Regione Lazio – Presentato il logo contro la ludopatia “Slot Free”. Brutto, fuorviante e costosissimo

Purtroppo l’assessora viterbese Alessandra Troncarelli ha uno staff inadeguato e distratto da vicende personali e locali. Sono 400mila euro, i soldi per realizzare e promuovere quel simbolo ridicolo da materna infantile. Intanto, piccole comuniste crescono, vedi la consigliere comunale montefiasconese, stipendiata dalla Regione Lazio, Giulia De Santis

ROMA – Brutto periodo per la bella, lei sì, assessora regionale Alessandra Troncarelli. Dopo aver scalato velocemente la professione, o meglio, carriera politica, imposta, questo pure vero in questo ruolo dal “padre padrone” della politica viterbese e suo mentore Enrico Panunzi, oggi è alle prese con una storia a dir poco inverosimile.

Ha fatto passare la delibera in Giunta e adesso l’ultimo passaggio formale in Commissione. Un disegno così orrendo e fuorviante non immaginiamo quale mente o menti possano averlo partorito.

Questa la delibera da 400mila euro cari elettori del Partito Democratico e della parte associata del M5S escluso il galantuomo di Davide Barillari:

 

SD 82

 

I suoi uffici hanno quindi trasmesso lo schema di deliberazione concernente: Legge regionale 5 agosto 2013, n. 5 “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP)”. lndividuazione delle caratteristiche del marchio “Slot free – RL” e adozione del Disciplinare per il rilascio e il corretto utilizzo, per l’acquisizione del parere di competenza.

Il Piano regionale biennale sul gioco d’azzardo patologico 2017-2019 approvato con deliberazione di Giunta regionale 19 dicembre 2017, n. 904, recante: “Legge 28 dicembre 2015, n.208, art. 1, comma 946. D.M. Sanità 6.10.2016. Prevenzione, cura e riabilitazione del gioco d’azzardo patologico, approvazione del “Piano biennale regionale 2017-2018 gioco d’azzardo patologico”;

la legge regionale 5 agosto 2013 n. 5, “Disposizioni per Ia prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP)”, in particolare l’articolo 5, che cosi recita:

1. E’ istituito, presso I’assessorato regionale competente in materia di politiche sociali, il marchio regionale “Slot free-RL”, di seguito denominato marchio;

2. Il marchio è rilasciato dalla Regione agli esercenti di esercizi commerciali, ai gestori dei circoli privati e di altri luoghi deputati all’intrattenimento, che non hanno nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d’azzardo;

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, individua, sentita Ia commissione consiliare competente in materia di politiche sociali:

a) le caratteristiche ideografiche del marchio;

b) i criteri e le modalità di concessione in use del marchio, nonché i casi di sospensione, decadenza e revoca della concessione stessa;

c) le modalità d’uso del marchio;

Secondo la Troncarelli e il suo straordinario staff di disegnatori e ideatori di questo straordinario logo, il marchio regionale ha la funzione di certificare e valorizzare Ia scelta dell’esercizio commerciale di non offrire nessun tipo di gioco in denaro e rappresenta un efficace elemento di prevenzione, per far riflettere i cittadini sul fenomeno legato al gioco d’azzardo;

il marchio svolge anche la funzione di migliorare la reputazione dell’esercizio commerciale che lo espone, suscitando apprezzamento per la scelta etica intrapresa;

Per carità, il fine è nobile ma si rimane sconcertati per la bruttezza e l’equivocità che ingenera questo messaggio scritto in grande: SLOT FREE.

GUARDATELO BENE


 

Questo orrendo disegno dovrebbe scoraggiare i ludopatici?

Guardatelo bene, sembra il simbolo che rappresenta una macchinetta non truccata dove si può vincere davvero.

Secondo noi dovrebbe scoraggiare la Regione Lazio, la stessa maggioranza e l’opposizione a spendere soldi per una cosa così orrenda e ridicola rappresentazione della lotta al gioco d’azzardo.

Purtroppo anche l’assessora non può stare dietro a tutto. Per questo si era affidata ad uno staff della segreteria composto da molti giovani e con esperienza amministrativa.

Tra questi anche la “Maga Magò” del partito democratico di Montefiascone, la consigliera Giulia De Santis.

La missione che sembrano avere è quello di insinuarsi in tutti i posti, associazioni, organizzazioni. Occupare. Occupare. Occupare.

Giulia De Santis versione Maga Magò

Di recente l’associazione Libera Voce, di Montefiascone, come ogni anno, ha rinnovato direttivo e cariche sociali. Aveva, fino a quest’anno, imposto dei paletti ben precisi: via la politica dalla vita associativa.

Invece, gli associati, hanno eletto il nuovo direttivo e tra i nomi è spuntato quello della consigliera comunale comunista Giulia de Santis (esponente PD sinistrorso di Zingaretti).

La consigliera, segretaria, ha messo in atto tutte le alchimie politiche in suo possesso ed è andata a ricoprire una carica importante all’interno di una delle associazioni più attive ed importanti di Montefiascone.

Forse l’assemblea ha modificato lo statuto dell’associazione che aveva il vanto di essere apartitica, per evitare che le scelte e le iniziative potessero essere, in qualche modo, influenzate dalla politica.

Non che la consigliera comunista e segretaria dell’assessora regionale Troncarelli non possa collaborare con l’associazione Libera Voce, ci mancherebbe altro. E’ solo una questione di opportunità politica.

Però tutti questi incarichi, questa bramosia di fare carriera. Questa boria e il suo modo di apparire saccente, la mano in testa del suo mentore Enrico Panunzi, la stanno facendo emergere per quello che realmente è, una sfascista seriale.

Visto la sua dinamicità e astuzia, poteva consigliare la sua “padrona” della sciocchezza che stava per commettere.

Niente. A loro non interessa come si spendono i soldi della Regione Lazio. A loro interessa mettere becco nella Sagra della Birra.