Mario Pusceddu, presidente di ISVRA: “Istituzioni inutili. Alle imprese non resta che cavarsela da sole, finché sarà possibile…”.

Agriturismo: mai così in basso il “governo” ministeriale e sindacale del settore

TARQUINIA – Durissimo sfogo del presidente ISVRA Mario Pusceddu: E’ una lunga agenda quella che documenta l’inconsistenza e le omissioni che caratterizzano gli ultimi anni di “governo”, ministeriale e sindacale, dell’agriturismo, settore che, dall’inizio degli scorsi Anni Ottanta, aveva vissuto una feconda stagione di crescita organizzativa, con…

– l’emanazione di due leggi-quadro statali (L. 730/1985 e L. 96/2006),

– la stretta collaborazione fra Ministero delle politiche agricole, Associazioni sindacali di categoria (Agriturist-Confagricoltura, Terranostra-Coldiretti, Turismo Verde-Cia) e Regioni, nell’ambito di un apposito Comitato Consultivo (già Osservatorio) operante presso il Ministero (dal 2009),

– l’istituzione, del Sistema di Classificazione delle aziende agrituristiche e del Marchio Nazionale “Agriturismo Italia” (fra il 2013 e il 2014),

– la creazione del sito internet “Agriturismo Italia” (www.agriturismoitalia.gov.it) con relativi canali Facebook e Twitter (fra il 2012 e il 2015).

Di tutto questo, oggi, restano solo “incompiute”.

Il sito internet “Agriturismo Italia”, presentato enfaticamente all’Expo 2015 di Milano nel convegno “L’agriturismo italiano si presenta al mondo” (4 ottobre 2015), come strumento “la cui consultazione, con chiavi di accesso tematiche o geografiche, consente di accedere e organizzare i soggiorni nei vari territori italiani”, riceve pochissime visite ed è privo di alcuna utilità per prenotare agriturismi.

Il Sistema di Classificazione delle aziende agrituristiche (con la connessa attribuzione del Marchio Agriturismo Italia) non è mai “partito”: dall’ottobre 2018, a cinque anni dalla sua istituzione, è ancora in corso una sperimentazione applicativa “on-line” in Friuli Venezia Giulia, e nient’altro!

Il Comitato Consultivo ha cessato, o quasi, le riunioni, non svolgendo alcuna azione di sollecito per ciò che doveva essere realizzato e non lo è stato, con l’evidente “assenza” delle Associazioni sindacali agrituristiche che, in effetti, più che assenti, nel frattempo si sono dissolte.

L’Agriturist, a suo tempo “fondatore” dell’agriturismo italiano grazie alla presidenza di Simone Velluti Zati (1965-1998), oggi, dopo i sei anni di presidenza di Cosimo Melacca, si è ridotto a poche centinaia di soci; l’ultima “notizia” pubblicata nel sito internet dell’Associazione risale a marzo 2019.

Terranostra è “scomparsa”, assorbita, in ambito Coldiretti, dalla Fondazione Campagna Amica. Per Turismo Verde, sorte simile: l’ultima notizia pubblicata sul suo sito internet è del novembre 2017.

Ancora più desolante è il servizio che i siti internet delle “fantomatiche” Associazioni offrono alle imprese associate, o aspiranti tali: in Agriturist, l’ultima legge regionale di settore è del 2013 e tante altre pubblicate prima sono state da tempo abrogate; in Turismo Verde, di venti leggi regionali ce n’è soltanto una, della Regione Abruzzo, risalente al 1994, abrogata. 

Questi sono i “risultati” conseguiti negli ultimi anni dalle “dirigenze”, pubbliche e sindacali statali dell’agriturismo, a livello nazionale, e non sono certo incoraggianti.

Finché sarà possibile alle imprese non resterà che cavarsela da sole, questo è un gran peccato, pensando soprattutto alla filosofia con cui è nato questo settore, un grande patrimonio culturale e passionale messo in campo da agricoltori che con le loro famiglie ci hanno creduto sin dall’inizio e che rischia di svanire.