Il mistero della RSA di Acquapendente accreditata per 60 posti letto livello B al sindaco “di Panunzi”

Ovviamente neanche le opposizioni hanno capito il danno compiuto con questa operazione. La politica in mano a sprovveduti e personaggi senza scrupoli (purtroppo)

ACQUAPENDENTE – Enrico Panunzi il Ras della provincia viterbese ha messo a segno un altro colpo, non di poco conto, agli avversari politici di ogni colore, in particolare dei suoi alleati diretti di Italia Viva e del Movimento 5 Stelle.

Nella sanità viterbese il motto che lo contraddistingue ha un suo perché. “Alla Asl di Viterbo non si muove foglia che Panunzi non voglia”.

Questa volta le foglie sono cadute laddove dovevano cadere e cioè il Comune di Acquapendente dove il sindaco “butterato“, Angelo Ghinassi, è persona di riferimento, politico e non solo, proprio del consigliere regionale Enrico Panunzi.

A dare notizia di questo “colpo” messo a segno da Zingaretti e Panunzi è lo stesso sindaco di Acquapendente, Angelo Ghinassi, che lo scorso primo ottobre (2019), attraverso un comunicato stampa, ha confermato la decisione della Regione Lazio e della ASL di Viterbo dell’accreditato RSA San Giuseppe di Acquapendente per 60 posti letto di livello B.

La struttura è una casa di riposo di proprietà del Comune che ora aggiunge la RSA con ben 60 posti pagati direttamente dalla Regione Lazio.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha firmato il decreto di accreditamento istituzionale della RSA San Giuseppe e pur non stando mai in ufficio, quella scartoffia l’ha siglata senza sapere né i vantaggi e, soprattutto, gli svantaggi che questa decisione produrrà.

Il riconoscimento della Residenza Sanitaria Assistita (RSA) assicura alla struttura le risorse necessarie per operare in riferimento ai reali bisogni, offrendo un servizio anche di tipo sanitario come segno premonitore che, l’ospedale di Acquapendente, prima o poi chiuderà definitivamente.

Non sono mancati i ringraziamenti al capo di gabinetto Albino Ruberti e al direttore generale della ASL, Daniela Donetti, oltre a tutte le persone che a vario titolo hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo.

Enrico Panunzi con Angelo Ghinassi

Adesso vi spieghiamo perché questa decisione è in effetti una vera e propria “marchetta” politica fatta al sindaco comunista di Acquapendente, uomo di riferimento e fiducia del Ras dei Cimini Enrico Panunzi.

Le RSA vengono accreditate per posti di livello A e/o B. I livelli B sono pazienti malati ma meno gravi degli A. Livelli A e B sono assegnati dai medici della ASL.

Con l’accreditamento metà della retta è pagata dal Servizio sanitario regionale, cioè da noi.

Gli enti di programmazione e controllo della sanità pubblica sono rispettivamente la Regione e la ASL che si avvalgono anche dei NAS.

La faccenda di Acquapendente è piuttosto strana alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni.

Nel 2016 infatti la Regione decretò (decreto di Zingaretti) in merito ai fabbisogni assistenziali in base ai numeri forniti dalle varie ASL.

La ASL di Viterbo ci lavorò con impegno e arrivò per prima a consegnare i risultati, stabilendo che nella nostra provincia mancavano del tutto posti per Alzheimer e altre demenze gravi e, quindi, per i cosiddetti Nuclei Estensivi per disturbi cognitivo-comportamentali gravi (circa 90 posti mancanti), mentre si rappresentava un’eccedenza di posti in RSA per livelli B: le RSA infatti avevano quasi sempre il 10% di posti liberi rispetto alla capienza accreditata, tenendo impegnate risorse a budget e non fornendo un buon servizio all’utente.

Insomma, come tutti sanno, il sistema sanitario regionale è carente nell’offerta, non avendo le strutture per i casi più gravi.

Così succede che Alzheimer e casi più gravi stanno nelle RSA livello A, quelli che dovrebbero stare in A stanno in B, quelli che sarebbero B stanno in casa di riposo e via discorrendo. Mancando i posti per i casi gravi, a scendere è tutto sbagliato e la sanità non è di qualità.

Per questo pensarono di bandire le domande per i Nuclei Estensivi con scadenza marzo 2018, specificando che le proposte dovevano essere isobudget, ovvero non comportare maggiori oneri per il SSR (servizio sanitario regionale).

Diverse RSA, nel timore dei tagli ai posti B, presentarono la domanda, chiedendo 10 o 20 posti di Nuclei Estensivi a fronte della rinuncia a posti di livello B da quantificare.

Tutto tace e gira la voce che mancano le risorse, dato che i Nuclei Estensivi hanno rette molto alte completamente a carico del SSR

(servizio sanitario regionale).

Finché, di colpo, la ASL di Viterbo a fine agosto 2019 convoca tutte le RSA che avevano fatto domanda per i Nuclei estensivi, annunciando che in settembre deve presentare il piano alla Regione Lazio e che ad esempio a fronte di 10 posti di Nuclei estensivi occorre tagliare un numero di 15/20 posti di livello B, ma che potrebbe non essere più necessario dover rispettare la condizione “isobudget“, poiché la Regione ha scritto loro che sono state recuperate risorse da dedicare a questo piano sugli Estensivi.

C’è molta urgenza.

Nel frattempo la RSA di Acquapendente viene autorizzata ma tutti dicono che non la accrediteranno perché ASL e Regione puntano sugli estensivi no?

Ed ecco che arriva la bomba: la RSA di Acquapendente viene accreditata per 60 posti letto livello B!

Cioè quei posti che risultavano eccedenti e che dovevano essere tagliati.

Forse le risorse miracolosamente trovate sono servite a questo?

Si è così danneggiata in prima battuta Villa Serena di Montefiascone che è la RSA più vicina ad Acquapendente, ma soprattutto tutti i cittadini e la famiglie che hanno un familiare con l’Alzheimer o altri gravi patologie.

Tutta la provincia di Viterbo, grazie a questo “marchettone politico“, resta senza posti di Estensivi (cioè di alta assistenza) e di colpo sono aumentati quelli di livello B che, probabilmente, adesso non saranno più tagliati: come si fa a tagliare posti di B a tutte le RSA il giorno dopo averne accreditati 60 nuovi?

Si è persa quindi un’altra occasione per avere un sistema sanitario di qualità, continuando con la tradizione degli interventi estemporanei e pilotati, tipica del tirare a campare e per rafforzare il proprio dominio politico a livello territoriale.

La speranza è che presto la Lega presenti la mozione di sfiducia a Zingaretti e provi a mandarlo a casa prima che finisca di cannibalizzare ulteriormente il nostro territorio a vantaggio di una politica, quella del Partito Democratico, riluttante al palato anche degli stessi ex amici oggi schifati che hanno deciso di migrare verso Italia Viva (a ragione veduta) del “bulletto” di Riano, Matteo Renzi.