Terni – Restauro Teatro Verdi: “Soprintendenza boccia il progetto”

TERNI –  Una bocciatura netta. È quella che arriva – secondo il consigliere comunale Valdimiro Orsini – dal parere della Soprintendenza per i Beni Culturali dell’Umbria sul progetto di restauro e riqualificazione del Teatro Verdi, nel quale si invita il Comune di Terni a conservare “le strutture originarie ottocentesche attualmente presenti”.

 

Il parere, firmato dalla Soprintendente Marica Mercalli, prescrive ai progettisti comunali “il mantenimento del complesso, con le trasformazioni subite nel tempo, evitando falsificazioni e limitando l’intervento a una rifunzionalizzazione che assicuri la conservazione delle parti originarie ed il miglioramento tecnico architettonico delle restanti parti”. Per la dirigente del Ministero dei Beni Culturali vanno preservate anche “le murature esterne, frutto dello sforzo di ricostruzione postbellico”-

 

L’INTERVENTO DI ORSINI (GRUPPO ‘UNITI PER TERNI’)  “La bocciatura della Soprintendenza è netta, quanto finora prodotto dall’assessorato ai Lavori Pubblici non va. Il progetto fortemente voluto dall’ex assessore Melasecche e approvato dalla giunta comunale non tiene conto della storia di questa struttura, delle sue stratificazioni e ricostruzioni.

 

Da tempo più voci cittadine chiedono che la questione del Verdi non sia affrontata con superficialità ma con grande attenzione in quanto un’opera destinata a rimanere nella storia della città. Richieste che si sono scontrate con la smania di affrontare le regionali dicendo di aver risolto la vicenda del Verdi. Smania che peraltro non ha portato le preferenze sperate ma soprattutto ha lasciato alla città una non soluzione.

 

Noi chiediamo che la nuova assessore ai Lavori Pubblici si faccia carico lei della situazione. Capiamo che ha una eredità voluminosa, soprattutto per la quantità di fumo e di proclami del suo predecessore, ma il Verdi deve essere una priorità. L’assessore Salvati prenda atto di quanto scritto dalla Soprintendenza, si confronti con chi ha veramente qualcosa da dire in materia, eppoi si rifaccia un bando realistico e il più possibile legato alla struttura, così come richiesto dalla Soprintendenza. Le scorciatoie non servono, così come gli ammiccamenti per ricercare consensi che peraltro non arrivano”.