Medico “maiale” in corsia. Sedava i malati per masturbarsi

ROMA – Agenti della Polizia hanno arrestato questa mattina un medico gastroenterologo a Roma. Grazie al meticoloso lavoro degli uomini del commissariato della città Tivoli sono state raccolte prove inconfutabili. L’accusa è da brivido: reati di violenza sessuale ai danni di pazienti di sesso maschile sotto sedazione per esami clinici specialistici.

Gli investigatori hanno scoperto il vergognoso trattamento dopo una serie di indagini approfondite e delicate condotte dagli agenti coordinati dalla dirigente del commissariato Paola Di Corpo, giustamente elogiati in una nota per la professionalità dimostrata dal sindacato Mosap.

Il medico – stando alle notizie sull’inchiesta – “esternava con una certa continuità una sua deviazione sessuale in ambito lavorativo”. Stando a quel che hanno accertato gli inquirenti, Roberto Toti – questo il nome del medico – “somministrava ai pazienti maschili sedativi in dosi leggermente superiori a quelle previste” in modo da attuare “pratiche masturbatorie attive e passive”.

Dietro autorizzazione del sostituto procuratore Altobelli, la polizia ha collocato telecamere nelle stanze “risveglio” ed “esami” per accertarsi della fondatezza delle segnalazioni ricevute sul delicatissimo caso. Le vittime di reati sarebbero ben quaranta.

La notizia dell’arresto è stata diffusa dal procuratore Menditto con un comunicato in cui si afferma che “il Gip ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine a numerosi episodi di violenza sessuale, consistente in toccamenti di parti intime, nei confronti di pazienti maschi mentre erano sottoposti a sedazione parziale nel corso di esami specialistici”.

Le indagini hanno consentito di individuare le vittime: e a quanto si è appreso gli inquirenti hanno già ascoltato i nei giorni scorsi.

Il magistrato ha voluto riconoscere “la professionalità e L’ abnegazione del personale della Polizia di Stato”. Il commissariato “ha acquisito d’iniziativa la notizia di reato e ha svolto approfondite indagini consentendo di interrompere l’attività criminosa”.

Per il medico il Gip ha preferito decidere la misura cautelare degli arresti domiciliari. Forse in carcere avrebbe fatto una brutta fine.

 

fonte: 7Colli.it