Dissesto Terni: “PD avvelena i pozzi ma i milioni di debiti irregolari li dovranno pagare i responsabili”

L’assessore leghista Enrico Melasecche: “chiedo al sindaco di presentare un esposto alla Corte dei Conti per chiarire definitivamente le responsabilità del dissesto finanziario del Comune di Terni”

Di Enrico Melasecche, assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica

 

Il PD a trazione “paparelliana” è veramente alla frutta. Arriva persino a denigrare la memoria del Prof. Ciaurro, il miglior sindaco ad oggi della città dopo la distruzione della guerra. Mentre si celebrano i processi presso il tribunale di Terni e di Perugia contro gli amministratori del PD, i loro scialbi epigoni, pur di confondere le acque sulle gravissime responsabilità del PD per il disastro economico finanziario ma soprattutto morale in cui ha fatto precipitare prima Terni poi la Regione sollevano di nuovo polveroni. Una vergogna questo sciacallaggio post mortem.

Riprendono lo stesso argomento tentato dall’ultimo assessore allo “sbilancio” della giunta Di Girolamo, quello arrestato, che ha visto bocciare dal Ministero e dalla Corte dei Conti la farsa del piano di rientro dal dissesto con cui si era cercato di nascondere la voragine di debiti irregolari, nascosti per anni, che hanno poi portato al tracollo.

 

Peraltro Assessore al Bilancio era allora il Dott. Claudio Troiani, notissimo e rigorosissimo professionista ternano. Una garanzia per chiunque, meno per chi ama frugare nella propria immondizia.

 

Solo il terrore di dover abbandonare le stanze dei bottoni del Broletto, con il serio rischio che possano emergere aspetti spiacevoli di magheggi cinquantennali di una “sinistra padrona” o, se si preferisce di una “padrona sinistra”, può portare a comportamenti del genere.

 

Ma gli umbri che affollano con entusiasmo le piazze di paesi e città all’arrivo di Matteo Salvini sapranno ben rispondere a questi da ultima spiaggia.

 

Chiedo:

1)- con quale coraggio questi soggetti tentano di riesumare dopo oltre venti anni fatti che nulla hanno a che vedere con il dissesto da loro provocato? Forse temono che il consenso popolare  mi consenta di metter mano sulle loro nefandezze?

2)- Costoro perché non pagano di tasca propria le conseguenze delle operazioni di finanza derivata, una vera e propria truffa perpetrata ai danni dei ternani?

3)- Come possono addebitare alla giunta liberale di allora il pagamento della parcella dell’Uovo di Ridolfi, frutto della Urbanistica del PCI? Non fu proprio l’assessore Andreani, collocato da Di Girolamo alla guida dell’Urbanistica che tentò di riesumare quel progetto mentre quella giunta ballava in mezzo ai propri debiti?

Il principio sacrosanto adottato da questa amministrazione, inserito nel programma elettorale, è stato quello di costituire parte civile il Comune nei procedimenti aperti dall’autorità giudiziaria nei confronti di qualsiasi pubblico amministratore che possa aver causato un danno alla città.

Ebbene, alla stessa stregua, i cittadini tutti (o quasi) ritengono giusto che l’aumento assurdo delle imposte e tasse al massimo e la creazione della voragine di debiti irregolari ed illegali che gravano e graveranno nei prossimi venti anni sulle famiglie e sulle imprese frenando la ripresa e lo sviluppo debbano essere perseguiti a carico dei responsabili fino a quando non vengano chiamati a rispondere in solido. Così è accaduto ad Alessandria. Perché non dovrebbe avvenire a Terni?

 

A tutela della memoria di un grande sindaco credo occorra oggi rispondere con pacatezza ma forte determinazione a questi sciacalli affinchè la magistratura faccia il proprio dovere  perseguendo chi quei danni alla città ha provocato.

 

 

Chiedo al Sindaco di Terni, trascorso un anno ormai dal nostro insediamento, definiti ormai i contorni del disastro ereditato, di proporre alla Magistratura contabile un esposto formale da cui emergano finalmente quelle responsabilità. Paghi di tasca propria chi ha scientemente causato il dissesto e i gravi danni, morali e materiali, che stiamo tutti pagando. Una raccolta firme ha già sancito tale volontà che chiedo venga tenuta nella massima considerazione.