione contro inceneritore di Pian D’Organi: Il Consiglio approva all’unanimità- Moscherini assente.

Come dimenticare Moscherini, in piena campagna elettorale, immortalato proprio all’interno di un centro di raccolta rifiuti in cerca di voti e magari anche di contributi (legittimi)?

Per chi lo avesse dimenticato, riproponiamo quella foto: