I sindaci a Virginia Raggi: ”Non siamo la pattumiera di Roma”

Rifiuti: scatta la protesta in Campidoglio. I primi cittadini del comprensorio ribadiscono il loro no  

CIVITAVECCHIA – “Non siamo la pattumiera di Roma”. Indossando la fascia tricolore, una trentina di sindaci della provincia di Roma sono arrivati in Campidoglio per il consiglio straordinario sui rifiuti. Tra questi anche il primo cittadino di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, insieme ai colleghi di Tarquinia, Santa Marinella, Tolfa, Allumiere, Monteromano. In aula anche il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci.

“Siamo qui per dare solidarietà ai sindaci che hanno subito ingiustizie ambientali. Per tanti anni abbiamo fatto una battaglia per dire che il nostro territorio aveva dei siti inestimabili – ha spiegato – siamo all’interno della lista patrimonio dell’Unesco, nonostante questo Pizzo del Prete, una zona dal valore inestimabile non solo archeologica ma ambientale da anni viene indicato come sito possibile per discariche e inceneritori. Abbiamo fatto notare alla Raggi che la mappa che hanno inviato alla Regione hanno indicato come aree bianche, dove quella di Pizzo del Prete, nonostante ci siano dei vincoli. Abbiamo trasmesso, insieme al sindaco di Fiumicino, questi vincoli alla città metropolitana ma la mappa  non è mai stata aggiornata. Significa che non solo non sono capaci a governare una città ma neanche a fare atti amministrativi, a danno delle comunità”.  “Siamo qui con gli altri sindaci – ha tuonato Tedesco – per evitare che certe cose si ripetano”. “Tutti vorremmo fare il sindaco – ha concluso Pascucci – e dire ai cittadini “i nostri rifiuti li portiamo a casa di qualcun altro” ma non si fa così. Cerveteri ha sempre dato la disponibilità ad un centro di compostaggio, siamo disposti a gestire il nostro umido e quello delle città vicine, Roma dovrebbe fare la stessa cosa”.

“Siamo qui per ascoltare e confrontarci sui nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti, ovvero discariche, nella nostra città cosi come disposto dall’ordinanza della Regione. Decideremo insieme le sorti della città” ha quindi detto il sindaco di Roma Virginia Raggi in apertura del consiglio straordinario dei rifiuti. “Una ordinanza calata dall’alto che avrà conseguenze dirette sulla vita cittadini romani – ha aggiunto – i cittadini dovranno vedere realizzate nuove discariche vicino alle loro case perché è questa la soluzione individuata dalla Regione e da Zingaretti dopo sette anni. Insieme ai presidenti dei Municipio vogliamo ribadire che noi non vogliamo nuove discariche fatte in fretta e furia nella nostra città dopo che, per oltre 60 anni, ha sopportato la discarica di Malagrotta e ora sopporta gli effetti della dismissione, con percolato e inquinamento delle falde. Chiediamo di pianificare il nostro sistema con calma, nel rispetto delle normative. Vi sembra una richiesta irragionevole da parte di un sindaco? Lo chiedo agli altri sindaci: mettetevi una mano sulla coscienza. La Capitale è tacciata di egoismo e inefficienza dalle stesse persone e dagli stessi partiti che per decenni hanno dimenticato di fare la loro parte nelle istituzioni dell’area metropolitana. Per decenni la discarica di Malagrotta, la discarica più grande d’Europa, ha accolto i rifiuti di Fiumicino e Ciampino. Ve lo ricordate? Presso Rocca Cencia, nell’impianto di Porcarelli sono stati accolti i rifiuti di oltre 50 Comuni del Lazio. Io lo dico ai sindaci del Lazio che pensano che ce l’abbia con loro: la mancanza di programmazione danneggia tutti». «Tre milioni di cittadini di Roma hanno la stessa dignità dei cittadini dei vostri comuni. Noi non chiuderemo le porte dei siti per i rifiuti che operano a Roma. Non vogliamo una logica che mette i Comuni gli uni contro gli altri, ci mancherebbe. Chiediamo un quadro organico senza deroghe e pericoli per i nostri cittadini ed è quello che chiedete anche voi sindaci”. 

“La sindaca di Roma ha perso una grande occasione per assumersi le proprie responsabilità. Sembrava un’amministratrice appena insediata, mentre governa da oltre 3 anni e mezzo la capitale d’Italia. La solidarietà istituzionale invocata c’è sempre stata: dal dicembre 2018, ad esempio, la Regione Lazio e il Ministero dell’Ambiente supportano costantemente il Comune di Roma e l’azienda Ama per la gestione del ciclo dei rifiuti. In tutto questo tempo la sindaca non ha fatto nulla di quanto veniva concordato dalla cabina di regia per scongiurare le continue criticità igienico-sanitarie dovute alla mancata raccolta dei rifiuti”. È quanto dichiara in una nota Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio. “Roma si regge grazie alla solidarietà delle altre comunità del Lazio – ha aggiunto – ricordo ancora una volta che il problema non sono gli impianti di trattamento, ma quelli di smaltimento. Il Campidoglio smaltisce il 100% dei rifiuti urbani fuori dal territorio comunale: una situazione non più sostenibile, in ottemperanza alle normative comunitarie e nazionali, che impongono la chiusura del ciclo secondo principi di prossimità e autosufficienza. Con l’ordinanza regionale si vogliono evitare rischi ambientali e sanitari a Roma: la sindaca avrebbe il dovere di assumersi la responsabilità di decidere a nome di tutta la città. Ma se anche stavolta deciderà di non decidere, qualcun altro sarà costretto a farlo al suo posto per scongiurare che Roma finisca in una permanente emergenza rifiuti”.