Tarquinia – Sulla litoranea abita Carlo Rienzi, lo “smutandato” del Codacons

Esposti contro trebbie e trattori. Ostilità continue per il fu “Game Fair”. Una spiaggetta dove gioca col secchiello seminudo e il limite della decenza (non della velocità) che non conosce

TARQUINIA – Carlo Rienzi, per chi ancora non lo sapesse, è l’anziano presidente del Codacons. Il Codacons, nato probabilmente con fini nobili, è via via diventata la sua vetrina televisiva.

Un fenomeno presto sgonfiato (come i suoi tentativi di entrare in politica) e, soprattutto, in gravissima difficoltà economica dopo i pignoramenti ricevuti dall’Agenzia delle Entrate per il mancato pagamento delle tasse di iscrizione a ruolo di azioni civili (cause, ndr).

Rienzi è uno che denuncia tutti con il suo Codacons ma si guarda bene dal pagare le tasse perché sostiene di essere una Onlus e quindi esentato.

Prima due pignoramenti da 235mila euro. Poi una serie infinita di cartelle esattoriali, che grazie agli sconti garantiti dall’ultima rottamazione, hanno portato (come lui stesso ha sostenuto) a un esborso all’Erario di 300mila euro. Il Codacons si appellato a tutti, da Conte a Di Maio lamentando di essere inseguito dall’Agenzie dell’entrate con notifiche per il mancato pagamento del contributo unificato. Nessuno però, a quanto pare, l’ha mai preso troppo in considerazione.

Tra un bagnetto a Tarquinia e l’altro in Sardegna continua però la sua personale battaglia per la zona dove abita lungo la litoranea che congiunge Riva dei Tarquini con Marina Velca.

Alcune legittime, altre probabilmente strumentali. Giorni fa ha fatto scrivere un comunicato dove annunciava un esposto presso l’autorità giudiziaria contro la Polizia Stradale rea di non controllare adeguatamente i limiti di velocità davanti casa sua.

Poi il passaggio di quei terribili trattori pieni di ortaggi. Per non parlare dei ciclisti che si spostano da un capeggio all’altro.

Famose le sue lamentele per il vicino poligono di Pian dei Spille e contro tutti coloro che osano passare sulla spiaggetta a pochi passi da casa sua che tutti ormai conoscono come quella “del vecchio”.

Al comunicato stampa, ha allegato anche una foto (in piena violazione del codice della strada) che immortale lui, o chi per lui, mentre sta alla guida di una macchina, a 101 chilometri di velocità oraria (51 km/h del limite consentito di 50) cercando di giustificare, in seguito, come “flash” della vettura che li precedeva (pensa probabilmente che ci sia ancora in giro gente con l’anello al naso).

Strano che un avvocato, spesso in mutande come lui (vedi foto), non sappia che i sensori sono frontali e cambiano con la vettura in arrivo.

Poi, in questo scritto che aveva la presunzione di essere una “rettifica”, inserisce una sequela di insulti ed improperi verso tutto e tutti rammentando però che, in soli 4 giorni (diconsi quattro giorni) è riuscito a far pulire una spiaggia in Sardegna dove si stava godendo le vacanze.

Se la prende col sindaco Caci di Montalto di Castro scrivendo cose inesatte che non riportiamo in questa pseudo rettifica dell’avvocato “smutandato” per non essere denunciati, questo sì, proprio dal primo cittadino che ha precisato:

Al fine di fare chiarezza, letta la nota Codacons sullo spettacolo del 18 agosto u.s. effettuato a Vulci, informo che:
– il comune di Vulci non esiste (come riportato in un precedente articolo avente lo stesso oggetto);
– il comune di Montalto di Castro non gestisce né direttamente, né indirettamente il Castello della Badia;
– il sito dove si è svolto lo spettacolo non rientra nel comune di Montalto di Castro, quindi il sottoscritto non ha fatto rischiare la vita di nessuno.

Tanto si doveva, in risposta alle esagerare accuse apparse verso il sottoscritto dalla vostra associazione, giunte senza adeguato approfondimento e conoscenza dei luoghi.

Sergio Caci

Così come tutta la serie di inesattezze, frutto di un livore quasi inspiegabile, da parte di questo anziano signore, che trova sempre meno spazio in televisione e sempre più, invece, nelle copiose cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Al grido di battaglia più famoso dei romani e cioè: “sti cazzi“, suggeriamo all’ormai anziano avvocato del Codacons, di vivere più serenamente e per quanto ci riguarda, ci vediamo molto bene, molto di più di quello che lui e il suo forbito, oltre che istruitissimo ufficio stampa, possano immaginare.